Blogtour "Take me into your Hell" Quinta Tappa

Buongiorno cari Lettori!
Iniziamo la settimana ospitando una tappa del Blogtour dedicato al libro "Take me into your hell", scritto a quattro mani da Diletta Brizzi e Yvan Argeadi.

Vi ricordo che alla fine del Tour avrete la possibilità di vincere una copia cartacea del romanzo, per farlo dovete partecipare al Giveaway commentando tutte le tappe del Blogtour e diventando lettori fissi dei Blog che ospitano il Tour...


Passiamo ora all'oggetto di questa tappa: l'Intervista a Persefone...

Benvenuta nel nostro Blog Persefone!  Prego,accomodati…

Grazie a voi per l'accoglienza ragazze!

1. Raccontaci un po’ della tua vita…

La mia vita inizialmente poteva definirsi felice, i miei genitori si sono sempre presi cura di me, forse con un fare un po' troppo protettivo. Vi basti pensare che non mi permettevano di lasciare l'Olimpo, contrariamente ai miei fratelli che avevano piena libertà. Ma non me ne sono mai curata, avevo l'amore delle mie sorelle e dei miei fratelli, almeno fino a quando non sono cresciuta. Da quel momento sentivo come se mi mancasse qualcosa, come se dentro di me avessi un vuoto che doveva essere colmato. E solo Ade è riuscito dove tutti gli altri hanno fallito: ha portato amore e passione nella mia vita.

2. Com'è stato crescere sull'Olimpo?

Crescere sull'Olimpo può avere i suoi vantaggi: tutto ciò che si desidera lo si può avere con uno schiocco di dita, per non parlare del nettare degli Dei, l'Ambrosia, squisita. Ho anche il mio tempio dove passavo la maggior parte del tempo inoltre in quanto figlia della Dea della Natura, mi occupavo del prosperare della Vita.
Tuttavia ci sono anche alcuni lati negativi: come sapete, l'Olimpo ha la fama di essere il centro di potere del mondo divino e come tale spesso è soggetto a competizioni e subdoli giochi di potere, intrighi e tradimenti. Per secoli io e le mie sorelle, in special modo Afrodite, abbiamo dovuto difenderci da Era, la sposa di mio padre Zeus, che non vedeva di buon occhio le figlie che il Padre degli Dei aveva avuto con altre Dee.

3. E il rapporto con i tuoi genitori? Cosa si prova ad avere come padre il Padre degli Dei?

Direi che è abbastanza complicato. Come ho detto prima Zeus e Demetra sono stati ottimi genitori anche se molto apprensivi e protettivi. Nonostante Zeus però sia il Padre di tutti gli Dei, ciò non ha mai influito sul rapporto che ho con lui, c'è sempre stato per me e continua a esserci anche adesso, nonostante tutti i trascorsi con Ade. I primi tempi non aveva per niente accettato la mia relazione con il Dio degli Inferi, pensa che non ha voluto nemmeno prendere parte al mio matrimonio, però col tempo le cose sono cambiate e tutto si può dire essere andato per il meglio.

4. Ci racconti del tuo primo incontro con Ade?

Tutti pensano che il mio primo incontro con Ade sia avvenuto durante il rapimento. Si sbagliano. E' avvenuto decenni prima, quando io ero ancora una piccola Dea. Ricordo che mi trovavo sull'Olimpo, Ade si trovava sull'Olimpo e passeggiando per uno dei tanti corridoi veniva evitato da tutti. Si era avvicinato a dei fiori e aveva allungato la mano come per accarezzarli ma questi erano appassiti all'istante. Così mi ero avvicinata a lui, mettendogli una mano sulla sua e i fiori erano tornati alla vita. Ricordo benissimo i suoi occhi fissi sui miei. Non facevano paura. Io non avevo paura. Penso che quello sia stato il momento in cui Ade ha iniziato a provare qualcosa per me.

5. La mitologia ci ha sempre fatto pensare che Ade ti avesse rapita e costretta a sposarlo, ma da quel che ho capito è andata diversamente, giusto?

Della mia vita se ne sono dette di tutti i colori, rapita da Ade e costretta a dimorare negli Inferi per sei mesi l'anno. Beh lasciatemi dire che non sono stata costretta a fare niente, rifarei tutto dall'inizio e non me ne pento. Ovviamente il rapimento c'è stato tuttavia una volta negli Inferi e una volta recuperati i ricordi che mio padre aveva deciso di "bloccare", avevo compiuto la mia scelta. Volevo stare con Ade. Anche durante quei sei mesi sull'Olimpo non facevo altro che pensare a lui, a chiedermi cosa stesse facendo, come stesse. Questa è la verità.

6. Ade è il Dio dell’Oltretomba e pensare di poter amare il Dio dei morti potrebbe sembrare alquanto strano, che cosa ti ha fatto innamorare di Ade?

Il suo modo di essere, il suo apparire freddo e calcolatore davanti agli altri quando invece dentro era tormentato da ciò che gli era stato fatto. I suoi occhi, spietati nei confronti dei nemici, dolci e passionali ogni volta che incontravano i miei. Non ti posso nascondere che è un bell'uomo, diverso dai soliti stereotipi "bello come il sole, muscoloso" eccetera. No, Ade è il classico bello e dannato, oscuro, pericoloso, passionale. Ecco, tutto ciò mi ha fatto innamorare di lui.

7. Nel libro si accenna a un tuo lato oscuro, puoi dirci qualcosa in più?

Ho sempre pensato che ognuno debba seguire il proprio cuore senza ostacolarlo, lasciandosi trasportare da sentimenti ed emozioni e vivendo appieno ogni istante valorizzandolo come fosse l'ultimo. Tuttavia in questa visione non avevo tenuto conto di tutte quelle emozioni negative che come un vortice tentano costantemente di farci precipitare in un abisso ben peggiore del Tartaro mostratomi da Ade.

Penso che in ognuno coesistano un lato luminoso ed uno oscuro e nello stesso modo penso che queste due metà dell'anima debbano rimanere in equilibrio tra loro per far si che nella vita ci sia stabilità e lucidità mentale. Abbandonarsi a uno solo di essi equivale a non vedere più le cose con chiarezza e razionalità, troppo abbagliati dal perbenismo per accorgerci degli inganni altrui, troppo accecati dalla rabbia e dal cinismo per fidarci del prossimo.
Ripensandoci è proprio grazie a quest ultimo che Ade ha potuto volgere il suo destino e con esso il mio, verso la salvezza dopo gli eventi che conoscete. Tuttavia il fatto che tali macchinazioni non siano mai state ordite nei miei confronti se non per proteggermi mi da da pensare che in fondo anch'egli mantenga una sorta di equilibrio dentro di se, seppur dai confini estremamente sottili e non ben delineati.

Penso fosse questo che tentò di insegnarmi quel giorno, quando mi condusse al Campo di Giudizio di Minosse per la prima volta. Reprimevo una lato che era parte di me e con cui avei dovuto imparare a convivere. Non abbandonarmi totalmente ad esso, ma lasciare che esso si risvegliasse quando le situazioni lo avessero richiesto.
Anche se mi ritrovo ad ammettere che per un istante durante quest'avventura ho davvero pensato di aver smarrito definitivamente la luce che dimora in me, e di essere perduta. Ma è un momento, quello, cui preferisco non dar voce ne ricordi.

Mille grazie per aver risposto alle nostre domande, è stato un piacere ospitarti su La Fenice Book!

Il piacere è stato mio! A presto!


E con questo è tutto, vi ricordo la prossima tappa il 10 Ottobre su Un lettore è un gran sognatore...

Baci...



Post più popolari