[Recensione] Lo strano caso dell'apprendista libraia di Deborah Meyler


Buonasera miei cari amici. Questa sera sono qui ad illustrarvi la mia opinione su un libro a cui tenevo molto e che purtroppo mi ha miseramente deluso!

Ho iniziato la lettura pochi giorni fa e felice come una bambina ho sfiorato le pagine e la copertina ammaliata. Appena ho letto la trama, ho abbracciato con occhi genuini questo scritto. Era una favola moderna, che mi ispirava e mi teneva stretto il cuore.

Ma....si miei cari, perché c'è un ma...la storia è debole, scarna e povera, molto povera. Il racconto utilizza termini che a me già dall'inizio non piacciono, non che io sia una "bigotta" ma cos'è quel termine "scopare" in un libro come questo?! Di cosa parliamo?di amore...o di qualcos'altro? Orrido, utilizzare quel termine in tale frangete.

Odioso il protagonista, moscia e insulsa la protagonista. Capisco benissimo che ella si sia potuta innamorare di un ragazzo, ma lui? Squallido è dir poco. Una storia sciapa che forse la scrittrice ha dimenticato di salare...un pizzico di pepe avrebbe rinnovato e migliorato il tutto.

Ma andiamo con ordine. Come ben sapete e avete letto dalla trama, parliamo di Esme una ragazza che si ritrova a New York grazie a una borsa di studio. Studia Storia dell'Arte e conduce una normalissima vita universitaria, fin quando non conosce Mitchell, un ragazzo ricco e vanitoso, se ne innamora e ci va a letto.

Fino a qui tutto bene, pare una storia semplice e comune a tante altre ma la cosa che mi ha fatto rimanere senza parola è il fatto che questa specie di protagonista, egoista fino all'osso che prende e posa le sue donne per una specie di depressione che ha, si invaghisce di Esme solo sotto il lato sessuale, sbalorditivo e ridicolo direi.

Non ci ho trovato ne capo e ne coda. Esme rimane incinta e tutto pare a suo sfavore, i genitori pare debbano fregarsene della sua vita e naturalmente vi sono solo alcuni amici. Gli amici della Libreria ove ha trovato lavoro per sopravvivere "La Civetta". Unico luogo e posto che mi è piaciuto, con il proprietario quasi magico et enigmatico. Un luogo di riscoperta e speranza, un pò per tutti. Un punto fermo e un porto dove approdare. L'unica nota positiva. Per il resto lo boccio in pieno. Si poteva fare molto di più.  La storia poteva avere un buon filo conduttore ma impostata in questo modo sembra tutto un miscuglio e un susseguirsi inutile di eventi.

Ho adorato i luoghi descritti all'inizio, dove la protagonista va a comprare le sue cibarie ma purtroppo sono stati menzionati ben poco.

Non avrei voluto abbattere così il libro ma alla fin fine sapete che dico sempre la verità. Un pò di magia in più, forse avrebbe portato buoni frutti. Buona LETTURA!

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