[Intervista #20] Coffee Time with Chiara Parenti

Buongiorno Lettori! A poche ore dall'uscita del suo romanzo e dopo la recensione in anteprima,  abbiamo voluto anche intervistarla! Sempre disponibile e dolce. Oggi parliamo di...

F.B. In pochi mesi sono usciti tre dei tuoi romanzi “Tutta colpa del mare (e anche un po’ di  un mojito)” “Con un poco di zucchero” e adesso “L’importanza di chiamarsi Cristian Grei”, per la nuova collana “YouFeel” della Rizzoli in formato digitale. Quali sono le tue emozioni e quali le tue sensazioni?

 C.P. Guarda, vorrei tornare indietro nel tempo e poter parlare con la me stessa di un anno fa e poterglielo raccontare: non ci crederebbe! Proprio ieri stavo scorrendo i messaggi nella posta elettronica e ho scoperto di aver inviato il manoscritto di “Tutta colpa del mare” il 19 febbraio 2014. Da quel giorno, praticamente un anno esatto fa, è cambiato tutto e sono successe un sacco di cose che mai mi sarei immaginata nemmeno nei miei sogni più sfrenati. Che dire: la vita è davvero imprevedibile!

 F.B. Parlaci dei tuoi tre romanzi . Quale ti ha coinvolto di più e quale ti ha portato via maggior tempo. Quale, ti ha dato maggiori soddisfazioni?

C.P. Premetto che “Ogni scarrafone è bello a mamma soja” per cui li amo tutti, perché in ognuno di loro c’è una parte di me. Quello che mi ha coinvolto di più è sempre lui, “Tutta colpa del mare”, forse perché è il primo e, si sa, il primo amore non si scorda mai (letteralmente, in questo caso!). Ed è anche quello che mi ha dato le maggiori soddisfazioni, soprattutto totalmente inaspettate. Devo dire che anche Cristian Grei mi ha coinvolto moltissimo: soprattutto perché ha avuto una gestazione molto particolare. L’idea mi è venuta ad agosto dell’anno scorso, ma non trovavo il modo di buttarlo giù, ero completamente bloccata. Quando ormai avevo perso le speranze, all’improvviso è arrivata l’ispirazione e il romanzo l’ho scritto tra Natale e Capodanno, praticamente di getto. Proprio per questa particolare dinamica, sono molto legata a questa storia e spero tanto che mi regali delle belle soddisfazioni. Ma adesso è un po’ presto per dirlo: ai posteri l’ardua sentenza! Katie Baker sono io sotto pseudonimo, praticamente, quindi non posso non amarla. Datemi dello zucchero filato, e vi solleverò il mondo!  

F.B. Di cosa ti occupi nella vita? Sei una scrittrice o fai qualche altro lavoro?

C.P. Sono giornalista e addetta stampa. Non sono una scrittrice, anche se il mio sogno sarebbe, un giorno, poter vivere di scrittura: evento di difficile realizzazione, specie in Italia. Però sognare non costa nulla, per cui…
 
F.B. Molte volte nei tuoi romanzi, racconti di personaggi maschili, come in quest’ultimo parli proprio in prima persona. Come riesci a immedesimarti nella testa di un uomo? Ti ispiri a qualcuno?
 
C.P. Ho sempre pensato di avere un qualche disturbo della personalità, e forse questo è il risultato. Con Matteo Gallo, il protagonista di “Con un poco di zucchero”, ho provato a calarmi nei panni di un ragazzo: era un po’ un esperimento, a dir la verità, ma è stata anche l’occasione per scoprire che mi piace un sacco ragionare come un maschio e dare la voce alla parte di me che proviene da Marte (o da chissà dove!). Quindi ci ho riprovato anche con Cristian Grei, a cui mi sono ispirata – ma non diteglielo – a mio marito, ipocondriaco non ai suoi livelli, ma quasi. Ogni volta che in tv c’è la pubblicità di un farmaco (antinfluenzale, antipiretico… anti qualunque cosa!) lo vedi che di colpo si zittisce, rapito, con gli occhi che brillano. Appena si riscuote dallo stato di estasi, dice che dobbiamo assolutamente procurarcelo, perché “non si sa mai”.
Ecco, come potevo non scrivere qualcosa su questo?
 
F.B. Dicci i tuoi primi tre autori preferiti, che ti vengono in mente.

C.P. John Green, John Green, John Green. In questo momento sono in fissa con lui, non so se rendo l’idea… Naturalmente però ce ne sono moltissimi altri, come Paullina Simons, Maggie Stiefvater, Cecelia Ahern, Jojo Moyes… okay, sono molti più di tre!
 
F.B. Qual è la tua fonte d'ispirazione primaria? 
Come nascono i tuoi romanzi? E da quanti anni scrivi?

C.P. La fonte di ispirazione primaria sono le storie: che siano reali, di vita, oppure cinematografiche o letterarie, non importa: ogni storia ti resta dentro e crea il seme per un’altra storia, e così via. Ed è proprio da qui che nascono i miei romanzi.Scrivo da pochissimo, dal 2008. Prima non avrei mai pensato di mettere su carta le storie che mi ronzavano in testa. Poi un giorno ho capito che farlo era molto divertente, e non ho più smesso.

F.B. Hai novità nel cassetto? 
Dobbiamo aspettarci qualche altra “bella” pubblicazione? 
Dacci un piccolo indizio, senza svelare troppo.

C.P. Sto lavorando a una nuova storia: se sia “bella” non lo so, ma me lo auguro perché ci sto davvero mettendo l’anima. È qualcosa di molto, molto diverso stavolta, che richiede più tempo e dedizione, ma che spero tanto vi piacerà.


Cristian Grei ha trentadue anni e una sola, acerrima nemica: E. L. James, che con le sue 50 Sfumature gli ha rovinato la vita. Tutte le donne, infatti, appena sentono il suo nome, vedono in lui un dominatore in 3D e l'incarnazione delle più proibite fantasie erotiche. Ma se  vivi a Prato,  fai il becchino nell’agenzia di onoranze funebri di famiglia e sei ipocondriaco, avere il nome "uguale" a quello del più grande amatore di tutti i tempi, che si sposta in elicottero ed è a capo di un’azienda leader mondiale,può creare una costante e fastidiosissima ansia da prestazione. Solo Antonella, l'amica di sempre,  è in grado di divertirsi giocando con lui e tenere a bada le sue mille ansie, ma soprattuto è disposta ad amarlo per quello che è realmente. Cristian Grei riuscirà finalmente a capire che è lei la donna giusta? E soprattutto sarà “pronto a riceverla”?


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