[Intervista #22] Coffee Time with Emanuele Petrilli

Buongiorno #FeniLettori! Dopo la lettura del suo fantasy meraviglioso e le stravaganti avventure del suo personaggio, prendiamo un Tè con...


F.B. E’ un piacere per noi averti qui sul nostro blog. Ti va di prendere un Tè (o una birra) con noi e parlarci un po’ di te?
E.P. Il piacere è tutto mio, piuttosto sconvolgente che qualcuno si interessi a Semeru! Andrei sul Tè, magari alla vaniglia.

F.B. Cosa fai nella vita? Sei soddisfatto? Perché hai deciso di scrivere un romanzo?
E.P. Quando viene chiesto “cosa fai”, in genere si intende “cosa ti dà da mangiare?”. Lavoro in una multinazionale della consulenza, come giuslavorista. E’ un lavoro che dà molte soddisfazioni, ma richiede dedizione e, soprattutto, tantissimo tempo. Sono costretto a buttare giù le mie idee in metro durante il viaggio casa/ufficio e ritorno, sistemando poi la sera tardi o nei week-end. Con riferimento alla seconda domanda, rispondo deciso: si. E’ un anno fantastico e molto ricco di emozioni; sono stato molto fortunato. Ovviamente sono entusiasta del mio “esordio”, anche se il Sogno (con la ‘S’ maiuscola) è sempre quello di essere pubblicato in cartaceo, stringere in mano il proprio lavoro. Averlo dentro il tablet non è male, ma da un po' la sensazione che darebbe un animale domestico dietro un vero. Vorrei accarezzarlo e non è possibile!Andiamo all’ultima domanda: perché ho deciso di scrivere un romanzo? Prima di tutto, fare lo scrittore è il mestiere più bello del mondo. Per quanto mi renda conto che pensare di vivere scrivendo romanzi sia un’utopia, perché mai dovrei smettere di sognare? Scrivere mi piace, per lavoro scrivo moltissimo e per natura fantastico continuamente. E' inevitabile per me, succede e basta. Sono in grado di passare due ore seduto su una sedia davanti ad un muro bianco e divertirmi. Volevo tentare di trasformare questo mio bisogno (si, fantasticare per me è una necessità) in qualcosa che riuscisse ad avere una concretezza, una struttura. Plasmare tante fantasie in una forma definita. Ho cercato anche di trasferire nel romanzo delle sensazioni, delle emozioni, ma non so se in questo io sia riuscito.

F.B. Questo è il tuo primo romanzo? Da cosa hai preso ispirazione?
E.P. Semeru è il mio primo romanzo. Ci sono stati altri tentativi slegati da questa storia, ma non mi avevano soddisfatto per nulla e sono stati scordati prima ancora di avere una struttura. Semeru è il primo che è riuscito a resistere alla mia tentazione di mollare tutto. A cosa mi sono ispirato? E' una domanda su cui mi sono sempre interrogato perché, a mio avviso, rispondere davvero è praticamente impossibile. Mi sono ispirato a tutto! Tutto ciò che ho letto, tutto ciò che ho visto, probabilmente ha influenzato la creazione del romanzo. Tutto ciò che ho vissuto. Alcune scene prendono spunto da eventi reali della mia vita ma, adattati ad un contesto così diverso, non sono più riconoscibili. Potrei dirvi quale è stato il mio tentativo, quale era il mio progetto: creare una storia di ambientazione fantasy che però, nello stile e nella struttura, fosse molto veloce, leggera. So che in questo mi allontano dai canoni del genere, ma lo faccio volutamente. Senza nulla togliere ai Maestri, a Tolkien o Brooks (i quali mi superano di infinite volte in tutto, non oso paragonarmi), volevo un’atmosfera fantasy che però fosse contenuta in un romanzo rapido, con una storia che procede veloce e che non fosse ultra-descrittivo. Volevo un romanzo che potesse divertire e far viaggiare anche il lettore non di nicchia, che magari non ha voglia di perdersi fra troppi nomi e mondi ultra-complessi.

F.B. Ho letto con molto interesse Semeru - La Grande Battaglia, promuovendolo a pieni voti. Perché hai improntato il tuo scritto su un genere fantasy? E cosa ti ha spinto a descrivere la magia e mondi così diversi dal nostro?
E.P. Sono estremamente felice che Semeru ti sia piaciuto, è un onore. La tua recensione è stata la prima ad essere pubblicata e ti posso dire, in assoluta sincerità, che quando l'ho letta quasi si fermava il cuore per l'emozione. Per la gioia. Ero così felice che il primo parere non di parenti o amici fosse positivo! Non ti nascondo che ancora adesso, ogni tanto, vado a rileggermi la tua recensione per sorridere un po'.
Come ho già detto, ho scritto un fantasy perché il mio cervello ragiona fantasy! Non c'è romanzo in cui non venga usata fantasia, ovviamente. Ma si possono immaginare situazioni reali, possibili, o cose che non possono esistere al di fuori della nostra immaginazione. Metterle su carta è rendere vero un qualcosa che non potrebbe esserlo. Perché la magia? L'uomo ha sempre avvertito il bisogno di immaginare che, il mondo, non fosse tutto limitato a ciò che si può vedere, toccare, percepire con i sensi. L’essere umano sembra avere bisogno di sapere non solo che c’è altro dopo la morte, ma anche che esistano delle capacità non ancora esplorate. Da quando esiste la letteratura e l’arte del racconto, anche orale, esiste la magia, l’idea che possano esistere uomini o creature capaci di cose strabilianti. Zeus non faceva miracoli, lanciava fulmini esattamente come farebbe lo stregone in un racconto fantasy. La magia è la causa di cose impossibili, la regola che può giustificare infiniti accadimenti. Cosa c'è di più interessante?

F.B. In quale dei tuoi personaggi ti raffiguri di più e perché? Quale invece vorresti essere e non sei?
E.P. Inevitabilmente un pezzetto di me è finito in tutti i miei personaggi. Quello in cui mi ritrovo di più è senz’altro il Re Muren, che in questo romanzo vi ho presentato come l’antagonista. Ha avuto ancora troppo poco spazio al momento, ma riserverà per tutti grandi sorprese. Sono banalmente affezionato a tutti loro. Chi vorrei essere e non sono? Un personaggio ideale, giusto, non c'è nella mia storia. Non c'è nessuno che non commetta o abbia commesso errori. Nimbes è un personaggio a cui tengo tantissimo, forse lui rispecchia un po' la mia idea di “come si dovrebbe essere”.

F.B. Cosa sarà Semeru - La Grande Battaglia, una trilogia o una Saga? Ti piacerebbe essere pubblicato anche in formato Cartaceo?
E.P. Qui parto dalla seconda, facile. Ovviamente mi piacerebbe che un editore decidesse di rischiare e di pubblicare Semeru anche in formato cartaceo, come potrebbe essere altrimenti? Non mi sento ancora uno scrittore, soltanto uno che ci sta provando. Avere la mia storia messa su carta continua ancora ad essere il mio Sogno. Non so dire al momento se la storia di Semeru sarà conclusa in tre libri o più. Finirà quando avrò scritto tutto quello che c’è da scrivere! Al momento sono ancora al lavoro sul secondo.

F.B. Ultima domanda. Hai piani per il tuo futuro letterario? A quando il seguito? Svelaci qualche indizio ma senza aggiungere troppo.
E.P. Non parlerei di piani, quanto più di sogni. Continuare e ultimare la storia di Semeru e lavorare ad un altro progetto, un lavoro completamente diverso di cui non posso dire ancora nulla (semplicemente perché è ancora troppo presto anche solo per parlarne). Qualche indizio sul futuro di Semeru? Quasi tutti i personaggi che avete conosciuto per nome e che per adesso sembrano essere stati lasciati indietro, torneranno per prendere ancora parte alla storia e altri se ne aggiungeranno. Un ruolo centrale nel secondo libro l’avrà Alyss, principessa degli Uru’q, che nel primo libro vi è solo stata presentata. Un ritorno “in grande stile” c'è anche nell'ultimo capitolo della storia che avete già letto. Da quel colpo di scena partiranno molti nuovi scenari. Semeru dovrà crescere ancora molto, troppe verità non sono ancora comprensibili e vi sono minacce più grandi di tutte quelle che avrete potuto percepire sino ad ora.

Grazie d’essere stato con noi e in bocca al lupo!
Crepi il lupo (poveraccio) e grazie infinite a voi per l’intervista!


La razza umana è in pericolo! Un nemico che non dovrebbe esistere compare dal nulla e, in un solo giorno, tutto cambia. Semeru, giovane senza parte fino ad allora, dovrà scoprire come sopravvivere in quel mondo ora sconvolto, destinato ad un futuro diverso e per nessuno, o quasi, prevedibile. Un potere rimasto per secoli nascosto dietro a vecchie storie mostrerà con forza dirompente quella verità che, scambiata per leggenda dal tempo, può trasformare un mondo apparentemente pacifico.


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