[Recensione] La guerra dei mondi di Herbert George Wells


Buona domenica cari Lettori! Oggi torniamo con una nuova recensione del nostro collaboratore esterno Valerio... 

Questo è senza ombra di dubbio il capostipite del sottogenere fantascientifico delle invasioni aliene. Pubblicato nel 1897, quello dell’arrivo di esseri extraterrestri con intenzioni ostili era un’idea nuova, mentre oggi è sfruttata fino all’inverosimile. Leggendo la data di pubblicazione vi verrà automatico pensare che non ci si possa aspettare nulla di simile a quello a cui siamo abituati oggi, alle spettacolari pellicole cinematografiche tutte sparatorie e combattimenti, così come accade anche nel film omonimo al romanzo in questione e che da questo non prende altro che le idee di base. Nulla di più corretto, ed è proprio questo il bello.

Assistere a un’invasione aliena ambientata in un passato abbastanza remoto è un qualcosa di affascinante da scoprire, ma la cosa che vi stupirà di più, è che il titolo di quest’opera è più che mai appropriato. Ebbene sì, perché tra le pagine di questo libro non vi è la guerra tra terrestri e marziani, ma tra la Terra e Marte in quanto mondi, in un certo senso. Molti di voi sapranno che da questo romanzo è stata tratta, nel 1938, una trasmissione radiofonica che ha mandato nel panico il popolo statunitense, convinto che le cronache narrate dalla voce radiofonica stessero realmente avendo luogo e che i marziani fossero realmente sbarcati sulla Terra. Ci furono disordini e panico, e questo non fa che confermare quello che questo libro ci vuole trasmettere: non siamo pronti.

Qui non parliamo di fantascienza spicciola, introducendo questo nuovo genere “alieno”, Wells trova un pretesto per lanciare una critica al genere umano, per riflettere sulla vita nel suo senso più ampio. I marziani che si fiondano sulla crosta terrestre a bordo di cilindri metallici sono molto più intelligenti, forti ed evoluti di noi, ma non è il tormento fisico che loro sono capaci di infliggere quello più intollerabile. Sì, loro ci sbatteranno in faccia la realtà, ed è questo che fa più male, ci diranno tacitamente che la Terra non è nostra. Appartenere alla razza dominante di un ecosistema non ci rende automaticamente suoi padroni, non ci conferisce alcun diritto o potere su di esso. Quando tutto si ribalta, ovvero quando un essere superiore all’uomo si presenta e reclama di per sé il diritto a prevalere, che cosa accade? La verità ci travolge devastante. L’uomo si interroga sul perché il marziano si faccia artefice di tanta crudeltà nei confronti dell’essere umano, ma non è chiaro? L’essere umano si fa forse scrupolo nel distruggere un formicaio o nell’uccidere un animale che considera inferiore per procurarsi del cibo? L’uomo giudica crudele se fatto nei suoi confronti quello che compie ogni giorno quasi senza pensare, come se il suo “essere superiore” gliene concedesse tacitamente il diritto.

In un finale geniale nella sua semplicità e logicità, “La guerra dei mondi” ci fa riflettere, e tanto. Di guerra vera è propria c’è ben poco, ma solo la lezione morale che quel pianeta di cui calchiamo il suolo ci vuole dare: essa è padrona di sé stessa, e sceglie autonomamente quale vita deve popolare la sua superficie. Inoltre, come dicevo prima, ci sbatte in faccia il fatto che di fronte a una simile realtà, per quanto impossibile, non saremmo pronti. Non perché mancano gli armamenti (quelli purtroppo abbondano), ma perché manca una giusta predisposizione mentale, e in tale situazione ci dibatteremmo come un branco di animali in preda al panico.

"Gli uomini, infinitamente soddisfatti di sé stessi, percorrevano il globo in lungo e in largo dietro alle loro piccole faccende, tranquilli nella loro sicurezza d’esser padroni della materia. Non è escluso che i microbi sotto il microscopio facciano lo stesso."

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