[Recensione] Tra le vite di Londra di Jennifer Worth


Buon pomeriggio cari Lettori! 
Ieri, approfittando della "Domenica al Museo",sono tornata a visitare la Reggia di Caserta, rimanendo bloccata per circa un'ora e mezza  sotto il sole cocente per colpa di un'assemblea sindacale indetta, guarda caso, la prima domenica del mese in cui l'entrata è gratuita.
Credo che cose del genere avvengano solo qui da noi, una vera vergogna e sicuramente non il modo migliore per incentivare il turismo.
Passiamo oltre e parliamo del secondo capitolo della Trilogia della levatrice...

Tra le vite di Londra narra altri episodi legati alla vita della giovane infermiera Jenny Lee durante gli anni in cui servì nelle Docklands di Londra.
In questo secondo capitolo della trilogia la narrazione è divisa in tre parti, ognuna di esse racconta un diverso episodio: nella prima parte viene narrata la piaga degli ospizi dei poveri, strutture che all'epoca si trovavano in tutta Londra e che servivano ad accogliere i poveri e anche i bambini che rimanevano orfani e di cui nessuno poteva prendersi cura. E' proprio la storia di due di questi bambini che rivive attraverso le parole di Jenny. Nel secondo racconto conosciamo più profondamente Sorella Monica Joan,un personaggio particolare e molto affascinante.
Nel terzo e ultimo racconto assistiamo alla nascita della commovente amicizia tra l'infermiera Jenny e Mr Collett,un vecchio soldato ormai rimasto completamente solo. Tre spaccati di vita che gettano luce sulla parte più oscura e difficile della vita nelle Docklands...

Dopo aver letto il primo volume della Trilogia della levatrice non vedevo l'ora di poter leggere altre avventure dell'infermiera Lee,delle sue colleghe e delle suore del convento Nonnatus.
Pur essendo un libro molto diverso da Chiamate la levatrice, devo dire che ho apprezzato allo stesso modo questo secondo capitolo della storia che si concentra su aspetti diversi della vita che si conduceva  nel quartiere di Poplar.
A differenza del primo libro in cui venivano narrate le esperienze dell'autrice come levatrice, stavolta ci si concentra sugli aspetti più tristi, più duri del mestiere dell'infermiera Lee. Mentre nel primo caso ci si concentrava sulla vita, sulle nascite, questa volta il focus è sull'estrema povertà e sulle sue inevitabili e terribili conseguenze.

Jennifer Worth ricorda la vita delle classi più disagiate della popolazione e in due dei suoi racconti si concentra proprio su di loro: orfani,vedove,barboni,anziani abbandonati a sè stessi. Su tutti loro l'ombra nera della povertà e quella ancor più orribile dell'ospizio per i poveri.
Chi non aveva mezzi per mantenersi,gli orfani e altri ancora venivano chiusi in queste strutture che avevano solo la parvenza di luoghi che dovevano servire di aiuto e di supporto a chi si trovava in estrema difficoltà. La realtà era ben diversa: gli ospizi erano luoghi temuti,dove le persone venivano spesso maltrattate, trascurate e tenute in condizioni terribili. Quello che doveva essere un aiuto alla popolazione per molti divenne un incubo dal quale fuggire.

Attraverso uno stile ricco di dettagli ma delicato ed estremamente scorrevole, l'autrice fornisce dettagli di prima mano sulla vita nei quartieri più difficili di Londra, ma sopratutto sulla figura delle levatrici, delle infermiere che fornirono un servizio preziosissimo alla popolazione, specialmente a coloro che facevano parte della classe dei meno fortunati.
I racconti sono tutti molto belli, dettagliati e commoventi. Non si può evitare di immedesimarsi e di vedere le cose come le vedeva all'epoca Jenny. Ho amato tutti i racconti, sopratutto quello dedicato a Sorella Monica Joan, uno dei personaggi più interessanti della storia.

Un resoconto dettagliato della vita di una donna che dedicò parte della sua vita a migliorare quella degli altri, un interessante spaccato storico che fa luce su vicende poco conosciute,un libro imperdibile! Buona lettura!

La salute è il più grande dei doni di Dio,anche se la diamo spesso per scontata. Eppure è appesa a un filo tanto sottile quanto la tela di un ragno che il più piccolo incidente può recidere, riducendo all'impotenza il più forte degli uomini...

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