[Recensione] Brooklyn di Colm Tóibín


Buon pomeriggio cari Lettori! Oggi parliamo di uno degli acquisti fatti al Salone del Libro di Torino...

Brooklyn è un romanzo che desidero leggere da mesi, avevo già deciso di prenderlo al Salone e l'ho letto durante il viaggio di ritorno a casa.
La protagonista della storia è Eilis Lacey, una giovane donna che vive a Enniscorthy, nel sud-est dell'Irlanda. Nel piccolo paese dove vive non ci sono possibilità nè prospettive per una ragazza come lei, così quando le viene offerta l'opportunità di partire per l'America con la certezza di avere un lavoro che l'aspetta, Eilis accetta. La vita a Brooklyn lontana dai luoghi che conosce e dalla sua famiglia si rivela molto complicata. Eilis deve lottare contro la nostalgia e la solitudine, contro l'istinto che la spinge a voler tornare a casa, contro l'amore che nasce inaspettato e la mette di fronte ad una difficile scelta.





Brooklyn è un romanzo che mi ha attirata sin dalla prima volta in cui ho letto la trama. La storia parla di partenze, di nuovi inizi, di nostalgia e di appartenenza. Eilis vive in un periodo in cui l'Irlanda offre poco ai giovani. La crisi la mette di fronte all'esigenza di dover partire se desidera costruirsi un futuro migliore. L'arrivo e la permanenza nella città di Brooklyn la portano a scontrarsi con la solitudine, con la lontananza dalla sua terra e con la terribile nostalgia di casa. L'incontro con Tony, un giovane italo-americano, la aiuterà ad adattarsi alla sua nuova vita e a darle la forza di vincere la nostalgia.

Da questo romanzo è nato un film per la regia di John Crowley, film che io ho già visto subito dopo la lettura del romanzo. La storia raccontata da Tóibín è una bella storia, pone al centro del romanzo questa giovane donna che si trova quasi costretta a lasciare tutto quello che conosce per emigrare in America alla ricerca di un lavoro. Per Eilis abituarsi a quel nuovo stile di vita non è semplice, la nostalgia è terribile e la solitudine le pesa addosso come un macigno. L'incontro con Tony, probabilmente il personaggio più positivo del romanzo, le permette di ampliare i suoi orizzonti e le fa capire che anche a Brooklyn può essere felice.

Lo stile dell'autore è molto semplice, scorrevole e quasi asciutto. La narrazione è scandita dai vari periodi della vita di Eilis sia in Irlanda che a Brooklyn. Sinceramente mi aspettavo qualcosa in più da questo romanzo, mi è piaciuto ma mi aspettavo che mi coinvolgesse ed emozionasse maggiormente. Invece l'autore si limita a narrarci questa storia in modo quasi asettico, la stessa protagonista non riesce ad arrivare completamente al cuore del lettore, risulta troppo fredda.

Mi sono piaciuti molto i temi trattati, l'emigrazione, l'abbandono di patria e famiglia, la nostalgia e la solitudine che si ritrova ad affrontare chi parte e si lascia tutto alle spalle. Credo però che per rendere questa storia davvero indimenticabile ci sarebbe voluta più empatia, più coinvolgimento emotivo, cose che invece a questo romanzo mancano.
La storia è interessante ed è molto bello il dilemma che si pone ad Eilis: tornare indietro facendosi allettare dalle sue radici che tornano a chiamarla, oppure restare a Brooklyn e continuare a vivere quella vita che si è costruita con tanta fatica?

Paradossalmente ho apprezzato di più il film tratto da questo romanzo, in quel caso la trasposizione ha saputo rendere giustizia alla storia senza snaturarla ma donandole quei sentimenti, quelle emozioni che durante la lettura mi sono mancate. Sicuramente una bella storia, a tratti poco approfondita, che ci racconta un fenomeno ancora attuale. Buona lettura!

"Finché un giorno spunterà il sole, forse non te ne accorgerai subito, la sua luce sarà tenue e ti sorprenderai a pensare a qualcosa o a qualcuno che non ha alcuna attinenza per il passato, qualcuno che appartiene solo a te, e capirai che la tua vita è li."

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