[Anteprime Neri Pozza] La notte dimenticata dagli angeli di Natsuo Kirino - Una dolce carezza di William Boyd - Belgravia di Julian Fellowes - Le cene inutili di Massimo Paperini - La colpa degli altri di Gila Lustiger

Pagine:448  Prezzo: € 18,00
Data di uscita: 23 Giugno 2016
Una giovane donna viene brutalmente violentata da tre uomini nel suo appartamento di Tokyo, sotto gli occhi del detective privato Murano Miro. Fortunatamente è solo una scena di Ultraviolence, un film hardcore di grande successo tra gli appassionati del genere. Miro sta fissando lo schermo seduta nell’ufficio di Watanabe Fusae, proprietaria di una piccola casa editrice di orientamento femminista e presidente di un’associazione in difesa delle donne. È lei ad averla contattata: Isshiki Rina, l’attrice protagonista del film, è scomparsa da alcuni giorni e Fusae teme per la sua vita. Bisogna trovarla al più presto. Comincia così un’indagine all’interno della zona d’ombra della capitale, nei videonoleggi specializzati in film hard e nei locali notturni di Kabukichō, il quartiere a luci rosse di Tokyo. Ad accompagnare Miro è Akihiko Tomobe, il suo nuovo vicino di casa, un simpatico quarantenne che gestisce un gay-bar nel frenetico quartiere di Shinjuku.  Le loro ricerche si rivelano subito fastidiose per gli uomini della Create Pictures, la casa di produzione di Ultraviolence: figure che si muovono abilmente tra il mondo della pornografia e quello della prostituzione, come il regista Yashiro Sen, uno dei personaggi più in vista e influenti nel mondo del porno, un tipo molto scaltro e intelligente che non esita di ricorrere ai mezzi più estremi pur di non vedere sollevato il velo sulle sue losche e illecite attività. L’indagine si fa a tal punto intricata che Miro dovrà rischiare la propria incolumità e scavare a fondo nel fosco passato di Rina per venirne a capo. Purtroppo il tempo stringe: un nuovo video in cui la giovane pare tentare il suicidio tagliandosi le vene ha già iniziato a circolare.
Natsuo Kirino è nata nel 1951 a Kanazawa, un’antica città del Giappone centrale. Nel 1993 si è aggiudicata il premio Edogawa Ranpo con il romanzo Pioggia sul viso (Neri Pozza, 2015). Con Le quattro casalinghe di Tokyo (Neri Pozza, 2003) ha raggiunto una notorietà internazionale e ha vinto il prestigioso premio dell’Associazione giapponese degli autori di romanzi polizieschi. La sua fama mondiale è in costante ascesa.


Pagine: 464  Prezzo: € 18,00
Data di uscita: 23 Giugno 2016
Amory Clay nasce il 7 marzo 1908 a Londra da Beverley e Wilfreda Clay. Nell’Inghilterra del tempo è usuale dare ai figli maschi nomi androgini, come appunto Beverley o Evelyn, Hilary, Vivian. Amory è un nome che appartiene alla medesima specie, solo che Amory Clay è una bambina, chiamata così, con disappunto della madre Wilfreda, da Beverley Clay, il padre, un eccentrico uomo di lettere, autore di racconti di argomento soprannaturale e romanziere fallito. Un uomo volubile ma brillante, prima che la Grande Guerra lo faccia uscire di senno.
Amory cresce, diligentemente intenta agli studi. È il sodalizio con un altro eccentrico di famiglia, lo zio Greville Reade-Hill, ex ricognitore nei Royal Flying Corps, diventato una leggenda per essere uscito indenne da ben quattro schianti aerei, a segnare il suo destino. Trasformatosi, dopo il quinto incidente aereo, in «fotografo del bel mondo», Greville le regala il giorno del suo settimo compleanno una Kodak Brownie No. 2. Catturare le immagini e immobilizzarle per l’eternità, grazie alle facoltà prodigiose della sua macchina fotografica, diviene da allora la passione di Amory. Una passione che la conduce, giovane donna, nella Berlino della fine degli anni Venti per restituire all’eternità dei suoi scatti la licenziosa atmosfera dei club popolati di lesbiche vestite da marinai e di pingui uomini brizzolati in compagnia di giovani marinaretti. Da quel momento in poi, la promettente fotografa si muta in una preziosa testimone per immagini delle svolte fondamentali del secolo. Diventa reporter di Global-Photo-Watch, la prestigiosa rivista americana diretta da Cleveland Finzi; è a Londra durante le manifestazioni delle camicie nere di Mosley; è nella Parigi del 1944, una città appena liberata dalle truppe naziste e, dunque, dall’atmosfera inebriante; in compagnia della Settima Armata americana dislocata sulla catena dei Vosgi, durante gli ultimi fuochi del conflitto mondiale; a Saigon alla fine degli anni Sessanta, tra reporter pazzoidi, eccentrici, amanti della guerra. Una vita avventurosa costellata di sogni, passioni e amori: da Cleve Finzi, l’editor dal corpo snello e muscoloso sotto abiti raffinati, a Jean-Baptiste Charbonneau, lo scrittore dall’aria scanzonata,  a Sholto Farr, il soldato dagli occhi celesti. Una vita in cui l’eternità dell’arte si scontrerà inevitabilmente con la caducità dell’esistenza.
William Boyd, nato ad Accra, in Ghana, il 7 marzo del 1952, vive oggi a Londra. È considerato uno dei grandi scrittori inglesi viventi. Il suo primo romanzo, A God Man in Africa (1981), vinse il Whitbread First Novel Award e il Somerset Maugham Award. Tra le sue opere si segnalano: An Ice-Cream War (finalista del Booker Prize 1982), Brazzaville Beach (James Tait Black Memorial Prize 1990), The Blue Afternoon (Sunday Express Book of the Year 1993, Los Angeles Times Book Prize 1996). Con Neri Pozza ha pubblicato Ogni cuore umano (2004), Inquietudine (2006), Le nuove confessioni (2007).



Pagine: 416 Prezzo: € 18,00
Data di uscita: 29 Giugno 2016
Nel giugno del 1815, Bruxelles appare en fête, con le affollate bancarelle nei mercati e le carrozze aperte pitturate a colori vivaci. Nessuno immagina che l’imperatore Napoleone sia in marcia, pronto ad accamparsi sul limitare della città da un momento all’altro. La diciottenne Sophia Trenchard, tipica bellezza inglese bionda dagli occhi azzurri, non ha alcun interesse per le questioni belliche; i suoi pensieri sono rivolti a Lord Edmund Bellasis, erede di una delle famiglie più importanti della Gran Bretagna, che le ha appena procurato gli inviti per il ballo della duchessa di Richmond. La guerra ha alterato gli schemi, permettendo di tralasciare le solite regole, e l’ambiziosa Sophia è intenzionata a non lasciarsi sfuggire questa occasione, insperata per una ragazza con i suoi natali. Suo padre, James Trenchard, è «il Mago», un abile commerciante che fornisce pane e birra ai soldati. Partito da una bancarella a Covent Garden, grazie a un vero talento per gli affari, ha compiuto una vertiginosa scalata sociale, spinto dall’insopprimibile desiderio di appartenere al bel mondo. Anne, la moglie di James, sembra essere l’unica della famiglia Trenchard ad aver conservato un po’ di buon senso e a ostacolare l’unione tra la figlia e Edmund Bellasis, anche se questo significa scontrarsi con il marito, che vede in questa relazione un mezzo per entrare a fare parte dell’alta società. Durante il ballo un aiutante di campo irrompe nella sala recando con sé una missiva che attira all’istante l’attenzione dei presenti. Le truppe francesi hanno oltrepassato il confine e gli ufficiali inglesi, le uniformi da gala ancora indosso, vengono richiamati ai propri reggimenti. Le sale piene di fiori, tanto profumate ed eleganti a inizio serata, diventano teatro di strazianti scene di commiato, com- preso quello tra Sophia e Lord Bellasis, ignari della piega che sta per prendere la loro vita. Venticinque anni dopo i Trenchard, tornati in Inghilterra, vivono a Belgravia, un quartiere di nuova costruzione edificato da James, che ha fatto fortuna nel campo dell’edilizia. Non lontano da loro sorge la dimora dei conti di Brockenhurst, i genitori di Edmund Bellasis. Le due famiglie appaiono tanto distanti per estrazione sociale quanto unite da un segreto diventato oggetto di un curioso interesse nei salotti londinesi, scatenando i pettegolezzi della servitù e mettendo in moto una catena di eventi non privi di colpi di scena e rivelazioni. Con uno stile impeccabile, tra personaggi irresistibili e descrizioni magistrali, Fellowes – già autore dell’acclamato Downton Abbey – ha scritto un romanzo che, con sagacia e ironia, affronta le tensioni tra le nuove famiglie benestanti e la vecchia aristocrazia nell’Inghilterra vittoriana.
Julian Fellowes è nato al Cairo nel 1949. Ha vinto l’Oscar per la sceneggiatura del film Gosford Park, per la regia di Robert Altman, e un Emmy Award per la sceneggiatura di Downton Abbey. È anche uno dei più famosi attori britannici, coprotagonista con Jeremy Irons ne Il danno; con Pierce Brosnan ne Il domani non muore mai e, con Anthony Hopkins, in Viaggio in Inghilterra. Il suo primo romanzo, Snob, ha ottenuto uno straordinario successo di pubblico e di critica. Attualmente  vive tra il Dorset e Londra, con la moglie Emma.

Pagine: 240 Prezzo: € 16,50
Data di uscita: 29 Giugno 2016
È il 2 luglio 1881 quando Guglielmo Testa viene alla luce nella sala piccola del ristorante della sua famiglia. Indaffarato a servire zuppa di anguille in vino rosso e tortine alla ricotta con scorza Majani, suo padre si concede solo un breve attimo per baciarlo e odorarlo come farebbe con una spezia, prima di tornare ai tavoli. Il bambino cresce tra richiami culinari e fragranze capaci di lasciarlo attonito e, ancora prima di camminare, mostra un precoce talento per la gastronomia, imparando a distinguere i diversi aromi che invadono la cucina. A quattro anni impasta la sua prima forma di pane, a nove prepara il primo vero piatto, cui si applica con premura perché, come gli viene insegnato, cucinare per qualcuno è come prendersi cura della sua felicità. Devono passare altri dieci anni prima che Guglielmo si imbatta nell’occasione della sua vita: dimostrare al mondo le proprie doti di cuoco con la creazione di una cena in onore del re Umberto I. Poco importa che la proposta venga da una maliziosa e matura signora di Fiesole, desiderosa di sposarlo per averlo nella sua trattoria. Le teglie sono ancora sul fuoco quando la notizia del regicidio si infila nelle cucine dell’albergo dove Guglielmo è alle prese con un piatto a base di fegato d’oca, anguille, cipolle, mele e zucchero caramellato. Con la strada verso il successo sbarrata all’improvviso dalla cattiva sorte, non gli resta che rispettare gli accordi presi e sposare la signora di Fiesole, per poi chiudersi in cucina a sfornare a ritmi forsennati strudel e babà, sfoglie e budini, e divorarli in preda alla disillusione. Fino al giorno in cui, dal Belgio, gli viene recapitata una lettera breve e concisa da parte di un collega, che lo invita a raggiungerlo a Liegi per realizzare un sogno comune: aprire un ristorante in cui potersi sbizzarrire portando in tavola piatti estrosi e originali. Inizia così il viaggio di Guglielmo Testa attraverso l’Europa e attraverso la Storia. Come unico bagaglio avrà con sé un prezioso dono di suo padre: un quaderno di pelle d’agnello pieno di ricette, in cui è racchiusa l’arte magica della cucina. Un’arte capace di preservarlo dalla tragedia della guerra e di renderlo, nello stesso tempo, oggetto delle attenzioni sgradite di chi, in un mondo che si avvia verso la rovina, si ostina a inseguire i piaceri della buona tavola.
Massimo Paperini è nato a Firenze nel 1959. Ha lavorato per Fininvest e Mediaset, come tecnico di regia televisiva. Le cene inutili è il suo primo romanzo.
Pagine: 480  Prezzo: € 18,00
Data di uscita: 29 Giugno 2016
Parigi, estate 2011. La notizia dell’arresto di Gilles Neuhart, un impiegato di banca apparentemente innocuo e mite, per un brutale omicidio commesso ventisette anni prima, colpisce immediatamente il giornalista Marc Rappaport. Il test del dna, all’epoca dei fatti inesistente, inchioderebbe il bancario come responsabile delle sevizie e dell’uccisione di Emilie Thévenin, una prostituta di non ancora diciannove anni. Sembrerebbe un clamoroso caso di vittoria in extremis della giustizia, ma Rappaport non è convinto. Troppi i misteri irrisolti. Qual è il movente? Perché l’incensurato Neuhart si sarebbe dovuto rendere colpevole di atrocità tali su una donna con la quale non aveva mai avuto alcun legame o rapporto? Perché nessuna delle prostitute che furono interrogate nel 1984 ha detto di avere mai visto la giovane «collega»? Che fine ha fatto il registro dei clienti di Emilie? Per Marc è l’occasione per fare luce su una vicenda che tutti, comprese le forze dell’ordine, vogliono lasciarsi alle spalle il più rapidamente possibile. L’indagine lo condurrà dai roventi e svuotati boulevard di Parigi alle anonime strade di Charfeuil, il paese d’origine di Emilie, attraversando le banlieue-prigioni della più recente immigrazione di religione islamica: una pista di violenze e sospetti che lo porterà a confrontarsi con i segreti della Nutricare, il colosso aziendale che da decenni dà lavoro a tutta l’area attorno a Charfeuil. Ispirandosi al caso della Rhône-Poulenc (azienda chimico-farmaceutica, un tempo molto attiva anche in Italia), uno dei più grossi scandali accaduti oltralpe tra gli anni Ottanta e Novanta, Gila Lustiger ritrae una Francia divisa tra nazionalizzazioni aziendali mal gestite, corruzione politica e incapacità di integrare gli immigrati delle periferie cittadine. E costruisce un thriller dalla trama avvolgente e tesa, che farà scoprire al lettore quali inquietanti fiori del male possono germogliare nella più rassicurante delle province.
Gila Lustiger è nata a Francoforte, nel 1963. Ha studiato letteratura tedesca e comparata a Gerusalemme. Dal 1987 vive e scrive a Parigi. Ha scritto diversi romanzi, tra cui So sind wir, finalista al prestigioso Deutscher Buchpreis del 2005.

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