[III° Tappa Blogtour] Il risveglio di Sunshine di Paige McKenzie


Buongiorno cari #FeniLettori e benvenuti alla III° Tappa del BLOGTOUR dedicato al libro che uscirà il 19 Ottobre, Il risveglio di Sunshine (il secondo della serie "The Haunting of Sunshine Girl", noi avevamo recensito il primo) scritto dalla Youtuber Paige McKenzie edito Giunti. Oggi presentiamo un piccolo estratto per voi...
Pagine: 320 Prezzo: 16,00€
Editore: Giunti
Uscita: 19 Ottobre 2016
Non è stato facile per Sunshine accettare la verità sulla propria natura: erede dell'antica stirpe dei Luiseach, che da secoli vivono tra gli umani e hanno la capacità di percepire gli spiriti e aiutarli nel momento di passaggio dal nostro mondo all'aldilà, Sunshine è sopraffatta dall'intensità con cui sente le loro voci, le loro emozioni. Ignorarli è impossibile: l'unica strada è seguire il suo mentore sovrannaturale, quel padre che tanti anni prima l'ha incomprensibilmente lasciata sola tra gli umani, piegarsi ai suoi insegnamenti nella speranza di imparare a controllare i propri poteri e di trovare risposta alle infinite domande che la assillano. Il percorso è durissimo e terrificante e quando Sunshine incontra sul proprio cammino un giovane Luiseach è costretta a rimettere in discussione i propri sentimenti per Nolan. Ma questa volta la posta in gioco è ancora più alta: non solo la propria famiglia, i propri affetti, ma l'esistenza dei Luiseach e della intera razza umana.
Paige McKenzie, giovanissima, ha già fatto parlare di sé la stampa internazionale, dal New York Times al Corriere della Sera e l’Espresso. Una presenza in quella casa, scritto a quattro mani con l’autrice Alyssa Sheinmel, è il primo romanzo di una trilogia che dona profondità al racconto che ha stregato così tanti seguaci. La realizzazione della versione cinematografica sarà affidata a Wes Craven, il regista che ha firmato film di culto come Nightmare e Scream.
La verità è che non sono le strade tortuose a farmi paura ma il fatto che il mio mentore/padre, che ora so chiamarsi Aidan, continua a mandarmi spiriti per ricordarmi che sta aspettando di parlarmi. Mi stringo le braccia al petto. «Un altro spirito?» mi chiede Nolan in un sussurro. Annuisco, incapace di parlare perché sto battendo i denti. Non lo vedo ancora ma so che è vicino. Per fortuna con Nolan accanto non ho troppo freddo, la sua presenza mi scalda un po’. Tiro comunque giù le maniche lunghissime del cardigan blu navy perché, a quanto pare, appena gli spiriti mi toccano la mia temperatura precipita e il cuore inizia a martellarmi nel petto. Il che è accaduto fin troppo spesso nelle ultime quarantott’ore, cioè da quando ho conosciuto Aidan. Be’, dire che l’ho conosciuto è eccessivo. Conoscersi implica darsi la mano, scambiare qualche battuta scherzosa, cose di questo tipo. «Non puoi evitarlo per sempre, Sunshine» osserva Nolan appoggiandosi all’auto vicino a me. Indossa una felpa con cappuccio di un colore grigio-bluastro, sciarpa, guanti e uno stupido berretto giallo brillante con un pompon rosso. Non mi sono ancora del tutto abituata a vederlo senza il giubbotto di pelle del nonno. Non so neanche se ne abbia un altro. La sera di Capodanno mi ha dato il suo adorato giubbotto, insistendo perché lo tenessi anche dopo il pandemonio che è successo. Adesso è appeso nel mio armadio e non si è ancora completamente asciugato. «Dovresti parlargli.» «Sarebbe molto più facile se avessi almeno una vaga idea di cosa dirgli.» Okay, forse non è del tutto vero. Ho un milione di cose da dirgli, be’, da chiedergli: perché mi hai abbandonato? Come hai potuto mettere in pericolo mia madre? Chi è la mia madre biologica? Dove sei stato in tutti questi anni? Perché ti sei fatto vivo solo ora? Cosa ti ha fatto credere che questo fosse il modo migliore per presentarti: Ciao, quando tua madre ha rischiato di morire, sono rimasto in disparte in silenzio per metterti alla prova mentre capivi di non essere la persona che credevi... Anzi, a voler essere precisi, di non essere affatto una persona. Però, appena è apparso sul vialetto di casa il giorno di Capodanno, mi si è inceppata la lingua. Quando mi ha dato la mano e ha pronunciato il suo nome spiegandomi chi fosse, il mio padre naturale − come se i suoi occhi da gatto di un verde lattiginoso, identici ai miei, non bastassero come presentazione –, ho faticato a controllare i muscoli per ricambiare la sua stretta. Ho aperto la bocca ma gli unici suoni che sono riuscita a emettere sono stati dei patetici mormorii, perchéhaifatto comehaipotuto quandosei, prima di decidere che fosse troppo. Ho scosso la testa e mi sono precipitata in casa lasciando Nolan solo con lui. Poteva anche essere il mio padre naturale, ma era anche l’uomo che aveva messo in pericolo la mia madre adottiva, la mia vera mamma, per mettere alla prova i miei neoacquisiti poteri soprannaturali. Pensavo che, quando l’avessi incontrato, gliene avrei dette quattro − per usare un’espressione della mamma − invece la mia mente è rimasta completamente, tristemente e scandalosamente paralizzata. «Mi ha detto che deve parlarti» ripete Nolan, forse per la ventesima volta. «Lo so» rispondo. «Ma non sono ancora pronta.» «Capisco» ribatte annuendo. «E comprendo le tue ragioni. Ma prima o poi dovrai farlo, quindi perché non ti togli il pensiero?»
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E con questo concludiamo, spero che la nostra tappa vi sia piaciuta! Alla prossima!

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