[IV° Tappa BlogTour] Consigli pratici per uccidere mia suocera di Giulio Perrone


Buon Pomeriggio cari #FeniLettori e benvenuti alla IV° tappa del BlogTour dedicato all'ultimo libro di Giulio Perrone edito Rizzoli. Oggi intervistiamo l'autore.
Leo era sposato con Marta - seducente, comprensiva, i piedi ben piantati per terra - e con lei aveva un sogno, aprire una libreria. Poi ha conosciuto Annalisa - tenerissima, vitale, lo sguardo sempre rivolto al futuro - e ha mandato all'aria il suo matrimonio, iniziando con lei una nuova vita che sembrava finalmente appagarlo. Ma mettere radici non è il suo forte, tantomeno fare scelte definitive e impegnarsi troppo a lungo in qualcosa. Lo sa chiaramente, eppure non riesce a essere diverso. Così ha sentito Marta al telefono, si sono rivisti, hanno fatto l'amore, e adesso Leo si ritrova nella paradossale situazione di avere come amante... la propria ex moglie. Dividersi tra due donne che ti vogliono per sé e che si odiano può essere eccitante, all'inizio, ma alla lunga diventa una discesa infernale tra bugie, scuse improbabili, sensi di colpa e la consapevolezza di stare rimandando, insieme alle decisioni importanti, anche la possibilità di realizzare i propri sogni. Per Leo è arrivato il momento di scegliere - già, ma quale delle due? - e di certo non lo aiuta avere come unici modelli un padre che ha il vizietto del gioco e racconta d'essere stato la controfigura di Dustin Hoffman nel Laureato, e un datore di lavoro che lo assilla per sapere in che modo eliminare propria suocera...

Giulio Perrone vive a Roma, dove nel 2005 ha fondato la casa editrice che porta il suo nome. Con Rizzoli ha pubblicato L’esatto contrario (2015).
Benvenuto Giulio sul nostro blog letterario “La Fenice Book” e grazie per aver accettato la nostra intervista. Ti va di prendere un caffè con noi e parlarci un po' di te?

È assolutamente un piacere. Grazie dell'invito.

Scrittore, ma prima di tutto editore della casa editrice romana che porta il tuo nome. Come intersechi le due attività?

Cercando di tenerle ben separate. Sono due rette parallele che non dovrebbero mai incrociarsi anche perché mi piace l'idea di vivere la scrittura come una vacanza dalla mia attività quotidiana con i libri, che adoro, ma è che pur sempre un lavoro. Si tratta poi di esperienze che attivano sensazioni ed emozioni profondamente diverse. Pubblicare un libro proprio significa esporsi personalmente ma anche affidarsi all'editore e alle sue cure così come in veste di editore sono io ad assumermi la responsabilità di proteggere e promuovere bene il libro e lo scrittore, provando a farlo arrivare a più lettori possibile. 

Questo è il tuo secondo romanzo per Rizzoli. Il primo, L'esatto contrario, rientrava in un genere ben diverso, quello del thriller. Come mai questo cambiamento? 

Penso che quando si scrive i generi debbano rappresentare uno strumento propedeutico alla storia che si vuole raccontare non una scelta a monte. Il primo romanzo per la trama che avevo in mente doveva necessariamente avere delle venature noir, questo invece affronta temi diversi che ben si accostavano ad una commedia. Quello che conta penso sia lo stile, la voce dello scrittore che non deve tradire sé stesso. 

Dove hai preso ispirazione per il romanzo?

Nella vita personale e nelle esperienze delle persone che mi circondano perché sentivo il bisogno di raccontare l'inquietudine dei quarantenni “uomini” e la loro frequente incapacità di assumersi la responsabilità di certe scelte. Un'incostanza dei propri desideri ispirata probabilmente dalla precarietà non solo economica e lavorativa, ma soprattutto emotiva a cui questi ultimi anni ci hanno abituato. Le donne hanno una solidità diversa in particolar modo sul piano sentimentale ed io ho provato a raccontare in modo autentico e senza peli sulla lingua il punto di vista maschile. 

 Hai un luogo preferito dedicato ai momenti di scrittura?

Solitamente scrivo d'estate perché è il periodo in cui si ferma del tutto il lavoro editoriale. Agosto è il mio mese anche se a un libro prima di scriverlo lo pensi per molti mesi, anche per un anno a volte, fino a vedere, a sentire i protagonisti, l'ambientazione e infine la storia. 

 Leo, il protagonista di Consigli pratici per uccidere mia suocera, quanto ti somiglia? 

In parte. Siamo coetanei e questo è un fatto, ma abbiamo percorsi di vita un po' diversi in alcuni passaggi e in alcune scelte. Io ho avuto due figli a trent'anni e lui ha una grande paura di essere padre per esempio. Poi naturalmente ci ho messo anche tanto di me e di una generazione che come dicevo ha subito forse uno dei momenti di cambiamento più complessi degli ultimi anni. Acquisire sicurezza, sentirla prima di tutto dentro di noi è uno degli obiettivi più difficili da raggiungere. Per fortuna lo salva, e questo è un altro tratto che abbiamo in comune, l'autoironia. 

 Hai un personaggio dei tuoi romanzi che prediligi? Se sì, perchè? 

In questo romanzo ho amato moltissimo il personaggio di Dustin, il padre del protagonista. È un personaggio bellissimo da raccontare e penso anche da leggere, forse molto meno da vivere se ce l'hai vicino ma per fortuna è al 90% un personaggio di fantasia. Mi piace molto far entrare nelle mie storie qualche figura che spariglia, così sui generis da sembrare surreale anche se poi scopri sempre che la realtà a volte ti propone degli esempi che sanno andare molto oltre quello che tu abbia potuto immaginare. 

Quali suggerimenti di scrittura daresti ad un aspirante scrittore?

Di leggere fino allo sfinimento. Un aspirante scrittore non può pensare di leggere meno di tre o quattro romanzi al mese. Leggere i contemporanei poi è essenziale tanto quanto conoscere i classici perché ti fa percepire in che direzione va la narrativa, ti permette un confronto con altri che affrontano oggi le tue stesse urgenze e il tuo stesso mondo. Altro punto essenziale è di considerare la pubblicazione non come il fine ultimo ma come un punto di passaggio, un tramite importante per arrivare ai lettori. Se diventa invece una ossessione può portare a delle derive pericolose. Quello che posso dire, anche e soprattutto da editore, è che se si ha talento, costanza e passione prima o poi qualcuno crederà in quello che scrivi. 

 Una frase del tuo ultimo libro...

“Credo fermamente che l'amore non sia fatto di grandi gesti ma di continuità. Non è la gara dei cento metri. È la maratona”.

 Vedremo presto un tuo nuovo romanzo in libreria?

Non saprei davvero. Posso dirti che ad Agosto sicuramente scriverò perché ho un libro in testa già da molto tempo e penso sia arrivato il momento di raccontare questa storia. Intanto però godiamoci questo che è appena uscito...

Grazie per essere stato con noi! Tante Fenici rinascenti per tutto!

Grazie della bella chiacchierata e “Tante Fenici rinascenti” a voi!
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Il calendario con il riepilogo delle varie Tappe qui.
E con questo concludiamo, spero che la nostra tappa vi sia piaciuta, continuate a seguire le altre tappe! Alla prossima!

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