Dar'ja Nikolaevna Saltykova, la Bathory russa

Dar'ja Nikolaevna Saltykova, conosciuta anche come l'Orchessa, era una proprietaria terriera russa, appartenente all'importante famiglia dei Saltykov di Mosca. Serial killer spietata, fu condannata a morte, ma la pena le venne poi commutata nel carcere a vita. In carcere, morì in circostanze misteriose.

Nata nel 1730, Dar'ja Nikolaevna era analfabeta. Nonostante ciò fu apprezzata, sin dalla giovane età, nei circoli aristocratici, dove conobbe e quindi sposò Gleb Alekseevich Saltykov, capitano delle guardie del reggimento di cavalleria. Dal matrimonio nacquero due figli maschi. Alla morte del marito, avvenuta quando aveva appena 26 anni, divenne una giovane e ricca vedova, erede di diverse proprietà e quindi di migliaia di servi. 
Fino ad allora la condotta della Saltykova era stata ineccepibile. Riuscì infatti a dare di sè, nonostante il carattere dai tratti evidentemente contraddittori, una immagine di donna pia e devota, impegnata nell'aiutare i bisognosi.

In realtà, per la ferocia e la brutalità che mostrò, viene considerata la Bathory russa. Sadica e sofisticata assassina, fu anche sospettata di cannibalismo.  
Qualche tempo dopo la morte del marito, incontrò Nikolay Tyutchev, di cui si innamorò. Quando poi scoprì che l'uomo intratteneva una seconda relazione con una donna più giovane, che aveva sposato in segreto, la sua furia cieca sfociò nel tentativo di uccidere entrambi gli amanti. I due riuscirono comunque a fuggire e a salvarsi, dopo vari tentativi di assassinio da parte della Saltykova. 
L'Orchessa rivelò pienamente il suo temperamento violento, cominciando a sfogare la sua rabbia sui servi. La maggior parte delle volte si trattava di giovani ragazze. E più erano giovani, più il suo odio cresceva. Si pensa possa aver ucciso dalle 38 alle 139 ragazze. Torturava fino alla morte bambine e giovani madri incinte, spezzava loro le ossa, strappava loro i capelli, le gettava fuori casa nude nel gelido inverno russo, versava loro acqua bollente e compiva altre torture atroci. La maggior parte delle sue vittime furono donne, uccise però anche tre mariti delle ragazze.
Nell'estate del 1762, due contadini, Savely e Ermolay, entrambi avevano perso le mogli, uccise dalla Saltykova, scrissero all'imperatrice Caterina II nella speranza che prendesse provvedimenti contro di lei. Prima di loro già altri avevano tentato di denunciare gli assassinii perpetrati dalla donna, scelsero quindi una modalità contorta. E, non si sa come e in che modo, riuscirono a consegnare la denuncia che finì all'attenzione dell'imperatrice.

Quest'ultima, sulle prime fu restia a indagare su una donna di nobili origini, ma poi ordinò che si facesse luce sulle possibili torture e omicidi avvenuti, emanando un fermo contro l'Orchessa. Le indagini, ampie e particolareggiate, rivelarono negli anni, non solo i vari abomini da lei commessi, ma anche la rete di corruzione e lussuria che aveva portato a un insabbiamento delle denunce. Alla fine la Saltykova venne accusata ufficialmente dell'omicidio di 38 ragazze e sospettata di 139 morti, tra cui due bambine di 10 e 12 anni.

Nell'ottobre del 1768, poichè la pena di morte in Russia era stata abolita nel 1754, venne condannata all'ergastolo. Prima di essere trasferita a vita nel seminterrato di un convento però, fu esposta al pubblico in mezzo alla Piazza Rossa di fronte alla folla con al collo un cartello con la scritta: "carnefice e assassina". Ogni anno si ripetè questa sorta di rituale al quale l'imperatrice Caterina faceva presenziare la popolazione. Per coloro che si erano macchiati di corruzione, nascondendo le nefandezze dell'Orchessa, fu prevista fustigazione pubblica e carcere. Dar'ja morì all'età di 71 anni, non pentendosi mai delle sue azioni. 

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