[Recensione] Crying in H Mart di Michelle Zauner

Mi sono imbattuta in questo memoir mentre ero alla ricerca di libri e autori sudcoreani da leggere. Michelle Zauner è coreana a metà, è nata a Seoul da madre coreana e padre americano, ma piccolissima è tornata in America dove ha vissuto ed è cresciuta. Ogni estate tornava però insieme alla madre a Seoul a trovare la nonna e le zie, dove pian piano riscopriva quella parte di sè che era e sarebbe sempre rimasta il lascito di sua madre. A 25 anni Michelle si trova a fare i conti con la malattia della madre, un cancro aggressivo che non le lascia scampo.

Ed è qui che inizia il viaggio di Michelle, un viaggio che la porta a rivalutare la parte di sè che ha sempre voluto cancellare, la parte coreana. La porta ad approfondire le sue radici, a ricordare odori e sapori, ricette e tradizioni che la madre ha sempre tenuto vive e che adesso appartengono solo a lei.

Morte, lutto, memoria, identità e il difficile rapporto madre figlia sono i temi centrali attorno ai quali ruota tutto il racconto. A fare da fil rouge il cibo, coreano ovviamente, che esplode in queste pagine tra un ricordo di un'estate a Seoul e il tormentato rapporto tra Michelle e sua madre. Bellissimo questo passaggio che credo racchiuda molto bene il tema centrale:

"Sbalzate come eravamo ai lati opposti di una linea di frattura - generazionale, culturale, linguistica - vagavamo sperdute senza un punto di riferimento, ognuna indecifrabile alle aspettative dell'altra, finchè negli ultimi anni avevamo iniziato a scoprire il mistero, a scavare nello spazio psichico per fare posto all'altra, ad apprezzare le differenze tra di noi e soffermarci sulle somiglianze riflesse. Poi, quelli che erano stati gli anni più fruttuosi della comprensione erano stati violentemente interrotti, ed ero rimasta da sola a decifrare i segreti dell'eredità senza averne la chiave."

Molto intenso, estremamente forte, non è un libro facile da leggere, non potrebbe esserlo perchè la morte e la malattia sono onnipresenti in queste pagine. É un memoir molto onesto, a volte fin troppo, l'autrice non ci risparmia nulla, si svela pagina dopo pagina e nello svelarsi ci consegna un messaggio bellissimo. Mi ha lasciato il cuore pesante e un groppo alla gola che torna ogni volta che penso al racconto di Michelle e alla sua Omma.

Delicato e struggente, questo memoir esprime perfettamente sentimenti comuni a chiunque abbia dovuto affrontare lutto e malattia. Ma, insieme a tutti quei sentimenti negativi, a quel carico di emozioni che sembra lacerarti l'anima, arriva anche la speranza trasmessa dalle parole dell'Omma di Michelle che le dice 괜찮아, 괜찮아, va tutto bene. Conforta Michelle, o almeno tenta, e di riflesso conforta anche noi che leggiamo.

Ciò che rimaneva erano documenti e i miei ricordi, e adesso toccava a me trovare un senso a me stessa, aiutata dalle tracce che lei si era lasciata dietro.


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