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[Recensione] The Passenger - Corea del Sud

Torna The Passenger con il primo numero dell'anno e questa volta, per mia immensa gioia, viaggiamo in Corea del Sud. Il numero di questo mese è dedicato proprio al "paese del calmo mattino", che ormai di calmo ha davvero poco. La Corea del Sud fino a una settantina di anni fa era uno dei paesi più poveri al mondo, ad oggi è uno dei giganti dell'economia mondiale, in costante crescita ed espansione, sulla scia della Hallyu, l'onda coreana che da qualche anno ha travolto un po' tutto il mondo.

Il K-pop, i K-drama, la skincare coreana, la cucina coreana sono ormai apprezzatissime in tutto il mondo e hanno contribuito all'espansione dell'economia coreana. Dobbiamo essere onesti, fino a qualche anno fa quando si parlava di Oriente la prima cosa che ci saltava in mente era il Giappone, al massimo la Cina, oggi invece la Corea del Sud, e in particolare Seoul, sta cavalcando un'onda di popolarità che l'ha resa negli ultimi due anni una delle mete più gettonate dai turisti di mezzo mondo.

Ma torniamo a The Passenger che ci propone come sempre una visione diversa di questo paese e si concentra sugli aspetti meno conosciuti. In una serie di articoli che si concentrano in particolare su politica, storia e antropologia, restituisce un ritratto di un paese ancora in fase di cambiamento, in cui passato e presente convivono e lo fanno sia letteralmente, per esempio a Seoul dove nel Bukchon Hanok, il villaggio tradizionale coreano, si può ammirare a distanza la modernissima Seoul Tower. Ma è sopratutto una convivenza tra le vecchie e le nuove generazioni quella che oggi determina una spaccatura nel paese, destinato ancora una volta ad evolversi e a mutare.

Partendo da un articolo in cui si analizza il problema del crollo del tasso di fertilitĆ  nel paese, in cui si parla in particolare di donne e femminismo, arrivando all'analisi della situazione politica attuale e ai rapporti con il vicino del Nord, fratello ma nemico. Altri articoli sono dedicati ai chaebol, alla chirurgia plastica e agli assurdi standard di bellezza coreani, o ancora agli antichi riti che ancora tengono piede ovunque. Non poteva mancare un articolo dedicato al K-pop, che ho personalmente amato perchĆØ rende perfettamente giustizia sia al genere in sĆØ che a chi lo ama, e un bellissimo racconto di Shin Kyung-sook, una delle più talentuose scrittrici sudcoreane, che ci racconta della fuga dalle campagne verso la cittĆ . 

Insomma, in questo numero c'è davvero tantissimo da leggere e da scoprire. Sapete che io amo profondamente la cultura sudcoreana, sto studiando la lingua e spero entro quest'anno di fare il mio viaggio in Corea per vederla finalmente con i miei occhi. Ho apprezzato moltissimo questo volume perchè The Passenger va sempre a parlare sia delle cose positive che di quelle negative. E la Corea è ben lontana da essere un paese perfetto, esattamente come tutti gli altri. Eppure sono proprio le sue contraddizioni, unite alla forza e al coraggio del popolo coreano che dopo anni di occupazione e sfruttamento hanno lavorato sodo per arrivare dove sono adesso, e ancora si impegnano per cambiare e migliorare, ad affascinarmi immensamente e mi spingono a volerne sapere di più.

Finora questo numero ĆØ decisamente il mio preferito tra quelli pubblicati, la bellezza del volume, le meravigliose fotografie che lo arricchiscono, lo rendono un'aggiunta indispensabile alla vostra libreria, in particolare se amate l'Oriente o come me sognate Seoul. La Corea del Sud non ĆØ solo skincare, K-Pop, drama, kimchi e ė–”ė³¶ģ“ (tteokbokki). Ɖ molto di più e il viaggio intrapreso con The Passenger ce la restituisce esattamente cosƬ, in bilico tra vecchio e nuovo, proiettata verso il futuro ma ancora fortemente ancorata al passato.

“Like expecting a rose to bloom in a trash can.
Come aspettarsi che una rosa sbocciasse in un bidone della spazzatura.
L'onda coreana ĆØ quella rosa che i coreani hanno coltivato nel bidone della spazzatura.”