[Intervista #7] Coffee Time with Marco Siena

Buona Giornata dal vostro Blog Letteratrio preferito. Prima dell'estrazione non poteva non mancare la nostra intervista a Massimo Cortese. ...è nato il 30 maggio 1961 ad Ancona, dove vive e lavora come funzionario di un ente locale. Laureato in Giurisprudenza, sposato con Daniela, ha una figlia di undici anni, alla quale ha dedicato il suo primo libro Candidato al Consiglio d’Istituto.


Iniziamo con una domanda, diciamo così, cattiva. Alla base della triplice pubblicazione c'è, com'è giusto che sia, la voglia di raccontare unita a quella di farsi ascoltare e aprirsi al confronto. Chi pubblica vuole in primis farsi leggere, per 'vedere l'effetto che fa!' ...Allora, ci dica tre motivi per cui la 'Trilogia della speranza' va assolutamente letta.

Innanzitutto, la Trilogia della Speranza va letta in quanto è una testimonianza del nostro tempo, come risulta dalle vicende raccontate dai libri. “Candidato al Consiglio d’Istituto” è uno scritto in presa diretta sull’educazione, “Non dobbiamo perderci d’animo” è una raccolta di racconti scritta in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, mentre “Un’opera dalle molte pretese” è un romanzo su alcuni aspetti della società italiana di oggi. In secondo luogo, la Trilogia va letta in quanto fa riflettere: il lettore, sentendosi coinvolto, si forma anche lui una personale opinione critica. In terzo luogo, la Trilogia della Speranza va letta in quanto in essa è presente l’elemento della Memoria del proprio Passato, essenziale per una Comunità: non a caso il genere letterario del progetto è quello della Narrativa d’impegno sociale. ‘E’ indispensabile conoscere la propria storia, e la presente considerazione è valida per tutti, a cominciare dalle giovani generazioni.

In Candidato al Consiglio d'Istituto viene fuori la presenza, nel mondo adulto, di una spinta competitiva a dir poco paradossale. Fino a che punto la smania di potere è una mancanza di educazione? 

La grottesca vicenda raccontata in “Candidato al Consiglio d’Istituto” riproduce, in chiave locale, una lotta politica senza quartiere che ricorda l’Italia di don Camillo e di Peppone, e forse per questa ragione piace. Ma oggi quell’Italia solidale, dove la gente si aiutava, anche se viveva in condizioni difficili, non esiste più, ed ai valori di un tempo si sono sostituiti alcuni disvalori, come la smania di potere. Questa è sempre diseducativa, perché crea le basi per la sfiducia del cittadino nelle Istituzioni, a cominciare dalle piccole cose, come è la banale vicenda raccontata nel libro.

Educazione, bullismo, giustizia. Tre temi 'dolorosi' per la nostra società. Crede davvero che Non dobbiamo perderci d'animo'?
Certamente, bisogna sempre conservare la speranza. La mancanza di educazione produce l’arroganza, la maleducazione ed il mancato rispetto per il prossimo, e l’affermarsi del bullismo è uno dei tratti caratteristici di questa crisi di valori. Il perpetuarsi del bullismo, a sua volta, è un tassello dell’ingiustizia.
La trilogia si conclude con Un'opera dalle molte pretese. Quali sono, oltre alla voglia di farsi ascoltare e mettersi in discussione, le 'vere' pretese di queste tre pubblicazioni?
Prima di tutto, non dobbiamo lasciare nulla d’intentato di fronte alle ingiustizie, ma è necessario reagire, nella speranza di poter contribuire a favorire il recupero di valori,  prevalentemente educativi, indispensabili per il nostro benessere. Bisogna recuperare un dialogo tra i cittadini ed i politici, gli intellettuali, il mondo della comunicazione, insomma con tutta la classe dirigente, perchè siamo “tutti nella stessa barca”: si tratta di molte pretese, ma non dobbiamo disperare o perderci d’animo.
Un aggettivo con cui vorrebbe che i lettori definissero questi tre racconti di vita.
Grottesco.
Dove le piace scrivere di solito, c’è un posto particolare?
Nel mio studio, dove scrivo al computer, ma il momento più importante è quello in cui penso a quello che scriverò, che avviene nei posti più disparati: mentre mi faccio la barba, in attesa di prendere l’autobus, e via dicendo.
 Da cosa ha tratto ispirazione per il libro ?
Dalla mia vita e da quella delle persone che osservo.
Sono i suoi primi libri? Come sono nati e quanto tempo ci ha messo?
Sì, sono i miei primi libri, anche se ho scritto molti racconti, alcuni dei quali sono stati pubblicati in varie Antologie. Un racconto al quale sono molto legato si intitola “Le ragazze dei Blog Letterari”, ed è stato pubblicato nell’antologia “L’amore delle donne”.
Grazie d’essere stato con noi, è stato davvero gentile e disponibile. Le auguriamo un "forte" successo e un grande in BOCCA AL LUPO per l'uscita del suo prossimo libro.

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