[Anteprime Fazi Editore] Gli anni della leggerezza - Come salvare il capitalismo - Nonostante tutto - Terra di spezie

Pagine: 450 Prezzo: € 17,50
Uscita: Settembre
Dopo la fortunata pubblicazione de Il lungo sguardo, proseguiamo con l’opera di Elizabeth Jane Howard proponendo il maggior successo dell’autrice: Gli anni della leggerezza,primo dei cinque volumi che raccontano le vicende della famiglia Cazalet.

È l’estate del 1937 e la famiglia Cazalet si appresta a riunirsi nella dimora di campagna per trascorrervi le vacanze. È un mondo dalle atmosfere d’altri tempi, quello dei Cazalet, dove tutto avviene secondo rituali precisi e codici che il tempo ha reso immutabili, dove i domestici servono il tè a letto al mattino, e a cena si va in abito da sera. Ma sotto la rigida morale vittoriana, incarnata appieno dai due capostipiti affettuosamente soprannominati il Generale e la Duchessa, si avverte che qualcosa sta cominciando a cambiare. Ed ecco svelata, come attraverso un microscopio, la verità sulle dinamiche di coppia fra i figli e le relative consorti. L’affascinante Edward si concede svariate amanti mentre la moglie Villy si lacera nel sospetto e nella noia; Hugh, che porta ancora i segni della grande guerra, forma con la moglie Sybil una coppia perfetta, salvo il fatto che non abbiano idea l’uno dei desideri dell’altra; Rupert, pittore mancato e vedovo, si è risposato con Zoë, un’attrice bellissima e frivola che fatica a calarsi nei panni della madre di famiglia; infine Rachel, devota alla cura dei genitori, che non si è mai sposata per un motivo ben preciso. E poi ci sono i nipoti, descritti mirabilmente nei loro giochi, nelle loro gelosie e nei loro sogni, in modo sottile e mai condiscendente, dalle ingenuità infantili alle inquietudini adolescenziali. Ma c’è anche il mondo fuori, e la vita domestica dei Cazalet s’intreccia inevitabilmente con la vita di un paese sull’orlo di una crisi epocale. Mentre le vicissitudini private dei personaggi vengono messe a nudo e vicende grandi e piccole intervengono a ingarbugliare le loro esistenze, si comincia a mormorare di una minaccia che viene dal continente, e che assume sempre più spessore nelle consapevolezze dei protagonisti,fino a diventare tangibile: la seconda guerra mondiale è alle porte.
Elizabeth Jane Howard (1923-2014). Londinese, figlia di un ricco mercante di legname e di una ballerina del balletto russo. Autrice di quindici romanzi, Jane Howard ebbe fortuna soprattutto con la saga familiare sui Cazalet. Nel 2014 Fazi Editore ha pubblicato con successo Il lungo sguardo.
Pagine: 350 Prezzo: € 23,50
Uscita: Settembre 2015
Dall’autore di Aftershock e Supercapitalismo, una lucida analisi su come il sistema economico che ha aiutato l’America a diventare così potente stia ora fallendo, e cosa bisogna fare per porvi rimedio.

Probabilmente nessuno conosce bene come Reich gli intrecci tra politica ed economia. Adesso rivela come potere ed influenza politica abbiano creato una nuova oligarchia americana, una classe media sempre più piccola, e la più grande disparità di reddito e ricchezza degli ultimi otto anni. L’autore espone con chiarezza e semplicità come la nostra venerazione del “libero mercato” sia un problema profondo e più che mai attuale, visti anche i recenti fatti che stanno sconvolgendo l’Europa, e di come abbia camuffato il potere degli interessi capitalistici per manipolare il mercato a loro beneficio.  Il saggio mette al centro del dibattito il tema della crescente disuguaglianza dei redditi che sta indebolendo la società americana. Le divisioni non sono ormai più solo razziali. Il tema del reddito e dell’istruzione non è più solo un problema dei neri e degli ispanici, ma riguarda anche i ragazzi bianchi figli di una “middle class” che ormai non c’è più. Reich illustra le falsità sostenute dalla corruzione della nostra democrazia, da parte di gigantesche corporazioni e da Wall Street: che tutti i lavoratori vengono remunerati per ci  che “valgono”, che un salario minimo più alto equivale a meno posti di lavoro, che le corporazioni devono fare gli interessi degli azionisti prima che dei dipendenti. L’autore ci mostra come le scelte che ci si pongono davanti non dipendono dalla forma del governo, ma dagli interessi che muovono il governo: non dobbiamo scegliere tra un mercato libero ed un “grande” governo, ma tra un mercato organizzato per distribuire equamente il benessere e un mercato che consegna la maggior parte della ricchezza ai pochi in cima.  Sempre pragmatico, sempre ottimista, Reich intravede la speranza per invertire la nostra discesa verso l’ineguaglianza tramite il sostegno e l’aiuto del potere di tutti. Passionale ma pratico, ampio ma perfettamente argomentato, Come salvare il capitalismo è un atto di accusa rivelatoria del nostro status quo economico e un potente richiamo per tutti all’azione civica.   
Robert B. Reich Segretario del Lavoro durante la presidenza di Bill Clinton, è uno dei più autorevoli economisti contemporanei. Collabora con il «New York Times», il «Washington Post», il «Wall Street Journal» e il «New Yorker». Fazi Editore ha già pubblicato L’infelicità del successo (2002, ed. tasc. 2004), Perché i liberali vinceranno ancora (2004), Supercapitalismo (2008) e Aftershock (2011).
Pagine: 220 Prezzo: € 16,50
Uscita: Settembre 2015
Un potente romanzo d’esordio che ha già ricevuto il plauso di Raffaele La Capria e Aldo Busi. 

Dodici personaggi per dodici storie, una più appassionante dell’altra, una più cruda dell’altra: così l’autrice sceglie di aprire questo suo potente romanzo d’esordio, un libro che, con una felicità espressiva degna di nota, descrive vite apparentemente slegate ma in realtà vicine. Così, come in un girotondo, Susy («intrepida ragazza di una certa età») è la moglie di Carlo (un playboy disarmato), che è padre di Leonardo (un uomo che sembra triste, e infatti lo è), che è in cura da Paola (un’abile psicologa, purtroppo innamorata), madre di Camilla (la ragazzina alla quale non manca niente) e di Gianmaria (la promessa del calcio) nonché moglie di Edoardo (un ingegnere che funziona), che, a sua volta, ha un’amante, Rebecca (la donna sola), ex fidanzata di Andrea (un uomo pentito) ora convivente con Irina (una gran bella ragazza) ex entraineuse amica di Peppe (un uomo ricco che suda tanto), sposato da anni con Gloria (la brava moglie)… Attraverso le vicende dei protagonisti, presentati come in un girotondo, in cui il ritratto di ciascuno è come completato e a volte persino ribaltato da quello successivo, emerge una visione amara dell’esistenza fatta di incomunicabilità e solitudine anche se a venir fuori, alla fine, è l’idea che “nonostante tutto” ci possa essere speranza, affetto e addirittura amore. Il finale tragico avvicinerà i personaggi di questo romanzo bruciante in cui una scrittura forte, e anche molto femminile, finirà per capovolgere lo stile secco, freddo e volutamente asettico dei racconti iniziali, proprio a dimostrazione che, non appena si liberano le emozioni, la visione delle cose, a volte, pu  cambiare completamente.
Francesca Vignali Albergotti nata a Verona, ha vissuto a Bologna e negli Stati Uniti prima di trasferirsi ad Arezzo, dove vive in una grande casa albergo risalente al 1100, dopo aver sposato un uomo che è anche un marchese. Amante della musica, legge molto e dorme poco, cucina e scrive ossessivamente.
Pagine: 330 Prezzo: € 17,50
Uscita: Settembre 2015
Un grande capolavoro del Novecento. Un libro sulla capacità di amare. Uno straordinario romanzo di formazione che è stato paragonato a Ritratto dell’artista da giovane di James Joyce. 

Con Terra di spezie seguiamo l’ingresso di una bambina, Anna Murphy, nel convento della Sainte Famille, diretto con sicura autorità e distacco dalla Reverenda madre, Marie-Hélène, un tempo giovane ragazza di nome Helen Archer, cresciuta teneramente da un padre vedovo. Su questo sfondo conventuale, fitto di relazioni fra suore e allieve, assistiamo allo sviluppo silenzioso di due destini, entrambi segnati dal lutto, quello della Reverenda madre affondato in un passato traumatico e l’altro, quello della bambina, tagliato nel presente della morte di Charles, giovane fratello che le insegnava il senso del vivere.
 
Kate O’Brien (1897-1974) Nacque a Limerick, in Irlanda. Ancora bambina, perse la madre e fu educata in convento. Completò gli studi all’University College di Dublino. Ne seguì una carriera fortunata di giornalista, e nel giro di pochi anni riscosse un indubbio successo anche come scrittrice e drammaturga. Donna dalla mentalità estremamente aperta e di notevole rigore, le sue opere presentano sottili e persuasivi ritratti femminili di personaggi alla ricerca dell’affermazione della propria intelligenza e sensibilità. Alcuni suoi romanzi subirono addirittura la censura irlandese a causa della loro presunta “immoralità”, dettata, sia per Mary Lavelle (Fazi Editore, 1999) che per Terra di spezie, dalla presenza di elementi saffici che rispecchiano la scelta di vita dell’autrice. Da Mary Lavelle è stato tratto il film Talk of Angels, diretto da Nick Hamm, con Franco Nero, Vincent Perez e Polly Walker.

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