I miei giorni nel Caucaso di Banine

Buona giornata cari Lettori! Oggi parliamo di un bellissimo racconto biografico ripubblicato da Neri Pozza che ringrazio per il gentile omaggio. 

I miei giorni nel Caucaso è un racconto in bilico tra la biografia e il memoir. Banine, vero nome Umm-El-Banine Assadoulaeff, è una scrittrice francese di origini azere. Nata e cresciuta a Baku, in Azerbaigian, Banine passò buona parte della sua infanzia e della sua adolescenza in quel posto fino al 1923, quando si trasferì in Francia dove poi visse il resto dei suoi anni. Questo libro è il resoconto della sua vita in Azerbaigian, una vita scandita da numerosi eventi storici di una certa importanza, come la Rivoluzione d'Ottobre, la dittatura armena, l'arrivo e il dominio dei russi.

Dal 1905, anno della sua nascita, fino al 1923, anno della sua definitiva partenza, Banine vive con la sua grande, strampalata e rumorosa famiglia. La sua è una delle famiglie più ricche dell'Azerbaigian, il capostipite della casata trovò il petrolio nel suo giardino e da allora le ricchezze della famiglia non  hanno fatto che aumentare a dismisura rendendoli, come lei stessa ammette, scandalosamente ricchi.

L'eredità sarà sempre il fulcro di ogni discussione avuta in famiglia, di ogni litigio, di ogni più piccola scaramuccia tra parenti. Perchè la famiglia di Banine, oltre ad essere scandalosamente ricca, ha anche un'altra caratteristica: ama i litigi. Tutti, dalla scorbutica nonna fino allo strambo zio, hanno un temperamento violento che li rende particolarmente propensi al litigio. Banine cresce in quest'orda confusionaria, circondata da parenti che non fanno altro che decidere di lei e della sua vita.

Nonostante questo ha un'infanzia felice, fatta di giochi, scherzi, vacanze nell'amata casa di campagna e tante altre attività che rievoca con gioia in questo memoir. La rivoluzione cambia tutto, ma non scalfisce l'irruenza della famiglia che resta sempre la stessa, arrabbiata, violenta, litigiosa. In questo memoir Banine racconta la sua infanzia, la sua adolescenza, la sua vita passata in Azerbaigian fino a quando partì per la Francia dove poi costruì il futuro che davvero desiderava.

Un po' biografia e un po' memoir, questo racconto è caratterizzato da una vena umoristica e ironica molto presente. Il libro è divertente, molto ironico, ricco di particolari e dettagli sulla vita in Azerbaigian nei primi del 900 e scandito dalle vicende di una numerosa e stramba famiglia di ricchi che non sanno far altro che litigare continuamente e urlarsi contro.

Banine racconta ogni cosa con estrema onestà e candore, permettendoci di capire appieno quella che deve essere stata la sua vita, sia prima che dopo la Rivoluzione di Ottobre. E' un libro che parla di una società, di luoghi, tradizioni e personaggi che nella maggior parte dei casi non esistono più. Si sente un velo di nostalgia per quella vita, ma Banine afferma anche di aver sempre desiderato fuggire e dice di sentirsi ormai più francese che azera.

Inutile dirvi che mi è piaciuto moltissimo, l'ho trovato interessante e molto divertente, mi sono fatta grasse risate leggendo della famiglia di Banine. Inoltre si parla di eventi storici reali e di come questi abbiano influito su una famiglia come quella dell'autrice. Interessante anche il modo in cui si approccia al tema pregiudizio, alla diversità. Insieme a questi, quello della famiglia resta il tema fulcro del racconto. I rapporti interpersonali e le relazioni familiari vengono esplorate con particolare attenzione ma sempre con un certo brio. Vi assicuro che macinerete le pagine di questo libro catturati dalla storia e completamente persi in un mondo che non esiste più ma che continua ad affascinare. Buona lettura!

"Il mio passato mi appare come una vita anteriore. Non ho vissuto «sotto vasti portici», ma in luoghi che oggi mi appaiono irreali, come un sogno nato da chissà quale fiaba. 



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