Il mio cuore è più stanco della mia voce di Oriana Fallaci

Buona giornata cari Lettori! E' da un po' che non leggevo un libro di Oriana Fallaci. Se bazzicate il blog da un po', probabilmente sarete a conoscenza della mia passione per Oriana che è una delle mie scrittrici preferite. Visto che mi rimangono ormai davvero pochissimi suoi libri da leggere, li sto praticamente centellinando. 

Il mio cuore è più stanco della mia voce è un saggio che raccoglie sei diverse conferenze tenute da Oriana Fallaci nel corso di alcuni anni, precisamente tra il 1976 e il 1983. Si tratta spesso di conferenze tenute presso università americane, eventi e presentazioni dei suoi stessi romanzi. Il saggio è stato pubblicato postumo e il suo scopo è principalmente quello di permetterci di comprendere un p' meglio il pensiero di Oriana relativo ad alcuni dei temi che le erano più cari.

Nelle conferenze infatti parlò principalmente di giornalismo, di cosa significhi essere un giornalista, di quali erano le responsabilità che lei stessa in quanto giornalista sentiva. A questo riguardo mi è piaciuto particolarmente questo intervento che racchiude perfettamente quello che è stato il modus operandi di Oriana nel corso della sua carriera:

"Un buon giornalista non dovrebbe mai essere una persona accomodante. Ancora meno, una persona innocua. Se tutto fila liscio per lui o per lei, significa che compiace il potere. Il nostro compito non è compiacere il potere. Il nostro compito è informare e risvegliare la consapevolezza politica delle persone. Quella consapevolezza che il potere ha sempre cercato di mettere a dormire."

Ma nel saggio si parla anche di politica, di libertà, di responsabilità. Ancora largo spazio viene dato a Un uomo, forse il suo romanzo più famoso, e all'uomo che lo ha ispirato, Alekos Panagulis. Alekos era il grande amore di Oriana, un uomo pieno di uomini, così Oriana lo definiva. Leggendo questi interventi, nonostante in alcuni di essi si trovino diverse ripetizioni, mi sembrava quasi di essere lì, seduta tra il pubblico ad ascoltare Oriana. 

Chi ha letto almeno qualcosa della Fallaci probabilmente conosce bene il suo stile, il suo modo di rivolgersi al lettore. Lo stile della Fallaci, la sua forza e la sua onestà nel raccontare sono probabilmente la cosa che per prima mi ha attratto. Questo breve saggio non fa differenza, Oriana è lì a parlarci con lo stesso tono ironico, spesso arrabbiato, ma sempre lucido e onesto che la contraddistingue.

I temi trattati nelle conferenze sono moltissimi; abbiamo già detto che si parla di giornalismo, di libertà, di Alekos, ma anche della guerra, una piaga contro cui Oriana ha combattuto tutta la vita, si parla anche di poesia, di scrittura. Insomma c'è tanto da leggere, tanto su cui riflettere. Rispetto ad altri libri, questo saggio è forse più coinvolgente proprio perchè si tratta di una sorta di dialogo che Oriana tiene con i suoi ascoltatori e leggendo lo diventiamo anche noi. Al termine della lettura mi sono sentita, come mi sento sempre quando finisco di leggere un suo libro, un po' orfana e anche triste. Perchè io non potrò mai ascoltarla dal vivo, fortunatamente però abbiamo i suoi libri che la rendono viva e vicina. Ovviamente se non avete mai letto nulla della Fallaci, il mio consiglio è quello di recuperare alcune delle sue opere più famose. Oriana va letta. Buona lettura!

"Io sono una donna scomoda che dice cose scomode. Ed è sempre scomodo venire ad ascoltare una donna scomoda che dice cose scomode. Si corre il rischio di mettersi in una situazione scomoda. Specialmente se si ascolta bene, col cervello e col cuore. Specialmente se dopo si ricorda quel che si è ascoltato.
"

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