Inizia così la Fallaci, rivolgendosi ad Alekos, che ormai non può più sentirla, ma a cui ha promesso che avrebbe raccontato la sua storia al mondo. E lo fa, dopo il prologo veniamo subito portati ad Atene, mentre un uomo dai baffi neri organizza l'attentato all'allora Primo Ministro greco Papadopoulos. L'attentato fallisce e Alekos viene arrestato e portato all'Esa, dove viene torturato atrocemente e senza pietà per molto tempo. Le pagine delle torture che la Fallaci descrive sono difficili da mandare giù, a volte non crediamo, o forse non vogliamo credere, a quello che gli uomini sono capaci di fare ai loro simili. Successivamente Panagulis viene processato e condannato a morte, ma grazie all'intervento internazionale, che per il suo caso mobilita mezzo mondo, la pena viene ridotta al carcere a vita.
Passerà anni tra un carcere e l'altro, provando più volte ad evadere ma venendo sempre catturato. Riuscì a non impazzire, continuando a scrivere, infatti risalgono proprio a quegli anni in prigione alcune delle sue poesie più belle. Verrà liberato il 21 Agosto del 1974 e proprio in quei giorni frenetici conoscerà per la prima volta Oriana, volata ad Atene per intervistarlo. Non si lasceranno più, diventeranno compagni di vita condividendo tutto, fino alla fine...
Ma chi era Alekos Panagulis? Lasciamo rispondere la Fallaci...
Il poeta ribelle,l'eroe solitario...Egli muove le acque dello stagno che tace,incrina le dighe del conformismo che frena,disturba il potere che opprime. Qualsiasi cosa egli dica o intraprenda,perfino una frase interrotta,un'impresa fallita,diventa un seme destinato a fiorire,un profumo che resta nell'aria,un esempio per le altre piante del bosco,per noi che non abbiamo il suo coraggio e la sua veggenza e il suo genio.E lo stagno lo sa,il Potere lo sa che il vero nemico è Lui, il vero pericolo da liquidare. Sa addirittura che egli non può essere rimpiazzato o copiato: morto un poeta, eliminato un eroe,si forma un vuoto incolmabile e bisogna attendere che gli dèi lo facciano resuscitare. Chissà dove,chissà quando.
La figura che emerge dal libro è quella di un uomo, un uomo non bello, non affascinante, ma capace di grandi imprese, capace di dire no quando tutti dicevano si. Capace di dissentire a costo di dover pagare con la sua stessa vita. Capace di ribellarsi e di lottare, quando nessuno sembrava avere la forza per farlo. Il simbolo della resistenza ai regimi autoritari ma in fondo un uomo, semplicemente.
"Alekos,cosa significa essere un uomo?"
"Significa avere coraggio,avere dignità. Significa credere nell'umanità. Significa amare senza permettere a un amore di diventare un'ancora. Significa lottare. E vincere."
Da Intervista con la storia.
Insieme a quell'uomo, emerge anche il ritratto della donna che gli copriva le spalle, di quella donna che nonostante tutto lo amò sempre, lo sostenne sempre, per un periodo della sua vita annullò sè stessa e fece di lui il Sole intorno a cui gravitava la sua esistenza. Leggiamo la storia di un amore talmente forte, talmente potente da superare qualsiasi ostacolo, ma che alla fine non riesce a proteggerli, quell'amore che la Fallaci descrisse come un cancro...
Ormai non potevo più concepire la mia vita senza di te. Ne facevi parte quanto il mio respiro, le mie mani, il mio cervello, e rinunciare a te era rinunciare a me stessa, ai miei sogni che erano i tuoi sogni, alle tue illusioni che erano le mie illusioni, alle tue speranze che erano le mie speranze, alla vita! E l'amore esisteva, non era un imbroglio, era piuttosto una malattia, e di tale malattia potevo elencare tutti i segni, i fenomeni. Se parlavo di te con gente che non ti conosceva o alla quale non interessavi, mi affannavo a spiegare quanto tu fossi straordinario e geniale e grande...Ma un amore simile non era neanche una malattia, era un cancro!
Per tentare di cambiare la sua patria che amava follemente, si candidò alle elezioni, credendo che il popolo l'avrebbe acclamato. Non fu così: la sua storia, quello che aveva fatto per la Grecia, gli anni che aveva sacrificato, non erano valsi a nulla. Iniziò un periodo difficile, in cui di nuovo fu solo, solamente Oriana al suo fianco, a sostenerlo. Intraprese una lotta con il Ministro greco, cercando prove schiaccianti a carico degli ex-membri del vecchio regime per mostrare al popolo che nessuno era stato punito, che tutti facevano ancora la bella vita. Quella lotta lo portò alla morte, perchè era solo, nessun partito a sostenerlo, nessuno che lo ascoltava. Fu semplice per i suoi nemici trovare il modo di eliminarlo in quella notte tra il
30 Aprile e il 1 Maggio del 1976,quando morì o sarebbe più giusto dire fu ucciso in un incidente automobilistico. Al funerale parteciparono circa un milione e mezzo di persone, sicuramente molte di più di quelle che lo sostennero e gli offrirono aiuto e amicizia.
Non posso dir altro se non che ho amato follemente questo libro! La Fallaci ha saputo riscrivere e rendere in maniera memorabile la storia di un uomo che è tuttora un simbolo. A tratti leggere quelle pagine è stato come ricevere un pugno nello stomaco, molte parti mi hanno spezzato il cuore, ho pianto, ho sofferto con Alekos e Oriana! Ormai è forse un mese da che l'ho finito di leggere, ma non avevo parole per descriverlo, come non ne ho oggi. Non si può rendere giustizia alla bellezza di questo libro, alla bravura e alla forza di Oriana, nè al coraggio di Alekos. Non è possibile.
L'unica cosa che possiamo fare è non dimenticare, quindi se non lo avete fatto, leggete la storia di quell'uomo che da solo, sostenuto spesso solo dall'Oriana, voleva cambiare il mondo, ma era semplicemente un Uomo...
Difendetelo il vostro Io,nocciolo di ogni libertà,la libertà è un dovere,prima che un diritto è un dovere.