[Recensione] Il miniaturista di Jessie Burton


Buon Martedì cari #FeniLettori! Dopo uno sfogo personale, sul mio profilo privato, eccomi qui a mettere un altra recensione. 

 Il libro di cui parliamo oggi è un libro molto controverso, a mio modesto parere potrebbe piacere e non piacere. Il miniaturista di Jessie Burton è uno scritto difficile, complicato per alcuni versi, con tempi e modi tutti suoi, come la protagonista Petronella Oortman e come la miniaturista, invisibile agli occhi.

 Il libro è una grossa metafora, anzi in esso sono comprese tante piccole massime che ognuno di noi dovrebbe imprimere nel cuore e nell'anima. E' ambientato nel XVII secolo ad Amsterdam, una città di mercanti, di monete e di benessere, fervida di apparenze (come in tutti i paesi ancora oggi) ma corrotta all'interno, una corrosione, un marciume che si annusa mille miglia lontano.

Soldi e bellezza si fondono in questo scritto sublime a volte confuso e disarmante ma completamente attraente. Che spinge a leggere oltre e concludere in un batter di ciglia le pagine. Una storia, dentro la storia. Una casa, dentro una casa. La miniaturista ci vede? O è solo ciò che noi vogliamo vedere? Amore negato, amore strano, amore traviato sono gli elementi che si confondono in questa storia. Nessun romanzo d'amore, nessuna dolcezza in questa crudeltà che si parerà dinanzi ai nostri occhi.

Petronella è la protagonista del romanzo, una giovane donna di campagna che va in sposa a un ricco mercante Johannes Brandt di Amsterdam; un uomo fondamentalmente buono ma che purtroppo con altri interessi. Petronella rimane sconvolta al suo arrivo, e vari scenari le si presenteranno dinanzi, tra cui uno stipetto raffigurante la loro casa in miniatura, composta da nove stanze, regalatele dal marito per il loro matrimonio. Un gesto che cambierà le vite di tutti o quasi. Quella di Marin la cognata che non si è mai sposata, quella di Cornelia la domestica impudente e quella di Otto domestico di carnagione scura che susciterà molte ilarità.

L'Amsterdam di quei tempi non è come ce la raffiguriamo oggi ma una città corrotta e traviata. Un crogiolo di perbenismo surreale che lascia senza fiato. I mercanti sono coloro che salvano la città ma al tempo stesso sono i primi a pagare se commettono atti che non dovrebbero, tutto si fonda sul commercio e tutti vogliono sempre più, l'avidità è un arma a doppio taglio.

Tutti i personaggi sono descritti in maniera snella, delicata e perfetta; ogni singolo personaggio ha il suo spazio, la sua parte di paura, di ossessione e di guadagno. Ognuno di essi è delineato perfettamente nel suo angolo e descritto in maniera precisa. Tutto si racchiude in una città che sembra essere perfetta.


L'unica cosa che ho odiato è stato il verbo al presente che molte volte l'autrice ha usato per la protagonista, personalmente non amo, quando usano questo verbo nei romanzi ma la storia è così prorompente e incisiva che è impossibile non affezionarsi a essa, a ogni singolo personaggio che la contraddistingue, tutti indistintamente son importanti in questo gioco della parti, ognuno ha il suo ruolo nella vita di un altro; molte volte siamo ciechi nel non vedere alcuni particolari che sono tangibili e che se solo ci soffermassimo un briciolo in più sarebbe tutto più chiaro. Così la storia si snoda tra trasgressioni, segreti e paure.

 Una storia che potrebbe essere dettata dall'animo e credo che sia quello che ha portato l'autrice ad avere così tanto successo. Una storia "simil" vera che si fonda con un tempo in cui molte cose erano negate e nascoste, cose che ora sono urlate, forse un pò troppo al mondo. Un libro da leggere e ascoltare, un libro da tenere con sè. Buona Lettura!


"La pietà, a differenza dell'odio, può essere chiusa in una cassa e messa da parte."

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