[Rubrica: Se Fosse#21] Intervista a Flavio Pagano


INTERVISTA A FLAVIO PAGANO

Ciao amici de “La Fenice Book”, oggi ho il piacere di presentarvi un uomo eclettico. Scrittore, giornalista (editorialista del Corriere Mezzogiorno), autore televisivo. E' l'autore fra l'altro di "Ragazzi Ubriachi" edito da Manifestolibri, Premio Morante 2011, “I tre giorni della famiglia Cardillo” edito Piemme. Per Giunti Editore ha scritto “Perdutamente” (Premio "Un libro per il Cinema" 2014) e “Senza paura”  (Premio Selezione Bancarella Sport 2015) di cui trovate la mia recensione qui


Ciao Flavio e benvenuto tra i lettori de “La Fenice Book”. Come e quando nasce Flavio Pagano scrittore? 
Scrivere è una specie di vocazione, in senso religioso intendo. L'attitudine a vivere, o, nei casi più estremi, addirittura ad esistere attraverso la narrazione simultanea all'azione (se non alternativa ad essa). Scrivere non s'impara, e tanto meno s'insegna (le scuole di scrittura sono soltanto l'espressione abominevole di un'epoca come la nostra, dominato da tutor, balie e badanti). Insomma la mia voglia di scrivere è nata con me. Il primo libro però l'ho scritto a 40 anni, ma questa è un'altra storia.

C'è un personaggio dei tuoi romanzi a cui sei rimasto più legato? E perché?
Non saprei. Forse il protagonista di "Quelli che il rugby", un romanzo breve considerato, lo dico con particolare orgoglio, un piccolo classico della letteratura sportiva. È la storia dell'ultima partita in giovanile di un ragazzo di diciott'anni. Ma forse gli sono legato semplicemente perché quel ragazzo ero io.... 

C'è qualcosa che hai fatto o detto che, potendo tornare indietro, non rifaresti? E qualcosa che non hai fatto e vorresti fare?
Mah, un mare di cose. Domanda atroce. Quella dopo è anche peggiore: non sprecherei la quantità enorme di tempo che ho sprecato, non nel non far niente, perché anzi sono un tipo operoso (ho scritto molti più libri di quelli che ho deciso di pubblicare, anzi forse il meglio ce l'ho nel cassetto, non chiedermi perché), ma nel "divagare". Ho divagato molto. È la mia natura. E ho amato molto (lussi che uno scrittore non dovrebbe permettersi, uno scrittore dovrebbe amare sempre per finta). La mia vita sentimentale è stata come la politica estera di Roma antica: guerra permamente.

Chi è Flavio Pagano? Guardati allo specchio e dimmi cosa vedi. E del bambino Flavio è rimasto qualcosa?
Non ne ho la minima idea. Quando penso a me  stesso è come il tempo nel dialogo di Sant'Agostino: se mi chiedi cos'è, non lo so, se non me lo chiedi, lo so. Del bambino è rimasto quasi tutto.

Molti lettori sognano di diventare scrittori. Secondo te c'è un metodo o una scaletta da seguire o come dicono molti scrivendo di getto?
Se non avete talento non rompete e trovatevi una cosa adatta a voi. E quasi certamente non ne avete. Comunque non decidetelo da soli, né con la complicità di un editore a pagamento o di quelli che amano le furbate bimbominkia. La letteratura è carne e sangue, non si scherza.

Un segreto, un sogno, un viaggio ancora da fare.
Il segreto lo lasciamo tale. Il sogno lo farò stanotte. Il viaggio lo stiamo facendo, non illuderti che spostarsi voglia dire viaggiare: il viaggio è la vita, è i mondi che scopri negli occhi della gente, è il risucchio vorticoso della memoria in certi dormiveglia, è un milione di cose, tranne forse che quella scemenza di spostare il culo da un posto all'altro.

SE FOSSI...
Se un libro o un autore fossero musica...fossero un film, un colore, una città ...Ognuno di noi nel nostro immaginario crea mille mondi, mille volti e mille ideologie. Invece di inserire le solite recensioni e le solite interviste assocerò questa meravigliosa idea di immaginare se un autore fosse...o un libro ...a seconda dei casi...

 Gerico.

 Blu notte.

Vedrai vedrai, di Tenco


Open Range, di K. Costner

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