[Rubrica: TeenReview#14] La favolosa vita di Henry N. Brown di Anne Helene Bubenzer


Salve a tutti lettori! Buon giovedì e buon centro settimana. Lo so, è da oltre una settimana che non pubblico una recensione sulla rubrica. Purtroppo sono diventata un bradipo, passo più tempo a dormire che a leggere…ops!

Anyway, ho appena finito un libro abbastanza singolare e super coccolo: sto parlando di “La favolosa vita di Henry N. Brown. Orsetto Centenario” dell’autrice Anne Helene Bubenzer pubblicato dalla Sperling&Kupfer.

Bath, 1921. La guerra è finita da poco, e Alice Sheridan è una ragazza triste. Il suo grande amore, William, non ha più fatto ritorno dal fronte, e la sua vita non è più quella di prima. È per questo che un giorno, all'ora del tè, Alice decide di prendere ago e filo e mettere insieme i pezzi di un nuovo amico: due bottoni per gli occhi, un batuffolo di cotone per il naso, ed ecco Henry Brown, orsetto di peluche. Un orsacchiotto diverso dagli altri: perché Alice gli ha cucito dentro un segreto. Un minuscolo segreto di metallo che lei chiama amore. Comincia così la storia di Henry, che, da allora, di amore ne ha dato e ricevuto, durante ottanta lunghi anni in cui è passato di mano in mano: la sua esistenza è stata ricca, curiosa, piena di incontri. Dovunque sia approdato, ha conquistato adulti e bambini con il suo sguardo tenero e sapiente e la sua incrollabile capacità di ascoltare. Ha visto la guerra e il suo furore, ha conosciuto le grandi città d'Europa e ha avuto moltissimi amici: dal piccolo Robert con cui condivise una spericolata infanzia parigina, a Marlene che lo regalò al fidanzato in partenza per il fronte russo, a Nina, bambina ammalata nell'Ungheria sovietica. Senza mai dimenticare la sua prima amica, che gli fece il regalo più grande. E così, oggi, Henry ci racconta la sua storia. Che è soprattutto una storia d'amore: quello che gli è stato cucito dentro il primo giorno, il filo rosso della sua lunga vita.

Premetto che questo libro è uscito qualche annetto fa, nel 2012. Io a quel tempo leggevo ancora i libri per bambini “dai 10 anni in su” comprati in cartolibreria(imbarazzante, lo so). Non avrei mai scoperto questo libro se non fosse stato per la brillante idea della Sperling&Kupfer “ Appuntamento al buio con un libro”,dove, appunto, tu scegli il libro basandoti sulle informazioni sul pacchetto. L’ho trovata veramente una bella idea, soprattutto perché sono una frana a scegliere i libri, vado sempre a finire sui soliti generi senza mai scoprire nuovi autori.

Ritornando al libro, gli do 5 soffioni.
Henry N. Brown esiste  veramente , ed è l’orsetto dell’editore che ha affidato ad una scrittrice l’incarico di scrivere la biografia dell’orsetto. Certo, detto così sembra una stupidaggine, ma è una cosa meravigliosa.

Il libro inizia con Henry che,con la sua attuale proprietaria, deve prendere un volo. I loro piani,però,vengono stravolti da un problema: Harry ha qualcosa dentro la sua pancia,di cui nessuno si  è mai accorto. Il personale addetto alla sicurezza,convinto che si tratti di qualcosa di pericoloso,vuole scucire Henry e scoprire cosa contiene la sua pancia.

Lui viene invaso dalla paura, nessuno lo aveva mai scucito, e non sapeva cosa sarebbe potuto succedergli. Mentre attende il temuto momento,ricorda il giorno della sua nascita, e da lì inizia tutta la sua storia. Nel corso del libro vediamo alternarsi flashback e brevi momenti del presente,in cui cerca di capire cosa gli faranno.

Ho viaggiato con Harry dalla fine della prima guerra mondiale,fino ai giorni nostri. Ho compreso meglio il dolore che hanno provato i miei nonni,che hanno vissuto la seconda guerra mondiale.

La tristezza che ha provato mio nonno,quando si doveva separare da mia nonna a causa di una chiamata dall'esercito. Con Henry “ho vissuto” gli anni 70 e 80, e mi sono resa conto che avrei voluto vivere in quegli anni. Non ho mai letto un libro narrato in prima persona da un orsacchiotto ed è stata un’esperienza bellissima.

“Ho imparato che la maggior parte degli esseri umani pensa solo a sé, e che riesce sempre a trovare una giustificazione alle proprie brutte azioni.”



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