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Nella notte più buia il linguaggio ci chiede di cosa siamo fatti di Han Kang

Han Kang ha vinto il premio Nobel per la letteratura nel 2024. Quando è arrivato l'annuncio del premio ero in Corea, passeggiavo tra le strade di Busan, tornavo da una meravigliosa visita ad uno dei templi più belli della Corea. Ero talmente felice che mi sono emozionata, perchè Han Kang rappresenta la nascita del mio amore per la letteratura sudcoreana, la scoperta di un mondo letterario che mi ha aperto la mente e il cuore, che mi ha fatto conoscere storie e autori che non dimenticherò mai. Quando sono tornata a Seoul ho girato per tantissime librerie alla ricerca di uno dei suoi libri in coreano che volevo riportare con me a casa. Erano tutti sold out e sono tornata a casa a mani vuote ripromettendomi che nel prossimo viaggio in Corea li prenderò tutti sperando un giorno di riuscire a leggerli in lingua originale.

Tutto questo sproloquio per arrivare ad un semplice punto. Io leggerei qualsiasi cosa di Han Kang, anche la sua lista della spesa, potevo mai perdermi questo libricino? Non mi aspettavo molto ma, stupida io, avevo dimenticato che parliamo sempre di Han Kang. E anche in queste 30 pagine ha racchiuso talmente tanto, ho sottolineato praticamente tutto, ancora una volta mi sono commossa.

In questo breve discorso, diviso in due parti, ripercorre un po' la genesi dei suoi romanzi, come sono nati, quali sono le domande che l'hanno portata a scriverli. Si parla di letteratura, di come nasce, di come ci cambia, di come ci lega come un sottilissimo filo invisibile. Si parla anche di linguaggio, del legame tra i due e del legame che di riflesso si crea tra chi scrive e chi legge.

"...mi rendo conto davvero che la lingua è il filo che ci unisce, un filo lungo il quale scorrono la luce e la corrente della vita, e dove confluiscono le mie domande."

In particolare ho trovato bellissime le ultime due pagine e le ultime riflessioni che fa sulla vita, sull'amore e sulla letteratura. Le riporto per intero perchè non sarei mai in grado di rendergli giustizia. Concludo invitandovi, ovviamente, a leggere Han Kang e a perdervi nella bellezza della sua prosa e dei suoi romanzi.


"Per migliaia di anni la letteratura si è posta queste domande, e se le pone ancora oggi. Qual è il significato della nostra breve permanenza su questa terra? Quanto è difficile per noi restare umani, qualunque cosa accada? Nella notte più buia il linguaggio ci chiede di cosa siamo fatti, insiste sulla necessità di immaginare i tanti punti di vista delle persone e degli esseri viventi che abitano questo pianeta; il linguaggo ci collega gli uni agli altri. La letteratura, che si fonda sul linguaggio, possiede inevitabilmente una sorta di calore corporeo. E, altrettanto inevitabilmente, leggere e scrivere letteratura vuol dire opporsi a ogni atto che distrugga la vita. "