La città degli angeli: Racconto da Beslan di Erika Fatland
La città degli angeli è un saggio dell'antropologa e scrittrice norvegese Erika Fatland, di cui ho già letto diversi altri libri. Questa volta la ritrovo in una nuova veste; infatti i precedenti saggi erano dei diari di viaggio che raccontavano paesi di cui sappiamo ancora molto poco. Questa pubblicazione invece è dedicata alla strage di Beslan del 2004. Il 1 Settembre 2004 la scuola elementare e media n.1 di Beslan, un paese dell'Ossezia del Nord, viene presa d'assalto da un gruppo di terroristi. Il rapimento dura tre giorni, tre giorni durante i quali quasi 1200 persone, principalmente bambini, vengono segregati in una palestra senza cibo e quasi senza acqua. Oltre alla vicenda vera e propria, quello su cui si indaga in questo romanzo inchiesta è la reazione del governo durante quei tre giorni, reazione che sfocerà in un blitz delle forze armate che farà più vittime dell'attentato stesso.
Erika Fatland si reca più volte in visita a Beslan; la prima volta come volontaria della Croce Rossa e in seguito con un visto turistico. Parla con i sopravvissuti, con i genitori che hanno perso i figli, con le madri distrutte dal dolore e incapaci di continuare a vivere, con famiglie che non saranno più intere e a cui è stata negata anche quella giustizia che forse gli avrebbe potuto dare un po' di pace.
Ho sempre apprezzato il modo in cui Erika Fatland racconta il mondo che la circonda, quello che ha visto e ascoltato durante i suoi viaggi in quei paesi di frontiera che spesso restano quasi sconosciuti. Qui dà forse il meglio di sè, diventando voce di una strage a cui ancora oggi non si sa dare spiegazione. Non si tratta di una lettura leggera, è un libro denso, denso di eventi e personaggi, estremamente doloroso.
Oltre al racconto dei morti e dei sopravvissuti, largo spazio viene dato anche al processo che mira a svelare la verità dietro l'attentato. Perchè non sono stati fermati? Perchè la reazione delle autorità è stata tanto lenta? E ancora, perchè è stato deciso quel blitz improvviso? Perchè le pseudo indagini sono tanto incongruenti e diverse dai racconti dei sopravvissuti? Tantissime domande ancora in parte senza risposta. Probabilmente resteranno per sempre così, anche se quella verità potrebbe essere un balsamo per chi ha perso chi amava in quella strage.
Sullo sfondo c'è poi il Caucaso con la sua storia, altro grande protagonista del racconto. Erika Fatland ha saputo raccontare senza scadere nel banale, con occhio onesto ma empatico. Al centro di tutto ci sono le voci di chi è rimasto ma anche di chi non c'è più, delle vittime, di Emma, Alana, di tutti i bambini che riposano nella Città degli Angeli.
Ma dove posso sperare di trovarti, ora che ho visto con i miei occhi tua madre affogare nel dolore, tua nonna gemere per la stanchezza?
E la tua camera, dove il tempore e le risate ti attendono ancora, è vuota,abbandonati anche i tasti del tuo infelice pianoforte.
dalla poesia per Emma
"Nulla potrà mai essere come prima. Come puoi pensare al futuro, come puoi guardare avanti quando hai dentro un dolore così grande?"