Come tigri nella neve di Juhea Kim

Buona giornata cari Lettori e buon inizio settimana! Oggi parliamo di una novità che attendevo da un po'.

Come tigri nella neve è un bellissimo romanzo storico ambientato in Corea tra la fine del 1917 e il 1965. Si tratta di un racconto che per certi versi potrebbe essere definito una piccola epopea; molti sono infatti i personaggi che si muovono tra le pagine di questa storia, e altrettante sono le vicende che li vedono protagonisti. Al centro di tutto c'è però la Corea, descritta durante il periodo dell'occupazione giapponese, e il concetto di 인연, parola intraducibile in italiano che potremmo banalmente definire fato, destino, legame, che fa da fil rouge a tutto il racconto.

La storia inizia poco dopo la fine della prima guerra mondiale, pochi anni dopo la totale annessione della penisola alla potenza giapponese. Un incontro inaspettato lega un povero cacciatore coreano ad un giovane e potente capitano dell'esercito giapponese. Molti anni dopo conosciamo la piccola Jade, che viene venduta ad una casa di cortigiane dalla sua famiglia. Arrivata a Seoul, Jade inizia il suo apprendistato e incontra Jung-ho, che si innamora a prima vista della ragazza. Le loro storie, pur se separate, si intrecceranno più volte nel corso degli anni, insieme a quelle di tutti gli altri personaggi di questo racconto e alla storia stessa della Corea, alla disperata ricerca della sua indipendenza.

Caratterizzato da una bellissima prosa, scorrevole ma appassionata, questo romanzo racconta una storia molto intrigante, forse un po' confusionaria a causa dei tanti personaggi e delle mille vicende che li vedono protagonisti, ma che resta estremamente interessante da seguire. I personaggi di questo racconto, pur se completamente diversi l'uno dall'altro, sono protagonisti di tanti intrecci.

Ed è proprio qui che sta forse il principale pregio di questo racconto, l'elemento che per me lo nobilita. Sto parlando del concetto che fa da base a tutta la storia e che collega tutto, personaggi e storie: 인연 (inyeon). 인연 potrebbe essere tradotto come destino, ma probabilmente sarebbe più corretto definirlo come un profondo legame, una connessione, che lega due persone nel corso della loro vita. Non si tratta di un legame facile da sciogliere, al contrario è un legame che resiste a tutto, al tempo, al dolore, alle sofferenze e che resta lì a dispetto di tutto.

Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui l'autrice ha utilizzato questo concetto per parlare di amore, di famiglia, di legami che sono impossibili da dimenticare. Molto interessante anche lo sfondo storico delle vicende; sono gli anni in cui la Corea era sotto la dominazione giapponese, gli anni delle lotte per la libertà e l'indipendenza in un paese che ha conquistato quell'agognata liberta solo in tempi abbastanza recenti, e pagandola carissima. Devo dire che, nonostante abbia trovato qualche difetto nell'impostazione del racconto, ho trovato comunque il romanzo estremamente godibile e spero davvero che questo sia solo l'inizio e che la Korean Wave si estenda anche alla letteratura coreana. Buona lettura!

É qualcosa d'inspiegabile: inyeon, si chiama. Se non è destino, non puoi attaccarti alle persone, per quanto duramente ci provi. Persone che ami diventeranno estranee in un attimo, se l'inyeon si è spezzato. E talvolta le persone rimarranno attaccate a te per sempre, contro ogni probabilità.


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