[Recensione] Il minimarket della signora Yeom di Kim Ho-Yeon
Sulla scia delle novità made in Corea del Sud, Il minimarket della signora Yeom è sicuramente una di quelle che attendevo di più. Il romanzo più venduto in patria nel 2021, parliamo di oltre un milione di copie, e anche il primo romanzo di Kim Ho-Yeon tradotto in Italia. Finalmente Salani lo ha pubblicato per noi, mantenendo in più la bellissima copertina originale che restituisce perfettamente un po' il senso di tutta la storia.
Come dice il titolo il romanzo è ambientato tutto in un minimarket, che in Corea sono presenti praticamente ad ogni angolo e sono aperti h24. La storia inizia con la proprietaria del minimarket che perde la sua borsa in stazione e la ritrova grazie a Dokko, un senzatetto che vive nella stazione di Seoul. Per ringraziarlo la signora Yeom lo porta nel suo minimarket per offrirgli un pasto e in seguito gli offre un lavoro. Dokko dovrà coprire il turno notturno del minimarket. Da qui parte il racconto, che vedrà Dokko, e un po' tutti i personaggi che animano il romanzo, intraprendere un percorso di crescita e rinascita.
Molto particolare il modo in cui è articolato il racconto; ogni capitolo viene narrato dal punto di vista di uno dei personaggi che si muovono all'interno e intorno al minimarket. Il minimarket diventa a tutti gli effetti un piccolo microcosmo, animato da tante persone, tante storie, tanti destini che si intrecciano a quello di Dokko. In effetti l'intera storia potrebbe essere riassunta con le parole stesse dell'autore: "D'altronde lei sapeva bene che un minimarket è un luogo dove le persone vanno e vengono. Dove tutti, che siano dipendenti o clienti, senza eccezioni, si fermano solo temporaneamente, dove potersi ricaricare, attraverso uno stipendio o i prodotti in vendita, come una stazione di servizio per le persone."
Questo romanzo ha un po' quello stile tipicamente orientale, fatto di delicatezza e di una narrazione semplice e scorrevole. Allo stesso tempo però riesce a dare una sensazione di calore durante la lettura, è uno di quei romanzi che riscalda il cuore con delle storie molto semplici ma che restano impresse. Io ho amato i personaggi, in particolare Dokko; Dokko non ricorda come è finito alla stazione di Seoul, l'alcol che ha usato per dimenticare il dolore gli ha annebbiato la mente, non ricorda più chi era, cosa faceva, non ricorda neanche il suo vero nome. Il suo percorso di ritorno alla vita è bellissimo ed è altrettanto bello il modo in cui riesce, nel tentativo di tornare a sentirsi umano, ad aiutare anche chi gli gravita intorno.
In questo romanzo viene messo perfettamente in scena il modo in cui le nostre vite sono collegate e spesso si intrecciano in modo inaspettato. Ho ritrovato ancora una volta 인연, quel legame inspiegabile capace di unire le persone aldilà del tempo e dello spazio. A volte basta poco per fare la differenza nella vita degli altri, un piccolo gesto, la gentilezza, possono fare tanto. E quel poco potrebbe bastare per cambiare la direzione della nostra vita e di quella di chi ci circonda.
Ho amato moltissimo questo romanzo, leggerlo mi ha fatto proprio bene al cuore. É una di quelle storie che, nonostante la sua semplicità, è in grado di emozionare e far riflettere, con quella discrezione e sensibilità che non si trova ovunque. Buona lettura!