[Recensione] Il secondo piano di Ritanna Armeni

Il secondo piano è il nuovo romanzo di Ritanna Armeni, autrice che ho scoperto grazie al libro Per strada è la felicità che ho amato moltissimo. Lettura perfetta in occasione della Giornata della Memoria, il libro narra una storia realmente accaduta, ambientata durante l'ultimo anno della guerra in un convento romano.

Quando i tedeschi ancora spadroneggiavano nella capitale ma erano vicini alla sconfitta, le leggi razziali si inasprirono. Il ghetto di Roma fu svuotato e la maggior parte delle famiglie ebree finirono nei campi di concentramento. Nel tentativo di salvarsi, un gruppo di ebrei trova rifugio nel convento francescano della periferia di Roma. Qui Suor Ignazia e le sue consorelle nascondono alcune famiglie ebree sfuggite al rastrellamento. 

Tutto questo mentre parte del convento viene sfruttato dai tedeschi come infermiera. In un gioco di equilibri pericolosissimo, che vide protagonisti diversi istituti religiosi della città, le sorelle sfidano le regole e mettono a rischio la loro stessa vita in nome di una carità che sembra aver abbandonato Roma.

Quella raccontata da Ritanna Armeni in questo intenso romanzo è una storia di resistenza e di ribellione, di forza e coraggio, di un amore per il prossimo tanto grande da superare qualsiasi paura. Con uno stile scorrevole, avvincente ed evocativo, la storia si arricchisce di personaggi che si muovono sullo sfondo della guerra. Roma, altra grande protagonista, viene catturata in tutta la tristezza che caratterizzò quel lunghissimo e interminabile anno di guerra, quando la fine sembrava sempre ad un passo ma non arrivava mai.

Al centro del racconto ci sono però le gesta delle suore del convento francescano vicino alla Salaria. É una vicenda di cui poco si sa, che è sempre passata in secondo piano in favore di gesta più famose ed eclatanti. Ma le suore di questo piccolo convento di periferia, insieme a tante altre, nascosero, protessero e salvarono moltissimi ebrei. Lo fecero mettendo a rischio la loro vita, contravvenendo spesso alle regole che avevano sempre seguito, sacrificandosi in nome di un dovere che sentivano essere loro responsabilità. 

Il romanzo è molto interessante, ben scritto e avvincente. Il suo pregio maggiore è però proprio quello di far luce su vicende e personaggi che finora erano rimasti nell'ombra. Ho trovato molto interessante anche la riflessione dell'autrice sulla questione; le suore non erano tenute a fare quello che hanno fatto, non avevano istruzioni precise su come agire. Eppure, e questo racconto ne è preziosa testimonianza, furono disposte ad accogliere i perseguitati, a proteggerli, mostrarono uno spirito di sacrificio che merita di essere ricordato.

Ha un buon odore la libertà, anche quando si mescola con l'insicurezza, lo stordimento, il timore per il futuro. Non lo perde neppure quando si combina con paure che non riescono ad andare via.


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