[Korea 사랑해 #4] Il fenomeno BTS

Benvenuti ad un nuovo appuntamento con la nostra rubrica dedicata alla Corea e alle sue meraviglie. Oggi parliamo di uno dei gruppi che mi ha fatto conoscere il K-Pop e di riflesso mi ha portato ad appassionarmi alla cultura sudcoreana in generale.

Abbiamo già parlato di K-Pop, il primo episodio di questa rubrica era dedicato proprio a questo tema e probabilmente starete pensando perchè tornare a parlarne? Perchè i BTS meritano un approfondimento a parte, si tratta di un fenomeno che negli ultimi anni ha coinvolto mezzo mondo. É vero che i BTS non sono gli unici protagonisti della scena K-Pop e allo stesso modo non sono gli unici che hanno reso il K-Pop il fenomeno che conosciamo oggi. Bisogna però ammettere che sono diventati un fenomeno mondiale e che anche grazie alla loro influenza la Hallyu , l'onda coreana, ha assunto dimensioni globali.

I BTS, acronimo di 방탄소년단 che significa letteralmente boy scout a prova di proiettile, hanno debuttato nel 2013 con la Big Hit. Al tempo del debutto l'azienda era una piccola start up che nessuno conosceva. Ad oggi la Hybe è diventata invece il colosso dell'industria musicale coreana con azioni quotate in borsa, e mi sembra superfluo specificare che i BTS sono i responsabili principali di questo successo. Il gruppo è formato da 7 membri che sono Kim Namjoon, il leader, Kim Seokjin, Min Yoongi, Jung Hoseok, Park Jimin, Kim Taehyung e Jeon Jungkook. Il nome del fandom è Army, un vero e proprio esercito virtuale mondiale. Tutti loro sono estremamente talentuosi e hanno ruoli diversi all'interno del gruppo.

Spesso i BTS vengono definiti la più grande boy band del mondo, ma io penso che definirli una boy band sia molto riduttivo e non permetta di capire quanto estesa sia la loro influenza. Le boy band sono per definizione dei fenomeni spesso temporanei, a volte di breve durata, che fanno quasi da lancio ai membri del gruppo per una carriera da solisti. I BTS sono sulla scena da 10 anni e hanno una discografia troppo ampia e varia per rientrare nella categoria delle boy band. Il K-Pop resta un fenomeno molto più complesso, in cui trovano spazio diversi elementi sapientemente mescolati che danno vita a qualcosa di molto diverso da quello a cui siamo abituati in Occidente. Un approfondimento interessante al tema è stato fatto da Michela Murgia e Chiara Valerio in una master class dedicata di Basement Cafè che trovate gratuitamente anche su YouTube e che secondo me spiega molto bene alcuni degli elementi che rendono i BTS quello che sono.  

Come ho già detto la discografia dei BTS è praticamente infinita. Hanno all'attivo quasi una ventina di album completi, per non parlare poi di singoli, EP e compilation. In più negli anni hanno spaziato tra tantissimi generi toccando temi molto attuali. Una delle critiche che spesso vengono fatte al K-Pop, e anche di riflesso a chi lo ascolta, è che si tratti semplicemente di un fenomeno prefabbricato, studiato  a tavolino, quasi privo di emozioni e di onestà. Ne parla anche Namjoon in una recente intervista, ma si tratta di un pregiudizio che deriva semplicemente da ignoranza sul tema. Vero che il K-Pop si basa moltissimo sull'estetica, ma basta ascoltare alcuni brani dei BTS e leggerne le traduzioni per capire che è tutto tranne che qualcosa di finto. I ragazzi scrivono e compongono i loro pezzi, Namjoon è autore di moltissimi dei testi più belli delle loro canzoni in cui spesso si mette a nudo. 

I BTS ad esempio hanno parlato spessissimo di temi sociali come la pressione sui giovani, il suicidio, la depressione, bullismo, salute mentale in generale, ansia sociale e molto altro ancora. Se volete capire parte della complessità che si nasconde dietro i brani dei ragazzi, andate ad ascoltare Map of the Soul: Persona, dove vengono esplorati temi legati alla psiche, l'ego e l'inconscio collettivo, concetti che traggono ispirazione dalla psicologia di Jung. L'universo dei Bangtan è estremamente complesso, ecco perchè non si può assolutamente definirli una boy band.

Sono sempre stati attivi nel sociale, sopratutto negli ultimi anni. Hanno partecipato diverse volte a progetti dell'ONU, ad esempio sono stati ospiti alle Nazioni Unite nel 2021 dove Namjoon ha tenuto un bellissimo discorso sui giovani e il futuro. Recentemente li abbiamo visti alla Casa Bianca, ospiti di Biden per parlare di razzismo. Insomma mi sembra quasi superfluo stare a parlare di numeri e del successo che hanno, perchè si tratta di qualcosa che è sotto gli occhi di tutti.

Io ho scoperto i BTS per caso e relativamente tardi. Non sapevo assolutamente nulla di K-Pop nè di musica coreana, se non per un paio di gruppi che ascoltavo. Durante la pandemia, quindi parliamo della primavera del 2020 quando eravamo tutti bloccati in casa, su Spotify è partita completamente a caso Spring Day. Non capivo una parola di coreano all'epoca, situazione che in realtà non è cambiata tanto, ma ricordo che mi sono quasi commossa ascoltando quella canzone, senza sapere minimamente di cosa parlasse. E nulla, Spring Day mi ha aperto le porte di un mondo, ad oggi resta una delle mie canzoni preferite dei Bitti, quella che vado ad ascoltare quando sono triste, una delle mie comfort songs. 

Il passo dal dire fammi vedere un po' chi sono questi 7 ad ascoltare poi l'intera discografia e a diventare a tutti gli effetti Army è stato breve, anzi brevissimo. In questi tre anni ho scoperto tantissimi altri gruppi, ormai credo di ascoltare quasi esclusivamente musica coreana, sia K-Pop che non, ma i BTS restano il gruppo a cui sono più affezionata. Poi ne abbiamo parlato già nell'episodio dedicato al K-Pop; è un fenomeno diverso da qualsiasi cosa a cui siamo abituati. Il rapporto tra i gruppi K-Pop e il loro fandom è un rapporto di amicizia e collaborazione, ci sono tantissimi contenuti oltre alla musica che permettono agli Idol di farsi conoscere e di avere un rapporto con i fan che non è però il solito rapporto tra artista e fan. Il modo in cui interagiscono con i fan, anche attraverso messaggi e live, è qualcosa di unico. 

Oltre ovviamente alla musica, quello che apprezzo dei BTS, che è poi anche quello che mi ha fatto capitolare, è il modo in cui si comportano l'uno con l'altro e in generale l'approccio che hanno con i fan. I ragazzi non hanno paura di mostrare le loro emozioni e non temono di mostrarsi in lacrime. Le dimostrazioni di affetto tra di loro si sprecano e per me, che ero abituata a vedere tutt'altro, questo approccio è stato una scoperta. Il concetto di mascolinità nell'industria musicale coreana non ha nulla a che vedere con quello occidentale e questa è una cosa che personalmente apprezzo molto.

Al momento i BTS sono entrati in una nuova fase che li vedrà adempiere al servizio militare che in Corea è obbligatorio. Jin è già partito, Hobi sta per partire e tutti gli altri li seguiranno nel corso dell'anno. Intanto tutti stanno lavorando sui progetti solisti, ma questo lo sapete già se seguite il blog perchè vi ho fatto una testa così con l'album di Namjoon.

Io in realtà non mi ricordo neanche più tutto quello di cui volevo parlare, solitamente preparo uno schema ma stavolta sono andata così, di getto e senza preparazione. Spero di essere riuscita ad esprimere almeno in minima parte quello che i BTS rappresentano e quanto la loro influenza sia molto più profonda di quello che si potrebbe credere. Il modo in cui i ragazzi si presentano, la spontaneità che hanno sempre mostrato nei loro approcci, l'attenzione per il tema legato all'accettazione di sè stessi sono tra i punti di forza dei Bitti. Sono diventati di conforto per tante persone in tutto il mondo, e io capisco perfettamente questa sensazione. 

In Spring Day cantano "아침은 다시 올 거야 어떤 어둠도 어떤 계절도 영원할 순 없으니까", che significa "La mattina presto sarà qui, perché nessuna oscurità, nessuna stagione, può durare per sempre." Per me non c'è citazione che meglio racchiude quello che rappresentano. Grazie a Spotify che me li ha piazzati sotto il naso e mi ha fatto scoprire il mio personale boost di serotonina!

A presto! 사랑해! 



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