[Recensione] Sei romanzi perfetti: Su Jane Austen di Liliana Rampello

Sei romanzi perfetti è un saggio che analizza romanzo per romanzo l'opera di Jane Austen. É un resoconto quasi analitico che offre però nuovi spunti di riflessione e diverse chiavi di lettura all'approccio ad una delle scrittrici che, a distanza di tantissimi anni dalla pubblicazione delle sue opere, ancora ci stupisce con la sua sagacia. 

Io sono estremamente di parte; Jane Austen è stata e continua ad essere la mia scrittrice preferita, negli anni ho letto e riletto le sue opere principali, sia in italiano che in lingua originale, ho letto i suoi racconti incompleti, le opere giovanili, le lettere, tutto quello che sono riuscita a trovare. I suoi romanzi mi hanno sempre stupita per la grande capacità dell'autrice di mostrare tanta ironia e allo stesso tempo di descrivere luoghi e personaggi con estrema lucidità. Questo saggio però mi ha dato tantissimi nuovi spunti a cui attingere.

Suddiviso in tre parti, in cui si analizzano tempo, spazio e azione. Ogni parte è dedicata a due dei romanzi principali di Jane Austen. Lo spazio circoscritto in cui si muovono i personaggi dei suoi romanzi contribuisce alla formazione delle sue eroine, che si concentra sull'io e sull'introspezione. La trama, analizzata sotto il punto di vista temporale, diventa mezzo stesso di formazione. Infine l'azione, che qui si traduce nella conversazione, nel dialogo che da solo può cambiare ogni cosa. 

Molto interessanti le riflessioni dell'autrice che non solo fanno luce su aspetti su cui magari non ci si sofferma durante la lettura, ma che va anche a rivalutare in un certo senso l'opera della Austen. Per troppo tempo bistrattata e considerata dai critici semplice letteratura femminile, è in realtà molto di più. La leggerezza del racconto, l'ironia spiccata che lo contraddistingue, sono in realtà una facciata che nasconde tanto di più. Il percorso delle protagoniste, la loro ricerca della felicità, che è vero, passa in questo caso per il matrimonio, diventa però un bellissimo racconto di formazione che le porta a crescere e a diventare diverse in virtù del rapporto tra loro e l'altro, in questo caso il personaggio maschile. 

Estremamente interessante anche il legame con Virginia Woolf, in particolare col suo saggio più famoso. Parlando per l'appunto dello spazio geografico in cui si muovono l'autrice scrive: C'è un sapere delle ragazze austeniane molto preciso, quello della solitudine, lontano dagli umani e vicino a Madre Natura, per capire, ragionare, affrontare se stesse, anche usando la breve libertà di qualche miglio sulle proprie gambe. E ancora: Azzardo allora che la passeggiata, la camminata, il giro del giardino in solitudine inventati da Jane Austen precedono e vanno nella stessa direzione della stanza tutta per sè; sono, insomma, una vera, antecedente, invenzione simbolica che si affianca all'altra, quella delle conversazioni che sempre si svolgono in presenza di una donna. 

Ho divorato questo saggio in pochissimo tempo, catturata dalla prosa, dalla ricchezza delle informazioni che sono frutto di tante ricerche ma che riflettono anche l'amore dell'autrice per Jane Austen e le sue opere. Mi è piaciuto talmente tanto che mi dedicherò ad una rilettura dei romanzi pensando in particolare alle chiavi di lettura di cui si parla nel saggio. Sono partita con Orgoglio e Pregiudizio, uno dei miei preferiti, "il romanzo delle conversazioni" e devo dire che è stato interessante leggerlo con un diverso approccio. Consiglierei questo saggio sia a chi come me ama già Jane Austen, sia a chi finora l'ha snobbata non sapendo di perdersi così tanto. Buona lettura!

“Quello che si mostra nei suoi romanzi è una psicologia dei comportamenti che tiene insieme essere, avere e fare: siamo ciò che siamo, ciò che abbiamo e ciò che facciamo. e rispondiamo dell'equilibrio o meno con cui riusciamo a far convivere questi tre piani del nostro esistere concreto in relazione agli altri.”


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