L'acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito
Buona giornata cari Lettori! Oggi parliamo di un romanzo che ho letto in un paio di giorni e che mi ha davvero colpita con la sua storia.
L'acqua del lago non è mai dolce è un romanzo di Giulia Caminito, scrittrice romana e già autrice di due romanzi. Quella raccontata in questo romanzo è una storia familiare, la storia di una famiglia indigente, problematica, la famiglia di Antonia e Gaia. Antonia è una donna forte, una donna decisa, che non scende a compromessi e che lotta per quello che le spetta. Lei da sola sostiene una famiglia, un marito invalido dopo un incidente sul lavoro e quattro figli. La storia ha inizio quando Antonia ottiene una nuova casa per sè e la sua famiglia ad Anguillara Sabazia, un paesino sulle sponde del lago di Bracciano. Antonia ha instillato nei suoi figli il senso della giustizia, l'indipendenza e la forza di lottare.
E' su Gaia in particolare che si concentrano le attenzioni di Antonia; vuole che sua figlia viva una vita diversa dalla sua, vuole che studi, che trovi un buon lavoro, che faccia carriera, vuole che riscatti in un certo modo tutti i sacrifici che ha fatto. Così anche dopo il trasferimento sul lago, la manda a scuola a Roma, in un liceo perbene della capitale. Gaia impara a sacrificarsi, impara a non lamentarsi mai, a studiare, studiare sempre. Ma Gaia dalla madre ha preso anche la forza di volontà, la rabbia, quella rabbia che le si legge negli occhi ogni volta che viene trattata male, ogni volta che subisce un torto. Una rabbia che si trasforma a volte in violenza, che come le correnti del lago la attira sempre più in basso.
Ho letto questo romanzo spinta da alcuni pareri entusiastici, ma devo ammettere che non mi aspettavo una storia così forte, quasi brutale. Lo stile dell'autrice è in grado di trascinarti all'interno del racconto, di sentire quello che sentono i suoi personaggi, di provare le stesse emozioni di Gaia, la ragazza di cui inizialmente non sappiamo nulla ma che è il filo conduttore del racconto. Lo stile è emozionante, quasi ipnotico e molto profondo. Potrebbe sembrare una storia come tante, la storia di una famiglia complicata, di una vita difficile, ma in realtà la Caminito mette in scena una serie di temi che si discostano da quella che è la norma.
Il racconto si concentra sulla difficile adolescenza, e in parte anche sulla vita adulta, di Gaia. Adolescenza non facile perchè vivono in una casa non loro, non hanno quasi nulla che gli appartiene, il padre non può più lavorare e l'unica a mandare avanti la baracca è Antonia. Gaia e i suoi fratelli non crescono come la maggior parte dei ragazzini, crescono con diverse mancanze, facendo sacrifici su sacrifici. Vivono in un ambiente familiare difficile e imparano presto a farsi valere sia dentro che fuori le mura domestiche.
I personaggi che colpiscono di più sono sicuramente Antonia e Gaia. Le potremmo definire due facce della stessa medaglia, ma in realtà alla fine è Antonia quella forte, quella che vuole, vuole, vuole e infine ottiene. Gaia è così presa dalla voglia di rivalsa, dal diventare quello che la madre desidera per lei, che si dimentica chi è, si dimentica cosa vuole davvero. Gaia si annulla ed esce fuori solo quando la rabbia che costantemente cova dentro di sè esplode. E questa rabbia esplode nei modi più inaspettati, con una violenza che da questa ragazzina con i capelli rossi e le lentiggini non ti aspetteresti mai.
I personaggi di questo romanzo non sono personaggi positivi, quasi nessuno di loro lo è. Hanno tutti lati oscuri più o meno accentuati che emergono pagina dopo pagina. E forse è proprio per questo che la storia risulta essere tanto potente, tanto forte ma brutale. Il racconto è reale, ma amaro fino all'estremo. I temi toccati sono innumerevoli, si parla di famiglia, di amicizia, di povertà, di tradimenti, di dolore e di rabbia, di cosa significhi essere giovani e crescere.
L'acqua del lago non è mai dolce è un racconto profondamente emozionante e arriva con facilità a toccare le corde più profonde dell'anima. Non vi aspettate lieto fine, il finale resta in linea con il racconto. Ed è giusto così, perchè da certe cose non si guarisce mai, ci sono cose che non si possono sistemare, antri bui come il fondo di un lago da cui cerchiamo di fuggire, ma che ci attirano sempre più giù. Buona lettura!
"Non c'è mai stato un luogo per me, un mio stare al posto adatto."