Kitchen di Banana Yoshimoto

Buona giornata cari Lettori e buon inizio settimana! Oggi vi parlo di una delle mie ultime letture, probabilmente quello che viene considerato il romanzo più famoso di una delle più popolari romanziere giapponesi dei nostri anni. 

Kitchen è il primo romanzo pubblicato in Italia di Banana Yoshimoto, una delle scrittrici giapponesi più apprezzate al mondo. Per me si tratta del primo approccio con questa autrice, nell'ultimo periodo ho deciso di iniziare a leggere più autori orientali, in particolare coreani e giapponesi. Non sapevo bene cosa aspettarmi da questo romanzo, ma devo ammettere che mi ha stupito in positivo.

Protagonista del racconto è Mikage, una giovane donna orfana che perde improvvisamente anche la nonna, l'unica famiglia che le era rimasta. Sola, viene inaspettatamente accolta da Yuichi, un vecchio amico/conoscente e da sua madre. Il titolo del romanzo rimanda all'ossessione di Mikage per la cucine, viste principalmente come luogo di ritrovo di una famiglia e riflesso stesso dei componenti della famiglia. Diviso in due parti, Kitchen e Plenilunio, questo brevissimo romanzo tocca tantissimi temi piuttosto profondi.

Si parla di morte, lutto, solitudine, di cibo, di famiglia, di amicizia e di molto altro ancora. Tutto con uno stile delicato, quasi onirico, che rimanda alle atmosfere dello shōjo manga e che rende il racconto davvero particolare, diverso ed originale. La storia è intrisa di tristezza e malinconia, ma la delicatezza con cui l'autrice racconta di Mikage, Yuichi ed Eriko, l'onestà con cui vengono trattati dei temi spinosi, rendono il racconto estremamente intrigante ed attuale.

Già ammaliata da Kitchen, ho ricevuto il colpo di grazia dall'altro racconto contenuto in questa edizione, Moonlight Shadow. Anche in questo caso si parla di morte e lutto, io l'ho trovato davvero bellissimo e molto commovente. Ho sottolineato diversi passaggi, mi è sembrato di leggere qualcosa scritto appositamente per me.

"Non posso più restare qui. Momento per momento vado avanti. É il flusso del tempo che non si può fermare, non posso farci niente. Io vado. Una carovana si ferma e un'altra riparte. Ci sono persone che potrò incontrare ancora, altre che non rivedrò più. Persone che passano senza che io me ne accorga, persone che incrocio appena. Man mano che li saluto, ho la sensazione di diventare più pura. Devo vivere guardando il fiume che scorre."

Non mi aspettavo di amare così tanto questo romanzo nè la scrittura di Banana Yoshimoto, il mio rapporto con gli autori giapponesi non è particolarmente buono di solito, e invece ho trovato il racconto meraviglioso, mi ha trasportato in un altro luogo e in un altro tempo, non vedo l'ora di conoscere meglio questa autrice. Buona lettura!

Però chi nella vita non conosce almeno una volta la disperazione e non capisce quali cose valgano veramente, diventa adulto senza avere mai capito che cosa sia veramente la gioia. Io sono stata fortunata.


Post più popolari