[Intervista] Radio Christmas di Federica Tronconi

INTERVISTA A FEDERICA TRONCONI

Ciao Federica! Raccontaci un po' la tua vita, cosa hai fatto e adesso cosa fai?
Buongiorno a voi e grazie mille della vostra splendida ospitalità. Nasco professionalmente come giornalista (anche radiofonica), poi dopo una lunga gavetta ho iniziato a specializzarmi nella comunicazione aziendale, formandomi e acquisendo competenze sulle strategie di comunicazione (tradizionali e digitali) di cui le società hanno bisogno per il loro brand, la comunicazione interna ed esterna. Nel tempo libero sono appassionata di sport e della lettura: ho sempre con me un libro in borsa, per poter leggere in qualsiasi momento ci sia occasione. Da questa passione è nato il progetto di L’ultima riga (www.ultimariga.it), un punto online di ritrovo per tutti i lettori che vogliono condividere il piacere della lettura. La volontà di scrivere è nata dopo un lungo percorso di consapevolezza e dopo essere diventata una lettrice forte – la lettura è la palestra della scrittura. L'idea di scrivere una novella natalizia come ti è venuta e perché? Sono nati prima i personaggi di Radio Christmas, poi la storia. Durante il primo lockdown - nel 2020 - ho iniziato a crearli, a dargli una caratterizzazione. Poi è nata la storia, principalmente volevo parlare del perdono, qualcosa che conosciamo bene tutti ma che fatichiamo ad applicare nella nostra vita. 

La tua novella è dedicata un po’ anche al mondo della musica. E' una dimensione che ti appartiene?
Non particolarmente. La musica nella novella è in funzione della dimensione lavorativa della protagonista (Sara è una speaker radiofonica). E’ lei che ci fa entrare in contatto con la musica attraverso il suo lavoro. In radio, soprattutto in quelle locali, c’è molto intrattenimento ma anche canzoni a rotazione. Ecco, volevo un po' che ci fosse questo sottofondo nel romanzo, questa ambientazione. La dimensione nel romanzo che mi appartiene è il giornalismo radiofonico che ho vissuto in prima persona e ho adorato.

Raccontaci un personaggio del tuo libro. Quello che ami di più e che ti ispira simpatia.
Non c’è un personaggio in particolare che amo di più. Sara forse è il più complesso per il suo passato che torna, con cui deve fare ancora i conti, che le rende difficile decifrare le emozioni e gestirle. Mi piacciono i personaggi complessi perché hanno maggiore tridimensionalità, hanno sempre qualcosa di interessante che può essere raccontato, rappresentano un po' tutto quello contro cui noi combattiamo ogni giorno: i fantasmi e i demoni che a volte ci fanno inciampare. E questi sono aspetti che mi piace raccontare. 

Tre aggettivi che ti rappresentano... 
Non riesco ad auto elogiarmi quindi preferisco scegliere tre difetti: complessa, eccessivamente riflessiva, sensibile (sì, in una società come quella di oggi lo considero un difetto, non un pregio). 

 Stai lavorando a qualcos'altro? Svelaci qualcosa!
Sto scrivendo un racconto che verrà pubblicato in primavera ma non posso raccontare ancora nulla. E poi finito questo lavoro vorrei tanto tornare sui campi di pallacanestro. C’è una storia che aspetta di essere raccontata e la mia editor mi incalza!

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