[Intervista #5] Coffee Time with Antonio Pellegrino

Eccoci con la nostra settimanale Rubrica : Scrittori Emergenti e Locali in collaborazione con MariaGrazia del Giornale Online "SannioLife". Quest'oggi abbiamo un intervista fatta con l'autore Antonio Pellegrino origianario d'un piccolo paesino in provincia di Benevento. TROVERETE il LIBRO nella nostra Libreria, oppure potrà esservi spedito ..spese di spedizione gratis. Partiamo...


Scrivere è la vocazione fondamentale della sua vita. In un permanente dialogo con tutto ciò che lo circonda egli si muove con la e nella sua poesia, incalzante nel sollecitarlo ad essere e a esserci. La letteratura di Antonio Pellegrino è introspezione. Profonda, continua, imperante. Un cammino verso l’io. Lo dice e lo racconta il titolo di una delle sue ultime pubblicazioni, lo abbiamo inteso da lui stesso in una piacevole chiacchierata informale. Il bisogno vitale con cui l’autore (ri)cerca e si nutre di emozioni, immagini, sentimenti, riflessioni di quel mondo che lo circonda, prende forma e sostanza in un cammino verso l’essenza di se stesso, che poi diviene una chiave di lettura universale. Uno scrivere complesso, che ricalca il senso della profonda mission che si propone. Un viaggio in cui, ci permettiamo di dire, l’autore e la sua poesia si fondono e si confondono, fino a divenire un’unica essenza, quell’essenza che entra e si impossessa del suo scrivere.  Ed è in Immacolata solitudine, in cui coincidono punto di partenza e arrivo della ricerca, che si consuma anche il connubio con la natura, refrigerio del corpo e dell’anima, ma a volte anche foriera di stati d’animo cupi, infelici. L’itinerario di Pellegrino è denso, ma ciò nonostante ancora in pieno divenire, in un percorso segnato da altri due tasselli, gli ultimi in ordine di tempo, che certificano un’ulteriore tappa: Immacolata Solitudine e Itinerario verso l’io. Poesia il primo, narrativa, il secondo. Ma la poesia riveste un ruolo privilegiato nel suo scrivere, in cui troviamo diverse parole care: solitudine, assenza, essenza, per citarne alcune, ma a noi ha colpito il nulla che aleggia in Immacolata solitudine. E da qui parte la prima delle tre domande di un tè con l’Autore.

Il nulla, che è tra gli ‘spettatori’ privilegiati di Immacolata solitudine, è il timore di qualcosa, e se si, di cosa?

"E' il timore della perdita dell'identità dell'individuo, minacciata continuamente dai modelli culturali imposti dal sistema sociale. E' il timore dell'incolmabilità della distanza che separa l'io conscio dall'io inconscio, il nostro io dal proprio tu. Niente a che vedere dunque con il concetto di nulla solitamente inteso: il nulla dopo la morte, il vuoto, ecc."

Unitamente alla realtà che viviamo, c’è un dovere sociale a cui oggi è chiamato chi scrive?

"Il dovere imprescindibile a cui è chiamato, per vocazione sua propria, chi scrive, è di imparare a conoscersi fino a toccare i più estremi confini della propria essenza, della propria irripetibile identità di "uomo". Tale anelito richiede l'immane sforzo di rimanere preservato dalle contaminazioni veicolate dai modelli sociali sempre in agguato. La comunicazione che ne deriva attraverso lo scritto diventa così un dono di autenticità assoluta che lo scrittore e il poeta fanno al lettore."

In questa solitudine e ricerca di se stessi che parte occupa la fede?

E' la fede nell'individuo e nella sua essenza umana a occupare il primo posto nella scala dei valori che come scrittore e come poeta mi propongo. La fede nell'uomo è l'energia possente che spinge l'io verso la ricerca della propria identità fino a riconoscersi come distinzione assoluta e diversità rispetto agli altri, dotati a loro volta di proprie distinzioni e diversità. Nel complesso cammino verso questa ricerca risultano essere riconoscibili (e non acriticamente subiti, come solitamente accade) anche i concetti di Dio e di comunione umana.

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