Le Beatrici di Stefano Benni

Buon pomeriggio lettori!
Buona domenica e buon fine settimana!
In pieno clima "festa della donna" ho deciso di recensirvi la mia ultima lettura!

"Otto monologhi al femminile. Una suora assatanata, una donna ansiosa e una donna in carriera, una vecchia bisbetica e una vecchia sognante, una giovane irrequieta, un'adolescente crudele e una donna-lupo. Un continuum di irose contumelie, invettive, spasmi amorosi, bamboleggiamenti, sproloqui, pomposo sentenziare, ammiccanti confidenze, vaneggiamenti sessuali, sussurri sognanti, impettite deliberazioni. Uno "spartito" di voci, un'opera unica, fra teatro e racconto. Una folgorazione."

Le Beatrici è una raccolta di otto monologhi al femminile intervallati da poesie e ballate.
Come afferma lo stesso Benni a fine libro in una sua nota: "Beatrici è uno spettacolo-laboratorio [...]. E' stata l'occasione per mostrare che esistono giovani attrici italiane di talento e non necessariamente devono essere ingoiate dalla televisione".

I monologhi contenuti in questo libro sono delle specie di piccole denunce sociali. Sono liberi flussi di parole e pensieri (non ci sono segni di punteggiatura) a cui le protagoniste si abbandonano. Leggendo i loro pensieri e le loro parole vengono portati alla luce aspetti e condizioni della vita delle donne che in antichità non venivano presi in considerazione e che, anche al giorno d'oggi, molte volte, vengono ignorati o semplicemente dati per scontato.

Anticamente, ad esempio nel XIII/XIV secolo, la donna era considerata come un oggetto privo di pensieri e senso critico.
Ne sono testimoni i fabliaux, piccoli racconti brevi in versi di stampo comico-parodico in cui la donna non è altro che un oggetto senza un nome, volto a soddisfare i bisogni fisici dell'uomo ( da questi racconti traspare la profonda misoginia medievale).

Ne sono testimoni anche i componimenti dei poeti stilnovisti ( da cui non traspare misoginia, sia chiaro). I poeti stilnovisti consideravano la donna un angelo che poteva calmare e raffinare i loro animi con un solo sguardo.
Come sappiamo questa concezione della donna venne ripresa da Dante.
Egli amò Beatrice Portinari che è proprio la protagonista del primo monologo del libro di Benni.
La figura di Beatrice, anche a scuola, è sempre stata interpretata come una figura piatta, senza sfaccettature... è la donna angelo cantata da Dante. Punto.
Ma non è solo questo. E' una donna che ha vissuto la sua vita non sempre legata a quella del poeta.
La Beatrice del monologo di Benni è proprio una donna con dei sentimenti, con un proprio pensiero... E' SOGGETTO non più solo oggetto d'amore.

Questo monologo, così come gli altri, sono caratterizzati da una sottile vena ironica: Benni in un modo tutto particolare colpisce alcuni pilastri e non della nostra cultura e società.
Le protagoniste dei monologhi sono personificazioni della vera essenza della nostra società (o almeno la maggior parte).
Prendiamo ad esempio il monologo "La presidentessa". Parliamo di una donna in affari, che ha avuto un grande successo. Inutile dire che molte volte, persone con una mentalità fortemente maschilista pensano che una donna che ha avuto successo deve aver per forza  compiuto azioni discutibili dal punto di vista sessuale. Una donna può arrivare al successo grazie alla sua intelligenza e anche grazie alla sua furbizia in affari. E' proprio questa la presidentessa di Benni. Una donna che sa fare affari, sa come muoversi nell'ambiente in cui è inserita consapevole che la società in cui vive è governata dalla menzogna.

Ammetto che uno dei monologhi che mi è piaciuto e colpita di più è stato "vecchiaccia". Questa donna ormai anziana cerca di rassegnarsi al fatto che ormai viene considerata solo una vecchietta abbandonata in una casa da riposo non più una persona che ha vissuto una vita con dei problemi, sofferenze, passioni e gioie.
Mi ha colpita molto la scena in cui la signora racconta di come il suo più grande amore sia stato fucilato dai fascisti.
Personalmente mi sono sentita molto vicina a questo monologo perché ho sempre ascoltato i racconti di mia nonna che ha vissuto nel periodo della Seconda Guerra Mondiale (fortunatamente non dovendo affrontare le stesse tragiche vicende della vecchietta del monologo).

In conclusione, è un libro piacevole e leggero. Può essere letto nei periodi in cui si hanno molti impegni e non si ha voglia di dedicarsi alla lettura di un romanzo ( i monologhi del libro non sono molto lunghi). Allo stesso tempo i monologhi possono anche diventare spunti di riflessione e arricchire il nostro bagaglio culturale.

Consiglio di leggere i monologhi e guardare su youtube o su altre piattaforme la performance delle attrici.
Vi lascio qui alcune performance:
Attesa
La presidentessa

Alla prossima recensione!

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