Mansfield Park di Jane Austen
Mansfield Park è l'ultimo tra le opere complete di Jane Austen uscito per Storie senza Tempo e che ho riletto in questa calda estate. Avevo vaghi ricordi di questo romanzo, letto anch'esso per la prima volta insieme a tutti gli altri quando ero appena adolescente, e devo ammettere che, tra tutti i romanzi della Austen, questo è sempre stato quello che preferisco meno. Purtroppo la rilettura dopo anni e anni dalla prima non ha fatto che confermare quello che ricordavo, ma parliamone insieme.
Partiamo dal riassumere in breve la trama; la protagonista del racconto è Fanny Price, che da bambina viene affidata ai ricchi zii di Mansfield Park, Sir Thomas e Lady Bertram. Qui, anche se crescerà insieme ai figli degli zii ed educata insieme a loro, sarà sempre trattata come un'aggiunta, una sgradita aggiunta per alcuni. L'unico a trattarla con gentilezza è il cugino Edmund che farà il possibile per farla sentire a casa. Anni dopo, nelle vicinanze di Mansfield si trasferiscono Henry e Mary Crawford, fratello e sorella, che romperanno i fragili equilibri della famiglia Bertram.
Come in ogni altro romanzo della Austen, anche in questo caso assistiamo allo sviluppo di una storia che, traendo spunto dalla società dell'epoca, non fa altro che prenderla in giro con velata ironia. Lo stile della Austen è quello che tutti amiamo, ironico, frizzante, scorrevole e ricco. Dobbiamo dire però che, rispetto agli altri suoi romanzi, Mansfield Park soffre di una lentezza e di un ritmo che lo rendono molto meno apprezzabile di altre sue opere.
Inoltre, e credo che stia proprio in questo la principale differenza tra Mansfield Park e gli altri romanzi della Austen, in questo caso protagonista del racconto è una giovane donna che ha poco in comune con le altre protagoniste di cui abbiamo letto. Fanny non ha il carattere di Elizabeth Bennet, nè la dolcezza e la ragionevolezza di Elinor, non ha neanche la fantasia di Catherine, lo spirito di Emma o la maturità di Anne. Fanny è fin troppo docile e remissiva, l'unica cosa che desidera è piacere agli altri ed è sempre pronta a mettersi in secondo piano, a soddisfare le aspettative e i desideri degli altri piuttosto che i suoi.
Devo dire che in questo caso neanche gli altri personaggi aiutano moltissimo; dagli zii di Fanny ai fratelli Crawford, passando per le due cugine, tutti i personaggi di questo racconto sono ai limiti dell'insopportabile. Credo che in nessun romanzo della Austen siano contenuti tanti personaggi negativi e anticipatici come in Mansfield Park. Il racconto resta per quello che mi riguarda molto meno intrigante degli altri romanzi della zia Jane, ma è comunque un suo romanzo e come tutti gli altri contiene diverse parti molto interessanti e alcuni spunti di riflessione sulla società dell'epoca e sull'opportunismo di alcuni membri di quella società. L'ho apprezzato un po' di più rispetto alla prima volta in cui l'ho letto, ma non posso dire sia uno dei miei preferiti. Buona lettura!
Partiamo dal riassumere in breve la trama; la protagonista del racconto è Fanny Price, che da bambina viene affidata ai ricchi zii di Mansfield Park, Sir Thomas e Lady Bertram. Qui, anche se crescerà insieme ai figli degli zii ed educata insieme a loro, sarà sempre trattata come un'aggiunta, una sgradita aggiunta per alcuni. L'unico a trattarla con gentilezza è il cugino Edmund che farà il possibile per farla sentire a casa. Anni dopo, nelle vicinanze di Mansfield si trasferiscono Henry e Mary Crawford, fratello e sorella, che romperanno i fragili equilibri della famiglia Bertram.
Come in ogni altro romanzo della Austen, anche in questo caso assistiamo allo sviluppo di una storia che, traendo spunto dalla società dell'epoca, non fa altro che prenderla in giro con velata ironia. Lo stile della Austen è quello che tutti amiamo, ironico, frizzante, scorrevole e ricco. Dobbiamo dire però che, rispetto agli altri suoi romanzi, Mansfield Park soffre di una lentezza e di un ritmo che lo rendono molto meno apprezzabile di altre sue opere.
Inoltre, e credo che stia proprio in questo la principale differenza tra Mansfield Park e gli altri romanzi della Austen, in questo caso protagonista del racconto è una giovane donna che ha poco in comune con le altre protagoniste di cui abbiamo letto. Fanny non ha il carattere di Elizabeth Bennet, nè la dolcezza e la ragionevolezza di Elinor, non ha neanche la fantasia di Catherine, lo spirito di Emma o la maturità di Anne. Fanny è fin troppo docile e remissiva, l'unica cosa che desidera è piacere agli altri ed è sempre pronta a mettersi in secondo piano, a soddisfare le aspettative e i desideri degli altri piuttosto che i suoi.
Devo dire che in questo caso neanche gli altri personaggi aiutano moltissimo; dagli zii di Fanny ai fratelli Crawford, passando per le due cugine, tutti i personaggi di questo racconto sono ai limiti dell'insopportabile. Credo che in nessun romanzo della Austen siano contenuti tanti personaggi negativi e anticipatici come in Mansfield Park. Il racconto resta per quello che mi riguarda molto meno intrigante degli altri romanzi della zia Jane, ma è comunque un suo romanzo e come tutti gli altri contiene diverse parti molto interessanti e alcuni spunti di riflessione sulla società dell'epoca e sull'opportunismo di alcuni membri di quella società. L'ho apprezzato un po' di più rispetto alla prima volta in cui l'ho letto, ma non posso dire sia uno dei miei preferiti. Buona lettura!