Norwegian Wood di Haruki Murakami
Buona giornata cari Lettori! Sono tornata a Murakami, autore con cui non ho avuto un ottimo primo approccio. Ho deciso quindi di cimentarmi con uno dei suoi romanzi più famosi e popolari.
Norwegian Wood è definito da molti uno dei romanzi meno tipici di Murakami, perchè rispetto ad altre opere ha un'impronta più realistica e ancorata alla realtà. Tōru Watanabe è il protagonista del racconto ed è lui a introdurre la sua storia da adulto in un lungo flashback che lo riporta agli anni dell'università. Sono le parole di Norwegian Wood che richiamano alla sua mente eventi che lo hanno segnato per sempre: l'università, l'incontro con Naoko, le amicizie, l'amore, il senso di solitudine. É proprio il ricordo di Naoko, la dolce fragile Naoko, che lo riporta indietro nel tempo.
Il protagonista si imbatte per la prima volta nella morte appena diciassettenne e la sua vita cambia per sempre. Il dolore, la perdita, il lutto, diventeranno una sorta di fil rouge di cui non riuscirà mai davvero a liberarsi. Diviso a metà tra la vita e il futuro e la morte e il passato, Tōru è diviso anche tra Naoko, il suo primo amore, una giovane donna estremamente fragile che combatte contro il demone della depressione, e Midori, la cui vitalità è esattamente l'opposto di Naoko.
Un po' memoir, un po' romanzo di formazione, la storia di Tōru non è un racconto a cui è facile approcciarsi. Partiamo dal presupposto che il mio rapporto con Murakami non è idilliaco, ho letto qualche tempo fa A sud del confine, a ovest del sole e devo ammettere che la lettura mi ha un po' deluso. Norwegian Wood mi è piaciuto di più ma con qualche riserva. Stavolta penso di aver compreso perchè lo stile di Murakami, e in generale le sue opere, siano tanto amate. In questo romanzo una delle cose che mi ha colpito di più è sicuramente lo stile semplice ma ricercato, la prosa profondamente evocativa, il modo in cui si parla di temi fortissimi ma senza scadere mai nel banale.
Dal punto di vista emotivo Norwegian Wood è un viaggio di un certo spessore; si parla di morte, di lutto e dolore, di depressione e malattie mentali, di solitudine. Insomma non è una storia che si legge a cuor leggero perchè il racconto si trascina dietro un bagaglio emotivo notevole a cui è impossibile restare indifferenti. Per quanto lo abbia apprezzato più del precedente romanzo letto, devo anche dire che non mi ha catturata completamente, ho trovato alcuni passaggi molto lenti e sinceramente non ho apprezzato particolarmente neanche il protagonista. É vero che parliamo di un romanzo di formazione, quindi posso comprendere in parte i motivi dietro gli atteggiamenti di Tōru, ma ciò non toglie che a volte sarei voluta entrare nel libro per prenderlo a schiaffi.
Discorso a parte invece va fatto a mio parere per Naoko, Midori e anche per Reiko, personaggio che ho trovato davvero ben centrato. Attraverso Naoko Murakami è riuscito a parlare di depressione senza appesantire il racconto. Le fragilità di Naoko, il suo sentirsi inadeguata alla vita, gli sforzi per guarire, il passato che continua a tornare per reclamarla, sono la parte del romanzo che ho amato di più. Ci sono pagine bellissime che ho sottolineato interamente, intrise di una profonda malinconia che permea alla fine tutto il racconto. I personaggi femminili di questo racconto, Naoko e Midori, sono l'una l'antitesi dell'altra. La contrapposizione tra loro si trasforma nella contrapposizione tra vita e morte, tra futuro e passato.
Murakami, parlando del romanzo, ha detto che o lo si ama o lo si odia; io sono a metà, mi è piaciuto, a tratti molto, ma non lo considero un capolavoro. É un romanzo molto intimistico, c'è tanto su cui riflettere e probabilmente tra qualche anno lo rileggerò perchè forse questo non era il periodo giusto per approcciarmi ad una storia del genere. Mi ha affascinato, moltissimo, perchè si discosta da quelle che potremmo considerare le classiche letture occidentali. Pur non avendolo trovato il romanzo imperdibile che pensavo, trovo che sia una lettura che mi ha arricchito. Leggerò sicuramente altro e magari prima o poi io e Murakami ci capiremo. Buona lettura!