[Segnalazione] La casa sfitta di Charles Dickens - Wilkie Collins - Elizabeth Gaskell - Adelaide Anne Procter
A centocinquant’anni dalla morte di Dickens, maestro della narrativa europea, viene proposto per la prima volta in Italia il romanzo originariamente pubblicato nell’edizione natalizia della rivista «Household Words», da lui diretta. Quattro scrittori le cui esistenze si intrecciano nella vita come nell’arte, dal cui
sodalizio, osserva una delle curatrici, Camilla Caporicci, viene fuori «una trama fulmineamente tratteggiata dall’ingegno di Collins, su cui si innestano i personaggi memorabili di Dickens, dipinti con l’impareggiabile accuratezza propria del romanziere, che riesce sempre, con appena poche parole, a estrarre il cuore di un carattere, presentando al lettore figure assolutamente peculiari e allo stesso tempo intrise di realtà».
Dickens e Collins delineano, nel novembre del 1958, cornice e trama della storia e chiedono la collaborazione della Gaskell e della Procter, «secondo un uso tipico di Dickens, che spesso faceva delle storie natalizie terreno d’incontro di diversi scrittori, quasi a sancire attraverso la collaborazione letteraria quello spirito universale di cooperazione che rappresentava per lui il senso stesso del Natale».
La cornice narrativa, scritta da Dickens e Collins, introduce il cuore del racconto: l’anziana Sophonisba si trasferisce a Londra ed è tormentata dall’inquietante presenza nel suo quartiere di una casa sfitta e abbandonata. Per placare le sue ansie, il fedele servitore Trottle e l’anziano spasimante Jarber si cimentano in alcune indagini: «le quattro “fonti” attraverso cui i tre improvvisati investigatori vengono gradualmente a scoprire la storia della casa [...], rappresentano i contributi dei quattro autori del racconto. Contributi che non hanno la pretesa di armonizzarsi tra loro, quanto di offrire invece al lettore un ventaglio multicolore di stili e intenzioni artistiche diverse, e che sembrano giocare sulla difformità dichiarata e giustificata a livello testuale dalla diversa natura delle “fonti stesse”, per lasciar affiorare all’interno di un’unica narrazione le peculiarità che caratterizzano la scrittura specifica di ognuno dei quattro scrittori».
La casa sfitta fa capo alla collana Atlantide: in letteratura sono molti i tesori ancora sommersi, mai tradotti nella nostra lingua o dimenticati e non più editati da tempo, ma non per questo, se fatti emergere, non svelerebbero ancora la loro bellezza intrinseca.Come gli archeologi e gli storici di tutti i tempi che hanno ipotizzato la reale esistenza della potenza antica, tentando di localizzarla e di darle vita, così la Jo March tenta di far affiorare qualcosa che merita attenzione, studio, approfondimento. Nord e Sud di Elizabeth Gaskell, La storia di una bottega di Amy Levy, sono le prime uscite di una collana che intende procedere con continuità ma anche con un ritmo disteso, dettato dallo studio e dalla ricerca, prima che dal mercato, o perlomeno cercando di trovare un giusto compromesso con la velocità propria dell’editoria che non tolga niente alla qualità. La prefatrice e traduttrice Camilla Caporicci è dottore di ricerca in letterature comparate. Ha studiato e lavorato per quasi due anni in Inghilterra presso l’università di Nottingham e il Warburg Institute di
Londra; le sue principali pubblicazioni accademiche si concentrano principalmente sul rapporto tra la
letteratura inglese, con un occhio di riguardo per la produzione shakespeariana, e la letteratura europea e in particolar modo italiana. Le traduttrici e curatrici Valeria Mastroianni e Lorenza Ricci, studiose di letterature comparate e semiotica, da anni attive nell’editoria, sono ideatrici del progetto Jo March e direttrici editoriali della collana “Atlantide”.