I falò dell'autunno di Irène Némirovsky
I falò dell'autunno è l'ultimo romanzo scritto da Irène Némirovsky prima di essere deportata ad Auschwitz. Credo che tra tutti quelli che ho letto finora sia anche quello più duro, il più disilluso di tutti. Ormai la situazione in Francia era diventata insostenibile e neanche da chi aveva dimostrato di apprezzarla come scrittrice ebbe il sostegno che avrebbe desiderato in quei momenti così drammatici della storia umana.
Anche questo romanzo parla di guerra, in realtà la storia copre un arco di tempo che si snoda tra le due guerre mondiali. I protagonisti del racconto sono Bernard e Thèrese. Quando il racconto inizia i due sono giovanissimi e si trovano a vivere e a vedere per la prima volta con i loro occhi la guerra. Bernard parte per il fronte e spende alcuni dei suoi migliori anni di vita in trincea, patendo atroci sofferenze e subendo un tale cambiamento da non sembrare più lo stesso. Thèrese resta a casa, ma patisce ugualmente, soffre e spera in un futuro migliore. Una volta finita la guerra Bernard e Thèrese si sposano, ma Bernard non è più il giovane uomo che era un tempo.
E' sfinito da quello che ha visto in guerra ed è preso dalla stessa frenesia di chi, dopo il conflitto, cerca a tutti i costi di arricchirsi, di diventare qualcuno in un paese in cui sembra non ci siano più limiti nè inibizioni. L'atteggiamento di Bernard è però completamente opposto a quello di Thèrese, l'unico personaggio positivo di questo racconto che non si lascia sopraffare dalla bruttura e dal male che la circonda, ma che resta pura in un certo senso. Il rigore morale di Thèrese non viene mai meno, nemmeno nei momenti più bui della sua vita. Al contrario Bernard non fa che inseguire un successo e una ricchezza che, come ben presto capirà, non sono nulla in paragone a quello che già possiede e che lo faranno solo soffrire ancor di più e allontanarlo dalle uniche cose buone della sua vita.
Credo che tra i romanzi che ho letto della Némirovsky questo sia in assoluto il più duro di tutti. I suoi romanzi sono spesso amari, caratterizzati da una particolare vena nostalgica, ma I falò dell'autunno li batte tutti in amarezza. E' una storia complicata in cui nessun personaggio spicca per le sue buone qualità, a parte Thèrese. E' un racconto che parla di amore, ma di un amore difficile e travagliato, parla di guerra ovviamente, di quanto una guerra possa cambiarti nell'intimo. Questo libro sopratutto mette in scena un continuo contrasto tra bene e male, e in questo caso a spuntarla è sempre il male, sono sempre i personaggi negativi, quelli che si comportano peggio ad ottenere di più.
Non credo ci sia bisogno di soffermarsi sullo stile dell'autrice che è probabilmente uno dei più eleganti ed evocativi che abbia mai letto. Il racconto è diviso in tre parti, che scandiscono i principali eventi narrati. Anche in questo caso il tono del racconto è scuro, estremamente nostalgico ma allo stesso tempo anche profondamente disilluso. In questo libro si respira tutta la rabbia e il rancore provati dall'autrice quando lo scrisse. Si tratta dell'ultimo romanzo della Némirovsky, dopo pochi mesi venne deportata, e stava già vivendo nel regime delle leggi antisemitiche. I suoi romanzi non potevano essere pubblicati perchè era ebrea; prima dello scoppio della guerra e dell'occupazione di Parigi da parte dei nazisti, Irène era apprezzata e ammirata, era una delle scrittrici più amate nei salotti letterari francesi.
Allo stesso tempo in questo romanzo è presente anche la speranza. La speranza si riflette in Thèrese che non smette mai di credere che il bene potrà vincere la sua lotta contro il male, che a tutti dovrebbe essere concessa una seconda occasione e che prima o poi il buio finirà e tornerà a risplendere la luce. Meraviglioso come tutti i romanzi che ci ha lasciato in dono, I falò dell'autunno è l'opera che forse meglio di tutte le altre mette a nudo le emozioni e i sentimenti dell'autrice in quegli ultimi mesi. Irène Némirovsky è riuscita a descrivere un'intera generazione, ha indagato nell'animo umano mettendo in scena forze e debolezze e lo ha fatto in modo così attuale che leggendo oggi i suoi romanzi, ci sembra di leggere ancora di noi stessi. Buona lettura!
Anche questo romanzo parla di guerra, in realtà la storia copre un arco di tempo che si snoda tra le due guerre mondiali. I protagonisti del racconto sono Bernard e Thèrese. Quando il racconto inizia i due sono giovanissimi e si trovano a vivere e a vedere per la prima volta con i loro occhi la guerra. Bernard parte per il fronte e spende alcuni dei suoi migliori anni di vita in trincea, patendo atroci sofferenze e subendo un tale cambiamento da non sembrare più lo stesso. Thèrese resta a casa, ma patisce ugualmente, soffre e spera in un futuro migliore. Una volta finita la guerra Bernard e Thèrese si sposano, ma Bernard non è più il giovane uomo che era un tempo.
E' sfinito da quello che ha visto in guerra ed è preso dalla stessa frenesia di chi, dopo il conflitto, cerca a tutti i costi di arricchirsi, di diventare qualcuno in un paese in cui sembra non ci siano più limiti nè inibizioni. L'atteggiamento di Bernard è però completamente opposto a quello di Thèrese, l'unico personaggio positivo di questo racconto che non si lascia sopraffare dalla bruttura e dal male che la circonda, ma che resta pura in un certo senso. Il rigore morale di Thèrese non viene mai meno, nemmeno nei momenti più bui della sua vita. Al contrario Bernard non fa che inseguire un successo e una ricchezza che, come ben presto capirà, non sono nulla in paragone a quello che già possiede e che lo faranno solo soffrire ancor di più e allontanarlo dalle uniche cose buone della sua vita.
Credo che tra i romanzi che ho letto della Némirovsky questo sia in assoluto il più duro di tutti. I suoi romanzi sono spesso amari, caratterizzati da una particolare vena nostalgica, ma I falò dell'autunno li batte tutti in amarezza. E' una storia complicata in cui nessun personaggio spicca per le sue buone qualità, a parte Thèrese. E' un racconto che parla di amore, ma di un amore difficile e travagliato, parla di guerra ovviamente, di quanto una guerra possa cambiarti nell'intimo. Questo libro sopratutto mette in scena un continuo contrasto tra bene e male, e in questo caso a spuntarla è sempre il male, sono sempre i personaggi negativi, quelli che si comportano peggio ad ottenere di più.
Non credo ci sia bisogno di soffermarsi sullo stile dell'autrice che è probabilmente uno dei più eleganti ed evocativi che abbia mai letto. Il racconto è diviso in tre parti, che scandiscono i principali eventi narrati. Anche in questo caso il tono del racconto è scuro, estremamente nostalgico ma allo stesso tempo anche profondamente disilluso. In questo libro si respira tutta la rabbia e il rancore provati dall'autrice quando lo scrisse. Si tratta dell'ultimo romanzo della Némirovsky, dopo pochi mesi venne deportata, e stava già vivendo nel regime delle leggi antisemitiche. I suoi romanzi non potevano essere pubblicati perchè era ebrea; prima dello scoppio della guerra e dell'occupazione di Parigi da parte dei nazisti, Irène era apprezzata e ammirata, era una delle scrittrici più amate nei salotti letterari francesi.
Allo stesso tempo in questo romanzo è presente anche la speranza. La speranza si riflette in Thèrese che non smette mai di credere che il bene potrà vincere la sua lotta contro il male, che a tutti dovrebbe essere concessa una seconda occasione e che prima o poi il buio finirà e tornerà a risplendere la luce. Meraviglioso come tutti i romanzi che ci ha lasciato in dono, I falò dell'autunno è l'opera che forse meglio di tutte le altre mette a nudo le emozioni e i sentimenti dell'autrice in quegli ultimi mesi. Irène Némirovsky è riuscita a descrivere un'intera generazione, ha indagato nell'animo umano mettendo in scena forze e debolezze e lo ha fatto in modo così attuale che leggendo oggi i suoi romanzi, ci sembra di leggere ancora di noi stessi. Buona lettura!