L'anima delle città di Jan Brokken

Buona giornata cari Lettori! Oggi parliamo dell'ultimo romanzo di Jan Brokken che Iperborea ha tradotto e pubblicato per noi.

Erik Satie, Gustav Mahler, Eva Mameli Calvino, Giorgio Morandi, Gaetano Donizetti, Joseph Beuys e tanti altri. Cosa hanno in comune questi personaggi tanto diversi tra loro? Poco o nulla, vengono raccontati in questo volume da Jan Brokken, scrittore olandese che ho imparato a conoscere negli anni proprio per il modo in cui ha saputo raccontare personaggi, artisti e luoghi con un'impronta personalissima e riconoscibile.

L'anima delle città è il suo nuovo romanzo, atipico rispetto ai precedenti. Principalmente perchè non è un vero e proprio romanzo ma piuttosto una raccolta di racconti che hanno come fil rouge personaggi di spicco come musicisti, scrittori e artisti e le città che consideravano casa e che spesso hanno influenzato profondamente la loro opera. Un racconto corale quindi in cui ogni capitolo è dedicato ad un personaggio e ad una città. Ed è così che insieme a Brokken partiamo e vediamo Parigi, Amsterdam, Bologna, Cagliari, Düsseldorf, Bergamo, San Pietroburgo e altre ancora. Ma non ci limitiamo ad essere semplici turisti, conosciamo le città per come le vivevano i personaggi del racconto. 

Brokken è un autore che amo molto, forse uno dei miei autori contemporanei preferiti. Alcuni dei suoi libri sono tra le mie letture preferite. Credo che la cosa che amo di più in Brokken sia proprio la sua capacità di immedesimarsi nei personaggi protagonisti dei suoi libri. Con estrema onestà riesce sempre a raccontare di eventi, luoghi e persone in un modo particolarmente incisivo. In questo libro ritroviamo lo stile di Brokken e anche alcuni dei temi che contraddistinguono la sua opera letteraria.

Si parla di memoria, di ricordi, di passato, di personaggi che in un modo o nell'altro hanno lasciato il segno grazie alla loro arte, alla loro passione. Rispetto però ai suoi precedenti libri in questo caso ho trovato questo scritto meno incisivo, meno ricco di pathos. Credo che questa mia sensazione sia dovuta principalmente al fatto che i racconti siano un po' scollegati tra loro. Si spazia tra tanti temi, tante città, tanti personaggi, e questo ha reso la lettura meno fluida.

Nonostante qualche piccola perplessità durante la lettura, ho trovato comunque il libro molto bello e interessante. I personaggi di cui si parla, in particolare alcuni, mi erano quasi sconosciuti e ho apprezzato il modo in cui Brokken li ha raccontati. Le ambientazioni del racconto sono tante, si parla di città bellissime e l'autore riesce a raccontarle in modo poco convenzionale restituendo dei ritratti particolari. L'itinerario intrapreso e condiviso da Brokken fa luce sul legame che si instaura tra un artista e il luogo in cui vive, il luogo che in un modo o nell'altro influenza le sue creazioni, un legame che a volte sembra quasi invisibile ma che in realtà è viscerale. Buona lettura!

"Mi piace pensare che nessuno scompare senza lasciare in eredità un'orma, un'impronta digitale o un'idea."

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