La famiglia Aubrey#1 di Rebecca West

Siamo in Europa. Precisamente a Londra. Alle soglie del Novecento.

Così comincia:
"Ci fu una pausa così lunga che mi chiesi se mia madre e mio padre avrebbero mai più ripreso a parlarsi. Non temevo davvero che avessero litigato, solo noi bambini litigavamo, ma piuttosto che fossero caduti preda di un incantesimo [...]"
In uno scenario storico particolarmente complesso e inquieto si svolge la storia raccontata da Rebecca West (Fazi Editore). Il romanzo, il primo di una trilogia, narra le vicende di una famiglia di artisti: la famiglia Aubrey. 
Andiamo oltre le cinquecento pagine per questa versione romanzata dell'infanzia dell'autrice in cui la scrittura favorisce la riflessione e la piena immedesimazione del lettore attraverso gli occhi di Rose, la voce narrante del romanzo. È lei a guidarci nella conoscenza dei singoli membri della sua famiglia, in una quotidianità scandita da musica, travagliate vicissitudini, indigenza economica e sprazzi di serenità. 
Sullo sfondo le vicende politiche e i grandi cambiamenti di fine secolo ai quali l'autrice ci fa assistere da lontano.

Tre sorelle. Un fratellino. Le gemelle Rose e Mary, entrambe prodigiose nel suonare il piano, hanno ereditato dalla mamma Clare la passione per la musica, e Cordelia, la sorella maggiore. Quest'ultima ha l'orecchio musicale assoluto ma è priva del talento delle sorelle. Forse il personaggio meno "compreso" fino alle ultime pagine, in cui si rivela. Distante dagli altri fratelli. Nel suo "perfetto" ruolo di sorella maggiore. Quindi Richard Quin, l'adorabile fratellino minore, il cui talento musicale non ha ancora trovato precisa collocazione. I bambini sono svegli, astuti e vivono la loro infanzia già come piccoli adulti. Si rifugiano consapevolmente nell'innocenza della loro fantasia e reagiscono ai contraccolpi di una vita non facile.

Tutto ruota intorno alla figura carismatica, seppur ambigua, del padre, visto come un eroe nonostante la gestione sbagliata delle entrate familiari. Una figura paterna fantasma la cui presenza è forte nel racconto di Rose ma assente, eppur condizionante, in una vita familiare che quest'ultimo sfiora senza mai vivere pienamente. E responsabilmente.

L'indigenza economica assilla la madre Clare, appassionata e talentuosa musicista, perennemente impegnata nel centellinare le risorse economiche e rabbonire i creditori. E preoccupata per le sorti di suo marito e dei figli. Tutto in un'atmosfera "leggera" che non opprime il lettore, solidale nel raccogliere la sfida della speranza e della gioia che attraversa le pagine di questo romanzo. La povera famiglia affronta continui trasferimenti, dovuti alla professione di giornalista del papà. E significativi incontri.

La conoscenza di Rosamunde, figlia di una cugina di Clare. "Strane" circostanze fanno incontrare lei e Rose che diventeranno amiche.  E ancora un caso di omicidio. Fino all'incontro con il fantomatico signor Morpungo, personaggio che influisce sulla vicenda familiare, pur comparendo solo alla fine. 
Diversi, eppur circoscritti, appaiono i personaggi e le vicissitudini che regalano una storia dal finale apertissimo. Trattandosi appunto di una trilogia. E disegnando scenari particolarmente interessanti.

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