[L'eterna storia, l'eterno romanzo dell'Uomo che alla guerra si manifesta in tutta la sua verità.] Insciallah di Oriana Fallaci

Buona giornata cari Lettori! Oggi torniamo a parlare di Oriana Fallaci con uno degli ultimi suoi libri che mi restano da leggere.

Insciallah è uno dei pochi romanzi scritti dall'Oriana ed è anche uno dei suoi libri più corposi. Questo romanzo è ambientato nel 1983 in Libano. Protagonisti sono gli uomini del contingente italiano in Libano, i soldati che vennero mandati lì in missione di pace. La storia ha inizio un tranquillo mattino quando improvvisamente due camion kamikaze distruggono uno dei battaglioni americani insieme a quello dei francesi. Il terzo camion, quello riservato a parte del contingente italiano, non arriva.

Da quel momento in poi gli italiani vivranno in una sorta di limbo, in attesa di un evento catastrofico che prima o poi li coinvolgerà. Protagonisti del racconto sono i tanti uomini del contingente italiano e gli abitanti del posto. Narrata attraverso le mille voci dei personaggi e la voce del Professore, che fa quasi da guida al racconto, questa storia racconta i meccanismi e le tragedie legate a quel mostro che conosciamo come Guerra.

Oriana Fallaci è una delle mie autrici preferite, chi segue il blog da un po' conosce la mia passione per i suoi scritti. Con Insciallah mi sono immersa nel Libano, in una Beirut però che viene vista attraverso gli occhi dei soldati italiani, degli uomini che si chiedono perchè si trovano lì a morire e che allo stesso tempo rimpiangono le loro case.

Insciallah è un racconto complicato e corposo, è caratterizzato da uno stile di scrittura molto particolare. Infatti in questa occasione la Fallaci ci racconta la storia con uno stile diverso dal solito, elegante e scorrevole ma ricco di digressioni e di riflessioni che spesso spezzano il racconto. La particolarità di questo romanzo è sicuramente il tipo di linguaggio usato; Oriana sfrutta la lingua come mezzo per farci comprendere meglio i personaggi e l'atmosfera del racconto.

Questo romanzo infatti è una cacofonia di voci, di voci che parlano italiano, inglese, francese e arabo. Di mille altre voci che ci ricordano ogni parte d'Italia, passiamo velocemente dal napoletano al romano, dal veneto al lombardo, dal siciliano al romagnolo. La lingua viene sfruttata dall'autrice come mezzo per farci capire il caos e lo smarrimento provati dagli uomini a Beirut.

I personaggi di questo racconto sono tantissimi. Spesso non riuscirete a ricordarli tutti ma in un modo o nell'altro vi resteranno nel cuore. Non dimenticherete facilmente il gentile Angelo alle prese con la Formula della Vita, oppure il Professore con le sue lunghe lettere, o ancora la dolcezza di Rambo e i racconti di tutti gli altri soldati che ci fanno conoscere una Beirut diversa.

Questo è un romanzo corale, e sopratutto è una storia che può essere analizzata su vari livelli. Beirut può essere paragonata a una moderna Troia e la storia a una piccola epopea, una piccola Iliade. Gli spunti di riflessione sono moltissimi e il libro, proprio perchè ricco di elementi, non è sicuramente una lettura leggera. Ma alla fine vi renderete conto di aver aver letto un piccolo capolavoro, una profonda riflessione sull'animo umano alle prese con la guerra. Buona lettura!

"Per raccontare gli uomini, questi bizzarri animali che fanno ridere e piangere insieme, bastano due sentimenti che in fondo sono due ragionamenti: la pietà e l'ironia. In parole diverse, basta avere il sorriso sulle labbra e le lacrime agli occhi. "

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