[Ecco cos'era diventata la Siria, una terra di eterni addii.] Il paese degli addii di Atia Abawi

Buona giornata cari Lettori! Come va? Le mie letture procedono piuttosto veloci, oggi infatti parliamo di uno degli ultimi romanzi che ho letto.

Il paese degli addii 
è un racconto davvero attuale, infatti ci viene narrata la storia di Tareq. Tareq è un quindicenne siriano come tanti, ha una famiglia numerosa e una vita abbastanza normale. Un giorno però la guerra arriva a toccare anche lui, il palazzo dove vive viene colpito da una bomba e gran parte della sua famiglia rimane vittima dell'esplosione. Gli unici sopravvissuti sono Tareq, la sua sorellina e il padre.

In fuga da una guerra che gli ha già tolto tutto, Tareq e la sua famiglia cercano di scappare dal paese e di arrivare in Europa. Il loro viaggio sarà lungo e pericoloso, da Raqqa alla Turchia fino ad arrivare alle coste della Grecia, dove troveranno qualcuno che li aiuterà a ricominciare a vivere.

Il racconto presentatoci da Atia Abawi è una storia che abbiamo sentito migliaia di volte. E' la storia delle migliaia di profughi siriani in fuga da una guerra che ha distrutto le loro vite, che ha dimezzato le loro famiglie, che gli ha tolto la normalità. Tareq è una delle vittime di questa terribile guerra, in cerca di una vita migliore si imbarca per l'Europa insieme alla sorellina. In un viaggio disperato, in uno di quei famosi viaggi della speranza che somigliano di più a viaggi della morte, cercheranno di sopravvivere.

Una volta giunti in Grecia troveranno tante persone che cercheranno di aiutarli, tra cui Alexia, una giovane volontaria americana che proverà ad aiutarli. Mi è piaciuto molto il fatto che la storia venga narrata sia dal punto di vista di Tareq che da quello di Alexia; in questo modo abbiamo un quadro completo della storia, sia da parte di chi si ritrova ad essere profugo e di chi invece si scopre desideroso di aiutare.

Lo stile dell'autrice è scorrevole e abbastanza semplice, ma non ha bisogno di fronzoli perchè la storia in sè fa tutto il lavoro. Cattura il lettore e lo trascina nella vita di queste persone cercando di fargli capire che cosa significhi non avere più una casa, una famiglia, che cosa significhi non essere accettati. Inoltre la narrazione è molto particolare, questo perchè il narratore è il destino.

Il racconto è molto toccante, alcuni passaggi sono davvero duri da leggere. Ho trovato il libro molto attuale, specialmente in un periodo in cui non si fa altro che discutere di chiudere le frontiere, in cui si trattano queste persone come gente indesiderata. Il messaggio, oltre ad essere attuale, è anche piuttosto chiaro. Si tratta di persone esattamente come noi, che hanno sentimenti e paure proprio come noi. Se solo pensassimo a questo, se solo riuscissimo per un attimo a metterci nei loro panni, forse capiremo. Questo libro ci aiuta a riflettere, proprio per questo, pur essendo un libro per ragazzi, vi consiglio di leggerlo. Buona lettura!

"Queste persone, profughi, migranti o come volete chiamarli, sono recipienti fragili, simili a gusci d'uovo, vuoti e isolati. Prosciugati. Proprio come i neonati, che entrano così nel mondo, i recipienti devono essere riempiti in maniera adeguata. Se ricevono dolcezza, amore e comprensione si creano basi solide, si costruiscono cittadini forti capaci di fare meraviglie per gli altri."

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