[Io la chiamo un'educazione.] L'educazione di Tara Westover
L'educazione è sicuramente uno dei libri più chiacchierati dello scorso anno. Tara Westover in questo romanzo racconta la sua storia , la sua vita vissuta fino ai circa 17 anni totalmente all'oscuro di qualsiasi informazione che non provenisse dalla sua stretta cerchia familiare. Tara nasce in una famiglia di mormoni, la sua famiglia vive seguendo ciecamente quei precetti, a volte addirittura esagerandoli.
Tara e i suoi numerosi fratelli vengono educati a casa, non vanno a scuola, lavorano insieme al padre in una vecchia discarica, non vengono registrati alla nascita, non vedranno mai un ospedale nè prenderanno delle medicine tradizionali. Vivono isolati, in una cerchia chiusa e soffocante, in una famiglia certo ma una famiglia particolare e caratterizzata da rigide regole. Non sanno nulla di quello che succede nel mondo, niente della storia passata. Guidati da un padre che spesso sfiora i limiti della pazzia, i Westover si preparano alla fine del mondo.
Arrivata a 17 anni Tara decide di voler studiare, si iscrive al college, abbandona la famiglia. Per la prima volta si trova a stretto contatto con quella società che le è sempre stato insegnato ad evitare, viene a conoscenza di storie del passato terribili, per la prima volta si fa curare da un vero dottore. In poche parole Tara viene per la prima volta a contatto con la cultura, con quella che lei stessa definirà un'educazione.
Leggere questo libro è fare un viaggio nella vita, non solo dell'autrice, ma di un'intera famiglia mormone. Un viaggio nelle sue tradizioni, nei suoi precetti, nella loro società. Quello che colpisce in primo luogo di questa storia è sicuramente la voce dell'autrice che si erge forte e che buca le pagine del libro arrivando dritta al cuore del lettore. La storia di Tara è una storia dalle tinte forti, si parla di violenza, di particolari dinamiche familiari, sopratutto di paura, paura verso il nuovo, verso il diverso, verso l'ignoto.
Lo stile della Westover, cosa di cui ho spesso sentito parlare, è sicuramente uno stile scorrevole ma semplice e non particolarmente incisivo. Quello che fa il libro è la stessa storia, è la naturalezza e l'onestà con cui l'autrice ci racconta la sua infanzia e la sua vita familiare. La Westover non ci nasconde nulla, nemmeno gli aspetti più cupi e scabrosi.
La parte migliore del libro è sicuramente la presa di coscienza, la scoperta che attraverso la cultura, attraverso lo studio e l'educazione, è possibile acquistare indipendenza, è possibile raggiungere degli obiettivi. Anche per lei che arriva da una famiglia mormone, che non è mai andata a scuola, che non sapeva cosa fossero l'Olocausto e l'attacco alle Torri Gemelle. L'educazione permette a Tara di emanciparsi, di acquistare consapevolezza di sè e delle sue capacità, di fuggire da quella che per lei era una gabbia e di trovare il coraggio di vivere la vita che desidera.
E' questo il messaggio che forte spunta dalle parole di questo libro. La cultura è l'unica cosa che ci permette di essere liberi, l'unica cosa che ci permette di non trovarci mai in gabbia, di trovare la nostra strada. In tempi come i nostri in cui spesso si fa spregio della cultura e dell'educazione, questo libro ci aiuta a ricordare quanto siamo fortunati ad avere l'opportunità di studiare, Tara ne è un esempio. Buona lettura!
"Potete chiamare questa presa di coscienza in molti modi. Chiamatela trasformazione. Metamorfosi. Slealtà. Tradimento. Io la chiamo un'educazione."