La leggenda del Minotauro

Metà uomo, metà toro, la figura del Minotauro è senz'altro tra quelle più suggestive della mitologia greca. Oggi vi raccontiamo di lui e della sua storia divenuta anch'essa leggenda.

Siamo a Creta. Poseidone, dio del mare, invia quale dono al sovrano Minosse, per le sue numerose qualità, uno splendido toro bianco. 
Questo è l'inizio.
Il re, infatti, è così colpito dalla bellezza dell’animale, da decidere di non sacrificarlo come invece era stabilito inizialmente. Anzi vuole utilizzarlo per la monta delle sue giovenche.
Immaginate la reazione di Poseidone a tale affronto!! 
Scatta l'immancabile punizione e il dio trasforma il toro in un animale feroce. Ma non basta. Fa anche in modo che la moglie del re, Pasifae, si innamori perdutamente dell’animale, al punto da desiderare di unirsi a lui. 
La passione la tormenta. Pasifae ne parla con Dedalo, artista di corte noto per le sue opere architettoniche. Lui allora le costruisce una giovenca in legno, al cui interno si nasconde la splendida Pasifae che può così congiungersi con il possente toro bianco.
Dall'unione tra la donna e l'animale nasce il Minotauro, una creatura dall’aspetto per metà simile a un uomo (arti superiori e busto), e per l'altra metà a un toro (del quale ha la testa, la coda, gli zoccoli e la pelliccia). 
Naturalmente il re Minosse si accorge subito del tradimento della moglie. La convince quindi a confessarle tutto. All'ira del sovrano segue l'accettazione. Non volendo infatti provocare ulteriormente il dio del mare, decide di tenere quella strana creatura. 
Particolare da non sottovalutare. Il Minotauro si nutre di carne umana ed è di indole piuttosto feroce. Minosse fa quindi costruire da Dedalo il famoso "labirinto di Cnosso" e lì lo rinchiude, celato alla vista di tutti. 
L'intricato susseguirsi di stanze, corridoi, finti ingressi, sale e finte porte, sono tutti studiati per impedire a chi vi entra, di uscirne. Tutto sembra essersi risolto per il meglio, ma la morte del figlio del re cretese, durante i giochi tauromachici ad Atene, scatena un tragico imprevisto.
Androgeo resta ucciso dal toro di Maratona. Minosse, devastato dal dolore della perdita, accusa gli ateniesi della morte del giovane e mette in atto una terribile vendetta. Stabilisce quale tributo annuale da versare a Creta l'invio da parte di Atene di un carico di sette fanciulli maschi e sette femmine da dare in pasto al Minotauro. 
È poi Teseo, figlio del re Egeo, a liberare gli ateniesi dal crudele giogo. Si imbarca verso Creta insieme ai fanciulli da sacrificare al Minotauro, con l'intento di andare ad ucciderlo.
L'eroe, come quasi sempre accade (vedi Medea con Giasone) viene aiutato nella sua impresa da Arianna, la figlia di Minosse. Quest'ultima si innamora perdutamente di Teseo appena lo vede arrivare con la sua flotta e quindi gli consegna, su consiglio di Dedalo, un gomitolo con il quale tracciare il percorso e non perdersi nel labirinto. 
Il tradimento di Arianna segna il destino del Minotauro. Quando Teseo entra nel palazzo di Cnosso il Minotauro dorme. Si sveglia e tra i due comincia una terribile lotta. 
Il mostro sta per divorarlo, ma Teseo ha con sé la spada avvelenata regalatagli da Arianna e lo uccide. 
Il giovane quindi riparte diretto ad Atene insieme ad Arianna e ai fanciulli scampati al sacrificio. Durante il viaggio i due consumano il loro amore, ma una volta sbarcati sull’isola di Nasso, Teseo fa uno strano sogno. Dioniso stesso gli intima di cedergli Arianna, perché la vuole con sé. Spaventato, una volta sveglio, lascia Arianna addormentata sull’isola e prosegue il suo viaggio. La povera fanciulla quella notte stessa viene portata al cospetto di Dioniso.
Questa è una versione, secondo altre è lo stesso Teseo, a fare addormentare Arianna per poi abbandonarla sull'isola di Nasso. A consolare la disperata Arianna, ingannata dalla promessa di Teseo di sposarla, ci avrebbe poi pensato Dioniso.

Intanto possiamo solo immaginare l'ira di Minosse nei confronti di Teseo. Non è la perdita del Minotauro quanto quella della figlia Arianna a scatenare la sua rabbia. Incolpa della sventura Dedalo e lo imprigiona insieme al figlio Icaro nel labirinto. Per impedire poi ai due di fuggire, mura tutte le entrate. Allora Dedalo cosa fa? Raccoglie varie piume dagli uccelli e si costruisce delle vere e proprie ali da attaccare alle spalle per fuggire dal labirinto. Suo figlio Icaro, però, non ascolta le sue raccomandazioni e si lancia in alto verso il sole. Il calore del sole scioglie le piume attaccate con la cera e il giovane precipita al suolo sotto lo sguardo impotente del padre.

Teseo intanto prosegue il suo viaggio. Stando alla prima versione del mito, soffrendo per il distacco dalla sua amata Arianna, dimentica di issare le vele bianche in segno di vittoria sul Minotauro, come aveva precedentemente accordato con il padre Egeo, e quest'ultimo, quando vede arrivare la nave con le vele scure lo interpreta come segno di sventura. Decide così di uccidersi buttandosi in mare (che poi da lui ha preso il nome). Alla morte del padre, Teseo prende il suo posto e viene incoronato re.

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