La storia della serial killer ungherese Anna - Rozalia Liszty
Anche in questo caso, vittime della furia cieca e folle di una spietata omicida seriale sono giovani serve innocenti.
Ve ne presenteremo altre, ma oggi vi vogliamo raccontare la sua storia, sulla quale si conosce molto poco, soprattutto relativamente all'epilogo finale.
Contessa ungherese, il caso di Anna - Rozalia Liszty (conosciuta anche con la forma latinizzata del cognome Listhius) si colloca a pochi anni di distanza da quello della contessa vampiro.
Anna - Rozalia Liszty nacque nel 1538 da una famiglia le cui origini affondavano nella borghesia cittadina transilvana. Ricevettero il titolo nobiliare nel 1554 e vantavano legami di parentela importanti, come quella con un vescovo molto influente nel paese. Al titolo nobiliare, negli anni successivi, seguirono una serie di importanti privilegi e possedimenti che costituivano la ricchezza della loro dinastia. A 15 anni, nel 1598, Anna - Rozalia fu data in sposa a un conte.
Fino al 1960 non vi era stata traccia di possibili disturbi mentali, ma dal 1610 divenne soggetta a improvvisi attacchi di isteria o epilessia, alternati a depressione. Si verificò quindi un mutamento comportamentale che sfociò presto in attitudine alla violenza. Due volte vedova, nel 1637 fu arrestata con l'accusa di avere ucciso, nei dodici anni precedenti, otto o nove cameriere che erano al suo servizio. Le aveva picchiate o fatte picchiare a morte dai suoi servitori. Così descrive Thorne (1997) i fattori scatenanti la violenza e i successivi comportamenti di Anna - Rozalia:
[...] la vittima aveva compiuto una mancanza del tutto trascurabile che però o aveva causato, o aveva coinciso con un attacco della "malattia" della sua padrona. La contessa diventava preda di una furia incontrollabile e iniziava a delirare, incitando chi la assisteva a punizoni sempre più dure, per poi unirsi personalmente a loro, finchè l'oggetto della sua furia non restava senza vita. Solo allora si calmava, e talvolta cullava e accarezza il corpo, cercando di convincerlo a tornare in vita, o lamentandosi in un misto di rabbia e di rimorso che la sua serva l'aveva abbandonata.
Naturalmente torture e omicidi rimasero impuniti fino a quando riguardarono domestici appartenenti al popolo. Quando però a essere colpito fu un membro della nobiltà minore, la giustizia ungherese intervenne. Furono ascoltati i testimoni che accusarono la contessa e aggiunsero che oltre a essere erborista e guaritrice, praticava la magia nera inscenando spesso anche cerimonie rituali con streghe e stregoni.
Nel 1637, mentre veniva istituito il processo contro di lei, Anna - Rozalia Liszty riuscì a fuggire. Si nascose quindi in Polonia, grazie all'aiuto di alcuni amici influenti. Il 27 marzo 1638, il re le concesse la grazia, permettendole anche di conservare parte dei beni di famiglia. Da quel momento non si seppe più nulla di lei e di cosa le accadde.