Recensione: La Sognatrice di Anne Lise Marstrand-JØrgensen

Bonjour miei cari lettori...
ecco la nostra Recensione in collaborazione con il giornale locale SannioLife.
Abbiamo scelto questo libro per la sua profondità... BUONA LETTURA.

Trama : La Sognatrice narra la vita di Ildegarda di Bingen (1098-1179), una delle donne più importanti del Medioevo, figura di spicco dell’intera umanità. Suora, visionaria, scrittrice, musicista, esperta di medicina, trattò da pari a pari con i grandi del suo tempo e la sua figura non cessa di affascinare. In questo libro troviamo Ildegarda, monaca autorevole ammirata, nel monastero benedettino di Disibodenberg. Vi è stata condotta dalla sua inquieta giovinezza, durante la quale aveva abbandonato la nobile famiglia d’origine per seguire la propria missione. Neanche questa, tuttavia, potrà essere la sua dimora: una visione le appare, esortandola a partire e a fondare una nuova comunità religiosa, in un luogo remoto e isolato. “Se ti senti più sicura fra le mura del tuo monastero” aveva detto la voce “allora mi tradisci”. È la chiamata divina, che la sprofonda nell’angoscia: con che animo separarsi dal suo fedele amico, il monaco Volmar, e dalla sua amata discepola Richardis, con i quali ha condiviso i pensieri più profondi e le emozioni più sublimi?Ma alla fine la voce interiore sarà più forte di tutte le troppo umane esitazioni. Ildegarda dovrà assumere il ruolo del costruttore, dello stratega, del capo per le sue sorelle, e dovrà affrontare prove durissime. Solo superando le difficoltà, realizzerà la propria missione di mistica, teologa anticonformista e soprattutto, donna di Dio.      
L' Opinione:
C’è da dire che abbiamo impiegato molto più tempo di quanto credessimo per leggere La Sognatrice. Si tratta pure di un volume di 539 pagine, ma è ancor più vero che non è stata una lettura semplice. Non alludiamo allo stile narrativo, lineare e chiaro, ma al contenuto. Che, alla fine, ci lascia comunque perplessi. Il romanzo storico in questione, per il quale l’autrice ha vinto i più prestigiosi premi letterari della Scandinavia, è il racconto romanzato appunto, della vita di Ildegarda di Bingen; suora, visionaria, musicista, scrittrice, esperta di medicina, guaritrice, donna forte, combattiva, baciata dalla Viva Luce, così come la chiama e allo stesso tempo ‘condannata’ e benedetta da un travaglio interiore intenso e spossante. Un travaglio che accompagna il lettore pagina per pagina, al punto da arrivare a confonderlo…Il libro si potrebbe suddividere in quattro parti: la vita a Disinbodenberg, il monastero in cui affrontando paure e sfide cresce e si forgia nella fede; la chiamata in cui la Viva Luce la spinge a fondare il monastero di Rupertsberg pietra su pietra e il momento in cui la vocazione si fa urgenza missionaria per poi quietarsi nell’attesa dell’abbraccio finale con lo sposo. Bellissimi, evocativi, i vari passaggi che descrivono le visioni e i salmi che ne scaturiscono; come pure i riferimenti biblici. Si tratta comunque di una lettura ‘pesante’, dato che l’animo di Ildegarda è a tal punto complesso e travagliato da risultare, a nostro parere, a tratti ‘antipatico’ nell’obiettivo che l’autrice fa di descriverne in maniera quasi ossessiva i limiti e le continue prove che allo stesso tempo la innalzano e la prostrano, rendendola ora scostante ora santamente salda. La sua storia s’intreccia con quella del monaco Volmar, suo scrivano, e di Richardis, sua pupilla. Un legame che la ossessiona e che si fatica a ‘tollerare’ in certi momenti quando l’irragionevolezza, limite totalmente umano, guida i comportamenti della protagonista. La profonda ‘debolezza umana’ è proprio il tratto più affascinante e contraddittorio che traspare dal personaggio di questa monaca, così come presentato dall’autrice; nella duplicità della potente debolezza che la schiaccia e la innalza.
Nel prossimo autunno il Papa dichiarerà Hildegard di Bingen, dottore della Chiesa.
Un assaggio per i nostri lettori :
“Io fiammeggio nella bellezza dei campi, io risplendo nelle acque, io ardo nel sole, nella luna e nelle stelle”.“Sono un vaso di terracotta, che prima accoglie la parola di Dio, poi stupidamente dimentica tutto, si secca e si spacca”. Il vaso sarà pure di terracotta “le risponde il maestro Volmar” ma ciò che ci permette di usarlo è il vuoto al suo interno”. 

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