Recensione: Il Templare di Jan Guillou

In collaborazione con SannioLife ecco la nostra Recensione settimanale...

Editore: Tre60 Pagine: 416
Prezzo: 9,90 €
Data di uscita: 7 giugno 2012
Svezia, 1150. Sigrid, devota moglie del nobile Magnus Folkesson, ha una visione: mentre un giovane cavaliere con le insegne da crociato si staglia davanti a lei, la voce dello Spirito Santo le suggerisce di donare ai monaci cistercensi la tenuta di Varnhem. La donna è in dolce attesa del secondogenito, Arn, che nasce poco dopo. Ed è proprio lui, cadendo dalla torre del castello durante un gioco, a cambiare l’esistenza della sua famiglia. I genitori, infatti, decidono di prometterlo al Signore se questi ne salverà la vita, ma quando il piccolo si riprende miracolosamente, Sigrid e Magnus ignorano il voto fatto. Almeno fino al giorno in cui la donna non viene colpita da una misteriosa malattia che lei interpreta come un segno del Cielo.
Così il ragazzino viene mandato al convento di Varnhem, dove cresce studiando le Sacre Scritture e imparando l’uso della armi sotto la guida di fratello Guilbert, un cavaliere ritiratosi a vita monastica. Tuttavia, per il giovane Arn - generoso, intelligente e desideroso di conoscere il mondo - , il destino ha in serbo molte sorprese. La sua strada prima si incrocerà con quella di due splendide sorelle, Cecilia e Katarina, e poi lo porterà lontano, in Terra Santa, a servire come Templare …


L' Opinione
Leggendo la trama e la quarta di copertina di questo libro, già dal titolo in verità, avevamo pensato che ci sarebbe piaciuto. Dobbiamo dire però, a onor del vero, che siamo rimasti un po’ delusi.
Il racconto è lineare e scorrevole, per carità, ma manca di tutta quell’azione e avventura, in una cornice storica peraltro suggestiva come quella dell’epoca delle Crociate, che ci aspettavamo. Si tratta quindi, fondamentalmente, di nostre aspettative… ‘deluse’.
Il libro parla di Arn e del suo cammino di formazione spirituale e umana che lo porterà ad abbracciare il suo destino.
Il personaggio, ingenuo e quanto mai disarmato davanti alle tentazioni e brutture del mondo secolare, rappresenta comunque l’ideale del guerriero di Dio, puro e indomito.
Interessante anche lo spaccato di vita dell’epoca e della vita monastica.

2 fenicette e 1/2

Un assaggio per i nostri lettori
“Arn, se anche tutti gli uomini che affronterai in battaglia fossero inferiori a te, cosa di cui sono convinto, ognuno di loro potrebbe ferirti o ucciderti nel momento in cui ti lasciassi prendere dalla superbia. La vendetta divina si abbatte sempre su chi pecca con un’arma in mano. Che le mie parole siano un monito imperituro: l’arte del combattimento che hai imparato tra queste mura è un’arte benedetta. Se dunque alzerai la spada nel peccato, l’ira del Signore cadrà su di te. Non dimenticarlo, mai.”

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