[Ho sempre cercato di conciliare desolazione e consolazione, come se questa intesa potesse donarmi un sorso di brezza marina.] Forse Esther di Katja Petrowskaja

Buona giornata cari Lettori e buon inizio settimana! Oggi, in occasione della Giornata della Memoria celebrata ieri, parliamo del romanzo che quest'anno ho scelto di leggere in ricordo di quello che accadde.

Forse Esther è un libro in bilico tra un memoir e una biografia di famiglia. Quest'anno volevo leggere qualcosa di diverso per la Giornata della Memoria, e ho deciso per Forse Esther, che è nella mia wishlist da anni. Katja Petrowskaja è una giornalista ucraina di origini ebraiche. Dopo aver studiato a Mosca ed essersi trasferita in Germania, la Petrowskaja ha deciso di dedicarsi ad un libro che racconta la storia, estremamente vasta e frammentata, della sua famiglia.

In questo libro al centro del racconto c'è essenzialmente la ricerca. Una ricerca che porta l'autrice alla scoperta delle sue origini e di mille e più storie che in un modo o nell'altro l'hanno resa oggi quella che è. Così seguiamo l'autrice mentre ricostruisce piccoli frammenti di storie, mentre riscopre volti familiari e non che fanno parte della sua grande famiglia. E' così che, insieme a lei, veniamo a conoscenza del nonno ucraino prigioniero a Mauthausen che per anni avevano dato per morto; del prozio Stern che cercò di uccidere un diplomatico tedesco; della babuška Rosa, logopedista a Leningrado durante l'assedio della città; e della bisnonna che forse si chiamava Esther e che trovò la morte a Babij Jar. Tante storie diverse che vanno a comporre un affresco popolato dai fantasmi del passato.

Ho letto questo libro pochi capitoli alla volta, gustandomi ogni tassello di questa storia estremamente varia ma ricca di aneddoti che ci raccontano qualcosa in più del passato. Non si tratta di una storia dedicata esclusivamente al tema Shoah; si parla ovviamente anche di questo tema, perchè la famiglia dell'autrice ha origini ebraiche, ma al centro del romanzo c'è la lunga ricerca della Petrowskaja che prova a rimettere insieme i vari pezzi che compongono il puzzle della sua famiglia.

Ho amato lo stile dell'autrice, l'ho trovato molto elegante e scorrevole, ma sopratutto profondamente ironico e molto intelligente. La Petrowskaja sa come raccontare una storia, ho notato lo stampo un po' giornalistico del libro, e lo fa in modo da catturare il lettore, in modo da farlo sentire parte di quella enorme famiglia di cui sta leggendo. Come se la nonna Rosa, lo zio Judas e l'antenato Semën fossero un po' anche i nostri parenti.

La narrazione è divisa per lunghi capitoli, ognuno di essi è dedicato a un personaggio o a un episodio della famiglia. Il libro si lascia leggere molto piacevolmente e ci riporta indietro nel tempo fino alle persecuzioni iniziate nel 1941 in Ucraina, passando per l'assedio di Leningrado, tornando indietro fino al '32 a Mosca. In questo continuo alternarsi tra passato e presente, la Petrowskaja si concentra sul ritrovare le origini della sua famiglia disperse tra Polonia e Russia.

Rispetto ad altri libri, il racconto in questo caso è caratterizzato da un flusso continuo di pensieri, dei pensieri dell'autrice, che oltre ad essere narratrice è anche protagonista stessa del viaggio intrapreso. Aneddoti, riflessioni, ricordi di famiglia, citazioni letterarie e parole che mischiano tedesco, russo, ucraino, yiddish, polacco e lingua dei segni. Una cacofonia di voci, di parole e di racconti che si mescolano e creano un'unica grande storia.

Il ricordo, la memoria, la ricerca di un passato che sente essere suo ma che alla fine non lo è del tutto, sono probabilmente la parte più bella del libro. I racconti dello sterminio degli ebrei, dei campi, della terribile tragedia di Babij Jar, i racconti di città intere che in pochi giorni persero la gran parte della popolazione perchè dovevano diventare Juden frei. Queste le parti più difficili da leggere, ma allo stesso tempo più toccanti.

Forse Esther è un memoir di grande valore, un racconto di famiglia che potrebbe essere quello di migliaia di famiglie che vissero sulla propria pelle l'orrore. E' un documento prezioso perchè pur non essendo completo, pur essendo frammentato e fatto di vicende, di nomi e di luoghi che alla fine si mescolano diventando quasi confondibili, ci aiuta a capire perchè e quanto sia importante ricordare. Buona lettura!

"Rimane un luogo lo stesso luogo, se lì si uccide e poi si sotterra, se si fanno esplodere mine, si scava, si brucia, si tritura, si disperde, si tace, si pianta, si mente, si scarica immondizia, si inonda, si cementifica, si tace di nuovo, si sbarrano gli accessi, si arresta la gente in lutto, e quindi si erigono dieci memoriali, si commemorano una volta l'anno le proprie vittime, oppure si pensa di non avere nulla a che fare con tutto ciò?"

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