In un mondo di favole. Il topolino veloce.

In un piccolo villaggio situato vicino al mare abitava un piccolo topolino di nome George che amava correre. Tutte le mattine si svegliava all’alba, raggiungeva la spiaggia e iniziava a correre per chilometri. Il profumo del mare raggiungeva le sue narici, la brezza marina gli accarezzava il viso mentre la soffice sabbia avvolgeva i suoi piedi, all’orizzonte il sole sorgeva alto e il mare baciava il cielo: era libero. George a differenza degli altri topolini della sua età era più piccolo, gracile, e senza coda. Era nato con una malformazione genetica che aveva rallentato la sua normale crescita. 

Da piccolo era sempre ammalato, molte volte mancava da scuola e trascorreva molte delle sue giornate in casa, nascosto dietro la finestra della sua stanza sognando di giocare come gli altri topolini. Con il tempo però il suo fisico era riuscito ad adattarsi all’ambiente circostante e George iniziò ad ammalarsi di meno, così iniziò a correre, scoprendo un grande amore per questo sport. Tempo fa sua madre lo aveva iscritto ad una competizione locale, che aveva vinto qualificandosi per la competizione regale in cui avrebbe dovuto competere con i campioni più importanti del regno. Nel suo villaggio nessuno credeva nelle sue capacità, anzi credevano che avesse vinto la competizione per chissà quale artificio e non perché lo meritava. George era sempre molto triste, nessuno credeva in lui e alla fine finì lui stesso per non credere in se stesso. Aveva deciso di partecipare alla competizione per la sua famiglia, in particolare per rendere orgogliosa sua madre. 

Quella mattina erano in dieci a partecipare a quella competizione, ogni campione aveva un seguito proveniente dal suo villaggio a fare il tifo per lui, tranne per George, lui era solo. Osservando i vari partecipanti non poté fare a meno di notare come lui fosse il più piccolo, quello meno muscoloso e forse anche il meno veloce.

Damerino dove hai intenzione di andare!” gli urlò uno dei partecipanti

Vorresti vincere con quel fisico che ti ritrovi? Torna a casa” gli urlò un altro

Avete visto la sua tuta tutta verde? Sembra un grillo!” gli dissero, ridendo a squarciagola. George avrebbe voluto mollare tutto, ritornare a casa sua e restare chiuso in quella stanza in cui era rimasto per tanti anni. All'improvviso i suoi occhi incontrarono quelli di sua madre. Avevo lo sguardo colmo di speranza, di fiducia verso di lui e verso le sue potenzialità. Quella donna, forte e coraggiosa, era là, a fare il tifo per lui. Non poteva deluderla, non voleva farlo. Si riasciugò le lacrime e si mise in postazione. Il mondo non credeva in lui ma c’era una persona che avrebbe dato la sua vita per lui. Doveva correre veloce per lei ma sopratutto per se stesso.  Arrivò il fischio e George iniziò a correre. Un’energia attraversò tutto il suo corpo, le gambe correvano veloci quasi a volare, in quel momento esatto c’erano solo lui e la sua corsa. 

La mente era svuotata, voleva solo vincere. Correva così veloce che non si era accorto di aver tagliato il traguardo. Aveva vinto. Con il suo corpo gracile, debole, piccolo aveva battuto dei grandi campioni. Se vuoi davvero una cosa la puoi raggiungere. La vera forza è nell’anima non nelle gambe.

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