[I° Tappa BlogTour] La debuttante dell'Essex di Romina Angelici

Buongiorno cari Lettori. Oggi ospitiamo la I° Tappa del BlogTour del libro "La debuttante dell'Essex" di Romina Angelici edito Literary Romance. Vediamo la scrittrice cosa ci racconta...

Chi devo ringraziare per questo romanzo. 

La debuttante dell’Essex deve molto a Simona Friio, l’editrice di Literary Romance. Innanzitutto è stato suo l’incentivo a farmi scrivere un racconto Regency, proprio quando avevo da poco finito la biografia di Louisa May Alcott. Lei mi ha convinto che ambientare una storia nel mondo e nell’epoca Regency potesse essere molto nelle mie corde. Poi, sempre lei mi ha suggerito di rivedere l’intreccio buttato giù forse un po’ troppo frettolosamente, approfondendo alcune parti e limandone altre, in modo che la lettura diventasse avvincente e il numero di pagine consistente così da poter ambire finalmente a una versione cartacea. Infine, quando si è trattato di scegliere il titolo, mi ha dato un paio di idee giuste per rendere meno anonima la mia debuttante caratterizzandola con un nome bifronte che potesse variare sia al maschile sia al femminile e la sua specificazione di provenienza: questi suggerimenti l’hanno resa sicuramente molto più intrigante. Preziosi sono stati i consigli di Antonia Romagnoli che mi ha aiutato a ravvivare il finale alimentando la suspense e movimentandolo con qualche colpo di scena. Devo ringraziare anche Margherita Valery e Amalia Frontali dalle quali ho preso in prestito lo stile epistolare finito in appendice e che secondo me rappresenta un valore aggiunto, divertente e originale da ascrivere totalmente a loro. Ho dedicato questo libro a mia sorella definendola moderna debuttante perché anche lei, come Alex, pur essendo anagraficamente e socialmente in età da marito, è assolutamente estranea a qualsiasi sovrastruttura mentale o ideologica imposta. 

Influssi consapevoli e non. 

Nello scrivere questo romanzo Regency mi sono ispirata intenzionalmente a Georgette Heyer. Ho adorato i suoi romanzi, almeno quelli ambientati in epoca Regency (perché poi ha scritto anche dei gialli). Nonostante la sua vasta produzione di circa una quarantina di libri, io sono riuscita a procurarmene la maggior parte ma ciò non basta a soddisfare il mio appetito. Di Georgette Heyer mi piace l’ironia dello stile, la leggerezza e l’amabilità delle sue storie, la caratterizzazione dei personaggi e la precisione storica di particolari apparentemente insignificanti, oltre al lieto fine delle storie accompagnato da immancabili e avvincenti colpi di scena. Per fare un esempio l’idea della ragazza che si traveste da garzone per poter girare indisturbata in città l’ho mutuata da uno dei suoi romanzi. Ma il riferimento a Georgette Heyer non è altro che un collegamento di riflesso alla scrittrice che amo e che rimarrà sempre ineguagliabile, Jane Austen, e non posso meravigliarmi se già qualche lettrice ha indovinato nei personaggi echi di derivazione austeniana, come per esempio le baruffe tra Sir John e Lady Violet, che ricordano quelle tra i coniugi Bennet, o la stessa querula Lady Violet che si lamenta di continuo e vuole sistemare sua figlia, come Mrs Bennet. Se ci penso bene, nella creazione del personaggio di Lady Celandine, che dopo aver rinunciato a causa di precedenti delusioni, ad avere una propria vita sentimentale per dedicarsi a fare “solo” la zia, può aver influito l’esperienza biografica di zia Jane. Chissà! Difficile anche per me che l’ho scritto, distinguere precisamente quali e quante influenze possano essere entrate nel mio subconscio al momento di concepire la storia, ma di una cosa sono certa e cioè che Lady Violet deve il suo nome alla mitica signora di Downton Abbey!

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