[Chi sono io se tu non sei brava, chi sono?] Storia di chi fugge e di chi resta di Elena Ferrante
Buona giornata cari Lettori e buon inizio settimana! Oggi andiamo a parlare del terzo volume della famosissima saga di Elena Ferrante.
Storia di chi fugge e di chi resta è il terzo capitolo della tetralogia di Elena Ferrante, di cui i primi volumi sono L'amica geniale e Storia del nuovo cognome. Quest'anno mi sono proposta di terminare la saga della Ferrante, infatti a breve inizierò anche il quarto e ultimo capitolo e concluderò il viaggio fatto insieme a Lila e Lenù.
In questo terzo volume assistiamo al racconto della vita delle due giovani donne protagoniste in quella che viene definita l'età di mezzo. Lila si è sposata, ha poi lasciato il marito ed è fuggita dal rione insieme al suo bambino. A San Giovanni vive insieme ad Enzo, anche lui fuggito da una realtà che gli stava troppo stretta, e lavora in un fabbrica di salumi in condizioni pietose. Lenù invece dal canto suo ha completato la sua fuga dal rione. Ha scritto un libro di grande successo, è diventata a tutti gli effetti un'autrice apprezzata ed è fidanzata con il rampollo di un'importante famiglia pisana.
Entrambe avevano cercato di evadere dalla realtà del rione, dalla sua miseria. A quanto sembra però solo Lenù ci è riuscita, o almeno così crede. Nonostante le loro strade si siano ormai allontanate, il rapporto tra le due donne è sempre molto forte, quasi simbiotico per certi versi. La loro storia adesso si sviluppa sullo sfondo degli anni '70 italiani, epoca di cambiamento, di nuovi sogni, di speranze ma anche di fatica e dolore. E' proprio su questo tono che l'autrice prosegue a narrarci il racconto dell'amicizia tra Lila e Lenù, un racconto che ancora una volta ci emoziona, ci travolge e ci cattura completamente.
Ormai per me leggere la Ferrante somiglia un po' a tornare a leggere di qualcosa di familiare, di qualcosa che sa di casa. Mi sono affezionata ai personaggi, alla storia, alle atmosfere del racconto, mi sono diventate estremamente familiari. Questo terzo volume si differenzia però dai precedenti per un'atmosfera leggermente diversa, più disincantata forse, più realistica e meno proiettata al sogno e alla speranza. Lila e Lenù sono cresciute, sono cambiate, si sono allontanate e hanno intrapreso strade profondamente diverse. Mentre Lenù è riuscita a scappare dall'aria opprimente del rione e si è costruita una vita nuova e molto diversa da quella in cui era cresciuta, Lila invece ha dovuto affrontare tante difficoltà. Fuggita da un matrimonio infelice, ritrovatasi a mantenere sè stessa e il figlio sgobbando in una fabbrica per pochi spicci. Si ritrova forse in una miseria più nera di quella da cui è fuggita.
Lo stile della Ferrante è decisamente uno dei punti di forza di questa serie. L'autrice infatti riesce a dipingere con estrema precisione personaggi, luoghi, atmosfere ed emozioni. In poche frasi entriamo completamente nel racconto e ne diventiamo parte integrante. Grazie alla straordinaria capacità della Ferrante ci troviamo immersi nella storia, empatizziamo con i personaggi, ci emozioniamo, soffriamo e gioiamo con loro. Oltre a ciò le ambientazioni della storia sono tanto reali, tanto vere ed estremamente fedeli alla realtà. Questo aspetto contribuisce a permetterci di visualizzare esattamente i luoghi in cui i personaggi si muovono.
Come ho già accennato, stavolta la storia si fa più dura. Ci troviamo negli anni '70, epoca di cambiamenti che vide l'avvento della lotta sociale, delle battaglie per la conquista dei diritti degli operai. Le storie di Lila e Lenù si intrecciano con gli avvenimenti che segnano quegli anni. E mentre l'Italia si trova sull'orlo del cambiamento, anche le due protagoniste si trovano a navigare mari finora sconosciuti, chi nel matrimonio e chi nell'affermazione dei propri diritti sul lavoro.
Devo ammettere che non mi aspettavo certe svolte narrative, non le ho neanche viste arrivare. Ho trovato questo romanzo diverso dai precedenti e forse anche più maturo. Maturo sia nello svolgimento della storia che nello sviluppo psicologico delle protagoniste. Ho particolarmente apprezzato anche il modo in cui si è evoluta l'amicizia tra Lila e Lenù. Ormai sono lontane, vivono vite talmente diverse tra loro da sembrare che ormai quell'amicizia, quel rapporto che condividevano, non abbia neanche più ragione di esistere.
E invece, a dispetto di tutto, quell'amicizia resiste, si evolve e cambia, ma resta sempre lì. Rimane, per le due donne, uno dei pochi punti fermi della loro vita. Una delle poche cose a cui possono aggrapparsi con la consapevolezza che sarà sempre lì, che nonostante la distanza, i cambiamenti, quell'amicizia sopravvivrà.
Come mi era successo con i due precedenti romanzi, ho amato la storia e sopratutto lo stile dell'autrice. Questa saga è sicuramente una delle più belle scritte nei nostri anni. A breve leggerò l'ultimo volume della serie e dovrò dire addio a Lila, Lenù e a tutti gli altri. Intanto mi godo le sensazioni lasciatemi dalla lettura di questa storia, quel groviglio di sentimenti a cui la Ferrante, come pochi riescono, sa dare parole. Buona lettura!
"Mi aspetto da te il massimo, sono troppo sicura che sai fare meglio, voglio che tu faccia meglio, è la cosa che desidero di più, perchè chi sono io se tu non sei brava, chi sono?"
Storia di chi fugge e di chi resta è il terzo capitolo della tetralogia di Elena Ferrante, di cui i primi volumi sono L'amica geniale e Storia del nuovo cognome. Quest'anno mi sono proposta di terminare la saga della Ferrante, infatti a breve inizierò anche il quarto e ultimo capitolo e concluderò il viaggio fatto insieme a Lila e Lenù.
In questo terzo volume assistiamo al racconto della vita delle due giovani donne protagoniste in quella che viene definita l'età di mezzo. Lila si è sposata, ha poi lasciato il marito ed è fuggita dal rione insieme al suo bambino. A San Giovanni vive insieme ad Enzo, anche lui fuggito da una realtà che gli stava troppo stretta, e lavora in un fabbrica di salumi in condizioni pietose. Lenù invece dal canto suo ha completato la sua fuga dal rione. Ha scritto un libro di grande successo, è diventata a tutti gli effetti un'autrice apprezzata ed è fidanzata con il rampollo di un'importante famiglia pisana.
Entrambe avevano cercato di evadere dalla realtà del rione, dalla sua miseria. A quanto sembra però solo Lenù ci è riuscita, o almeno così crede. Nonostante le loro strade si siano ormai allontanate, il rapporto tra le due donne è sempre molto forte, quasi simbiotico per certi versi. La loro storia adesso si sviluppa sullo sfondo degli anni '70 italiani, epoca di cambiamento, di nuovi sogni, di speranze ma anche di fatica e dolore. E' proprio su questo tono che l'autrice prosegue a narrarci il racconto dell'amicizia tra Lila e Lenù, un racconto che ancora una volta ci emoziona, ci travolge e ci cattura completamente.
Ormai per me leggere la Ferrante somiglia un po' a tornare a leggere di qualcosa di familiare, di qualcosa che sa di casa. Mi sono affezionata ai personaggi, alla storia, alle atmosfere del racconto, mi sono diventate estremamente familiari. Questo terzo volume si differenzia però dai precedenti per un'atmosfera leggermente diversa, più disincantata forse, più realistica e meno proiettata al sogno e alla speranza. Lila e Lenù sono cresciute, sono cambiate, si sono allontanate e hanno intrapreso strade profondamente diverse. Mentre Lenù è riuscita a scappare dall'aria opprimente del rione e si è costruita una vita nuova e molto diversa da quella in cui era cresciuta, Lila invece ha dovuto affrontare tante difficoltà. Fuggita da un matrimonio infelice, ritrovatasi a mantenere sè stessa e il figlio sgobbando in una fabbrica per pochi spicci. Si ritrova forse in una miseria più nera di quella da cui è fuggita.
Lo stile della Ferrante è decisamente uno dei punti di forza di questa serie. L'autrice infatti riesce a dipingere con estrema precisione personaggi, luoghi, atmosfere ed emozioni. In poche frasi entriamo completamente nel racconto e ne diventiamo parte integrante. Grazie alla straordinaria capacità della Ferrante ci troviamo immersi nella storia, empatizziamo con i personaggi, ci emozioniamo, soffriamo e gioiamo con loro. Oltre a ciò le ambientazioni della storia sono tanto reali, tanto vere ed estremamente fedeli alla realtà. Questo aspetto contribuisce a permetterci di visualizzare esattamente i luoghi in cui i personaggi si muovono.
Come ho già accennato, stavolta la storia si fa più dura. Ci troviamo negli anni '70, epoca di cambiamenti che vide l'avvento della lotta sociale, delle battaglie per la conquista dei diritti degli operai. Le storie di Lila e Lenù si intrecciano con gli avvenimenti che segnano quegli anni. E mentre l'Italia si trova sull'orlo del cambiamento, anche le due protagoniste si trovano a navigare mari finora sconosciuti, chi nel matrimonio e chi nell'affermazione dei propri diritti sul lavoro.
Devo ammettere che non mi aspettavo certe svolte narrative, non le ho neanche viste arrivare. Ho trovato questo romanzo diverso dai precedenti e forse anche più maturo. Maturo sia nello svolgimento della storia che nello sviluppo psicologico delle protagoniste. Ho particolarmente apprezzato anche il modo in cui si è evoluta l'amicizia tra Lila e Lenù. Ormai sono lontane, vivono vite talmente diverse tra loro da sembrare che ormai quell'amicizia, quel rapporto che condividevano, non abbia neanche più ragione di esistere.
E invece, a dispetto di tutto, quell'amicizia resiste, si evolve e cambia, ma resta sempre lì. Rimane, per le due donne, uno dei pochi punti fermi della loro vita. Una delle poche cose a cui possono aggrapparsi con la consapevolezza che sarà sempre lì, che nonostante la distanza, i cambiamenti, quell'amicizia sopravvivrà.
Come mi era successo con i due precedenti romanzi, ho amato la storia e sopratutto lo stile dell'autrice. Questa saga è sicuramente una delle più belle scritte nei nostri anni. A breve leggerò l'ultimo volume della serie e dovrò dire addio a Lila, Lenù e a tutti gli altri. Intanto mi godo le sensazioni lasciatemi dalla lettura di questa storia, quel groviglio di sentimenti a cui la Ferrante, come pochi riescono, sa dare parole. Buona lettura!
"Mi aspetto da te il massimo, sono troppo sicura che sai fare meglio, voglio che tu faccia meglio, è la cosa che desidero di più, perchè chi sono io se tu non sei brava, chi sono?"